20:50 martedì 11.03.2025

Notizie dal Mondo

Home   >>  News - Notizie dal Mondo   >>  Articolo
Dialogo ecumenico, concreto, interreligioso, inculturazione e buona volontà
S.E. Luis Miguel Perea Castrillon, Vescovo della Chiesa Anglicana d’Europa, in una intervista senza rémore
07-03-2025 - Il 4 Febbraio 2025, su iniziativa del senatore Pier Ferdinando Casini, si è tenuta la conferenza intitolata “Cooperazione Interreligiosa: Fondamento per la Fraternità Umana e la Cultura per la Pace”.
Svolta in Senato nella sala Zuccari presso il palazzo Giustiniani, è stata organizzato dall’Upf Italia; ricordiamo che Upf sta per “Universal Peace Federation” e che UPF International è una ONG presso ECOSOC delle Nazioni Unite con Stato Generale Consultivo.
Upf Italia è affiliata a Upf International e il suo presidente è Carlo Zonato.
ECOSOC è il terzo piu’ importante organo delle Nazioni Unite e costituisce la maggiore piattaforma intergovernativa dell’Onu sullo sviluppo sostenibile, con competenza principale sulle questioni di carattere economico, sociale ed ambientale.
L’evento è stato moderato dalla dott.ssa Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro Studi “Lirec”, Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza.
Dopo il saluto istituzionale di Casini, illustri relatori sono intervenuti: Mons. Yoannis Lahzi Gaid – presidente “Human Fraternity Foundation”, Carlo Zonato – presidente “UPF Italia”, Nader Akkad – Imam della Grande Moschea di Roma, Francesca Baldini – coordinatrice del gruppo “Donne di Fede in dialogo di Religions for Peace”, Giuseppe Calì – presidente della “Family Federation for World Peace and Unification Europa del Sud”, Rav Ariel di Porto – Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, Thenzin Khentse – Monaco Buddista di trad. tibetana e S.E. Luis Miguel Perea Castrillon – Vescovo della Chiesa Anglicana d’Europa che ha accettato un’intervista per approfondire alcuni temi d’interesse generale.

Nato a Cali in Colombia, tra i suoi incarichi spicca nel 2020 la nomina ad Ambasciatore per la Pace di UPF.
Membro della Interreligious Association for Peace and Development in Italia, Perea Castrillon dal 2021 è presidente nazionale dell’Associazione “Ramoscello di Ulivo APS-per la realizzazione integrale dell’uomo”; nel 2024 è stato nominato membro del Segretariato Generale della Confederazione Internazionale laica interreligiosa (CILI Italia) e collabora da tempo con l’associazione “Uniti per Unire” di cui recentemente ha assunto la carica di Presidente.

Eccellenza, che effetto le ha fatto parlare di cooperazione interreligiosa come fondamento per la fraternità umana, avendo alla sua destra l’Imam della Grande Moschea di Roma, Nader Akkad e alla sua sinistra il Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, Rav Ariel Di Porto?
‘’Bisogna dire che conosco Nader Akkad da molto tempo, abbiamo fatto un percorso insieme, tante esperienze condivise e abbiamo capito che se vogliamo costruire una civiltà in armonia, la cosa fondamentale è avere il coraggio di rinunciare ai propri pregiudizi perché ci sono troppi muri. La nostra società è formata da pareti altissime costruite con i mattoni della nostra insicurezza, dei nostri pregiudizi e per abbattere tutto questo è necessario venire l’uno incontro all’altro. Quindi quel giorno, il 4 Febbraio, avere l’occasione di stare col mio Fratello Imam e col mio Fratello Rabbino per me è stato in qualche modo “profetico” perché ho avuto la possibilità di alzare la voce per sottolineare che ci sono tanti punti in comune che col tempo, col dialogo e col confronto possono venire alla luce. Ma il compito di tutti noi rappresentati della Fede è moltiplicare questo messaggio di fraternità e rispetto affinché giunga alla base della società perché è là fuori che i cittadini si confrontano, per le strade’’.

Lei è Vescovo della Chiesa Anglicana, delegato della sua Provincia per curare i rapporti istituzionali, il dialogo ecumenico e interreligioso. Ci racconti allora delle sue origini, del suo cammino, delle organizzazioni con cui collabora e di cui è membro e degli ideali che muovono le sue azioni…
‘’Io sono colombiano e non pensavo assolutamente di fare il Sacerdote, avevo una vita come tanti altri ragazzi. Ma poi il Signore ha toccato fortemente la mia vita e così ho deciso di servirlo.
Ho studiato Filosofia in Colombia, alla Pontificia San Tommaso d’Aquino, ma ben presto ho realizzato che non sarei riuscito a fare il Sacerdote Cattolico Romano per evidenti conflitti con la struttura. Per un anno e mezzo circa sono rimasto comunque come missionario laico, ma in seguito, un sacerdote della diocesi dove servivo mi ha convinto a prendere una borsa di studio, ho fatto Teologia alla Pontificia Salesiana ed eccomi qui.
Tuttavia c’era sempre qualcosa che non mi “tornava” con la struttura Cattolica Romana, pur amandola, sentivo che per alcuni aspetti mi stava stretta; in seguito fortunatamente, un professore dell’università mi fece comprendere che la Chiesa era molto più grande.
Mi ha fatto conoscere prima gli Ortodossi, poi gli Anglicani, i Luterani, i Metodisti, i Battisti e insieme, arrivammo alla conclusione che per me il percorso migliore era quello anglicano. Mi presentò un arcivescovo in Inghilterra e così ho tracciato la mia strada. Voglio però sottolineare che non appartengo alla comunione Anglicana che sarebbe quella di Canterbury: io appartengo a un ramo Anglicano più ortodosso, più vicino alla Chiesa Cattolica, siamo più vicini a Roma che alla Riforma, pur essendo Anglicani appunto.
Nell’Anglicanesimo siamo “federati”, un po’ come gli Stati Uniti, siamo insieme, ma ognuno di noi ha un governo autonomo, a sé stante e poi c’è Canterbury che agisce come collante, come punto di riferimento, cerca di mantenere l’equilibrio tra tutti ma non può imporre nulla. La mia “Provincia Anglicana” è dunque, la “Orthodox Anglican Church”.’’

Il 19 Gennaio 2025 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in “Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo e la Pace” presso l’Istituto Superiore di Finanza e di Organizzazione Aziendale (Svizzera)…
‘’Si, è stata una sorpresa, insieme all’Arcivescovo di Gaeta (LT). E’ stato del tutto inaspettato, onestamente non credevo che la mia attività avesse colpito in questo modo, ma sono molto grato di questo riconoscimento. E’ stato un momento molto bello perché vivere questa esperienza con un Arcivescovo Cattolico Romano ci ha fatto sentire davvero “fratelli”. Questo ci fa realizzare concretamente che quando tu levi via ogni pregiudizio, si può camminare insieme, come una famiglia’’.

Lei è membro dell’Associazione “Uniti per Unire”…
‘’Si. Proprio ieri c’è stata un’assemblea e sono stato nominato presidente nazionale. Questa associazione è un insieme di tante espressioni di Fede, nata per volontà di un gruppo di cristiani e musulmani dopo l’11 Settembre.
Abbiamo organizzato 4-5 mila eventi in tutto il mondo per dire che “dobbiamo conoscerci”: non tutti i musulmani hanno tendenze violente, né i cristiani sono così perfetti. “Uniti per Unire” ha uno scopo preciso, ossia portare i cristiani in Moschea e i musulmani in Chiesa. Con Foad Aodi, fondatore e presidente del Movimento Internazionale “Uniti per Unire”, lavoriamo insieme da molti anni a questo progetto e facciamo convegni, eventi e incontri, anche a livello internazionale’’.

In una sua recente intervista Lei ha usato il termine “Inculturazione”, cosa intende con questa parola?
‘’…Arrivare con delicatezza alle persone e alla comunità, in punta di piedi, farsi conoscere per ciò che si è, senza mettere davanti altro; ciò permette di avvicinarsi di più alla realtà e alle comunità.
Questo modus operandi dovrebbe essere adottato a tutti i livelli e anche se può rappresentare un concetto un po’ datato, di fatto la versione 2.0 non può non passare anche tramite i social media e la quotidianità in tutte le sue sfaccettature.
Oggi le “tribù” sono urbane, i ragazzi parlano un altro linguaggio e quindi noi abbiamo bisogno di aggiornarci, questo è inculturazione’’.

Altra espressione usata da lei è stata “dialogo concreto”. Come si realizza un dialogo concreto?
‘’Eliminando tutti i pregiudizi. Questa è la prima cosa.
Sembra scontato, ma quando tu riesci a dire parliamo senza la Croce, senza la Mezzaluna, senza la Stella di Davide, significa che tu ti relazioni come essere umano, che cerchi i punti in comune e ciò che ci arricchisce come cultura perché ci sono valori che sono universali, che appartengono a tutte le espressioni di fede.
E’ chiaro però che questo lavoro per essere concreto deve tenere conto dell’esistenza di conflitti, di volontà di supremazia, della territorialità, degli schemi che ci impone la società stessa, quindi a volte, bisogna mettersi con una birra in mano a parlare con le persone.
Mi rendo conto che può essere scomodo vedere un Vescovo fare questa cosa…ma diciamo che ci hanno abituato a un Gesù troppo perfetto, non è che non lo fosse, però ci hanno abituato a questa immagine sua impeccabile, occhi verdi, alto due metri, capelli meravigliosi e perfetti, ma Egli era molto di più, ha trascorso la sua vita a interagire con la gente e io non posso immaginare che un Gesù che ha camminato tutta la mattina nel deserto, che ha avuto sete, fame e caldo, pieno di pensieri, neghi un sorso di vino a chi ne chiede un po’ e non lo chieda Egli Stesso.
Perciò, sempre con grande equilibrio, bisogna far atterrare questo messaggio perché altrimenti la società non riesce ad assorbire le parole. Possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo, tutti i convegni che desideriamo, dare cifre e statistiche, però se quando usciamo continuiamo a non guardare in faccia il fratello, allora non sto facendo nulla, solo retorica.
Il messaggio deve essere concreto anche laddove nessuno immagina che esso possa esistere’’.

Nel Suo intervento durante la conferenza del 4 Febbraio a Palazzo Giustiniani (giornata internazionale della “Fratellanza Umana”) Lei ha detto che “ci riconosciamo in ciò che ci unisce, ossia la Buona Volontà”. Cos’è la Buona Volontà? In cosa si esplica?
‘’Ci sono elementi, ci sono valori comuni a tutti come il rispetto, la vita, l’amore, la libertà ma so anche che sono valori duri, ossia che possono costare la vita. Dato che il pianeta è grande, noi dobbiamo collegarci l’uno all’altro e costituire un tessuto, come una filigrana, uno alla volta. Io non posso andare da un fratello a dirgli “convertiti”, né è giusto sentir parlare della Chiesa come una “grande Babilonia e che è la cosa peggiore dell’universo”, ma se io invece mi fermo a parlare con un individuo apparentemente ostile e mi presento come sono e cerco di capire lui com’è, questi certamente non farà convertire me e io non farò convertire lui, però sono sicuro che la prossima volta che ci troviamo non smetterà di farmi un sorriso o di allungarmi la sua mano per salutarci. Questo bisogna fare, bisogna ritrovarci “lì”, anche se è un lavoro difficile, ma insisto, bisogna farlo dalla base per lavorare per la pace’’.

Alla conferenza ha detto che parlare di “Cooperazione Religiosa” in una sala del Senato è profetico, perché?
‘’Roma è la culla della civiltà, due mila anni fa qui era tutto in fermento. L’Impero si era espanso ovunque, aveva inglobato ogni specie religiosa, ogni specie politica, colore di pelle, lingua, l’Impero aveva incontrato ogni forma di ragionare ed era riuscito a mettere tutto insieme.
E allora mi piace immaginare il Senato a quei tempi, questi uomini con la toga che camminavano per queste strade e parlavano, trasformando generazioni e generazioni in una umanità completa, plasmando i loro tempi fino al punto che oggi la nostra legge cammina su quel pensiero.
Questa è per me un’immagine potentissima. Amo molto la possibilità di parlare in questi luoghi, perché se Roma ha unito secoli e secoli fa gente diversa e lontana allora vuol dire che si può fare, si deve provare a unire.
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: Roma è troppo bella ma anche troppo scontata.
Parliamo sempre di ciò che fa il sindaco, della buca in strada, della spazzatura, dello sciopero e ci dimentichiamo che ognuno di noi oggi è quello che è stato un tempo. E’ talmente tutto uguale… a quei tempi si parlava di schiavi, c’erano gli schiavi, oggi ti fanno lavorare dalle 8 del mattino alle 18 per uno salario di miseria e quindi, sei schiavo ancora, gli schiavi ci sono ancora, come nell’antica Roma, solo che non lo sai, credi di essere stipendiato.
Perciò quando si ha la possibilità di stare in posti del genere come in Senato, bisogna prendere consapevolezza che quello che tu dici deve far pensare. Questo è importante e molto potente’’.

Lei ha affermato che “oggi si può e si deve parlare agli uomini” ossia, “non ci si rivolge più a una bandiera, a una Croce, a una Stella di David o a una Mezzaluna, non ci rivolgiamo più a questi limiti”, ma è “l’uno” che conta, la decisione di un singolo, anche uno chiunque e ha riportato l’esempio della reazione di un messicano negli Usa…ci parlerebbe di questo episodio…?
‘’Lo sappiamo tutti che Trump da quando è stato rieletto Presidente, è tornato a cavalcare l’argomento dell’immigrazione e ha preso di mira in special modo i latino americani.
Moltissime persone sono state mandate via. E’ intervenuto in base alla nazionalità, per esempio, ha riempito un aereo militare con gente del Brasile, trattando queste persone come se fossero animali, con le catene alle mani e ai piedi. Neanche a Guantanamo scene simili.
E il Brasile non ha fiatato, il Paese se l’è riprese così come sono state inviate.
Trump ha usato “stessa cortesia” con diverse nazioni del Sud America, ma quando si è trattato dei Colombiani e io sono colombiano, quindi lo dico con orgoglio, il Presidente del mio Paese si è opposto, dicendo agli Usa che non stavano inviando mucche, ma cittadini da trattare con rispetto e che quindi, non li avrebbe fatti atterrare.
Ha così inviato il suo aereo presidenziale riportando in patria lui stesso i suoi concittadini. Trump ha risposto mettendo il 50% di tasse sui prodotti provenienti dalla Colombia, ma il 75% del caffè che si beve negli Usa proviene dal mio Paese e quindi il Presidente ha dovuto fare un passo indietro.
Questo per dimostrare che la forza di uno ha fatto suonare il campanello, perché poi il Messico ha seguito la Colombia, così il Canada e tutto di un colpo, la volontà di un uomo ha scosso altre tre nazioni.
Ciò dal punto di vista dell’autorità.
Da un punto di vista “cittadino” invece possiamo parlare di un influencer messicano particolarmente attivo, “Gregoryreactz”, che ha dichiarato sui social che il 33% dell’economia Usa sta sulle spalle dei latino americani, quindi ha invitato le persone a non andare a lavoro per un giorno, poi per tre giorni e di fatto l’economia ne ha risentito.
Come se in Italia i braccianti si fermassero e scioperassero.
Certo qui non succede, ma lì hanno avuto il coraggio di farlo. Ha poi anche incitato le persone a non andare a fare la spesa nelle grandi catene di supermercati, a non consumare cibi del McDonald’s e della Coca Cola (i messicani bevono litri e litri di coca cola a pasto) in quanto queste stesse catene avevano passato i nominativi dei lavoratori immigrati alle autorità competenti ed è finita che la coca cola di 3 litri è passata da 9 Dollari a 1 Dollaro e mezzo.
Se un uomo solo ha possibilità di un impatto positivo, allora esso può diventare contagioso. Non è una questione d’età, troppo piccolo o troppo vecchio, semmai è invece una questione di pigrizia. Bisogna dare il passo, anche una persona può farlo, una qualsiasi’’.

Lei ha affermato che noi dobbiamo guardare al singolo e non all’autorità, a quelle madri, a quei figli che subiscono le guerre e le bombe…ma le autorità dicono che…fanno le guerre per difendere il popolo e il territorio…
‘’La guerra è sempre stata una sconfitta per l’umanità, qualsiasi sia la causa, la guerra è una sconfitta. Noi ci perdiamo a commentare ciò che dice Trump, ciò che afferma Putin, le posizioni di Zelensky e guardiamo i grandi capi per parlare di cifre, di spese, dimenticandoci delle cose concrete.
Stamani per esempio mi sono svegliato con la notizia di due bambini ebrei uccisi, strangolati a mani nude. Quindi tu lì non puoi più parlare di statistiche, che contano per i libri.
Se non abbiamo empatia, se solo i governanti vengono considerati responsabili e se noi cittadini non ci prendiamo le nostre responsabilità, nulla cambierà mai. Ognuno di noi ha il potere di cambiare, in quanto abbiamo la possibilità di fare tanto bene, ma anche tanto, tanto danno. La cosa peggiore è essere inerti, se tu non ti fai toccare da queste cose, sei peggio di un terrorista’’.

Il Vaticano auspica per il conflitto Israelo-Palestinese una soluzione “due popoli e due Stati”, negli Usa 350 Rabbini hanno firmato un appello per dire “No alla pulizia etnica dei palestinesi di Gaza” chiesta da Trump: la Chiesa Anglicana si è espressa sull’intenzione lanciata da Trump e appoggiata con esultanza dal premier israeliano Benjamin Netanyahu?
‘’Ogni azione violenta è una sconfitta per l’uomo, noi non siamo d’accordo con nessuna espressione di violenza. Sentiamo profondamente che l’umanità va avanti se c’è rispetto l’uno per l’altro.
Noi anglicani abbiamo un modello, Desmond Tutu, arcivescovo anglicano e attivista sudafricano che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1984, che ha detto no all’apartheid e no alla pulizia etnica. Non sono concepibili in alcun modo né una pulizia etnica, né alcuna forma di schiavitù, che invece è quello che stanno dimostrando di volere’’.

Il 4 Febbraio ha citato uno studio secondo il quale tra venti anni ci sarà la prima comunità su Marte autosufficiente e ha poi commentato che qui sulla nostra Terra non sappiamo né conservare la vita, né l’acqua, né le risorse di cui disponiamo. Dal Medio Oriente, all’Africa al Sud America assistiamo a fenomeni di emigrazioni di massa causati da guerre, instabilità, carestie e mancanza di acqua…cosa direbbe alla Comunità Europea e agli Usa per cercare di governare i flussi migratori?
‘’La società ha puntato troppo su risorse che non sono rinnovabili a costo di sacrificare il pianeta, le risorse idriche, a costo di sacrificare l’Amazzonia: ogni minuto ettari di foresta grandi come un campo da calcio, scompaiono. Arriverà quindi un momento in cui la speranza dell’uomo non sarà più quella di avere un lavoro, una sorta di benessere oppure dove trovare altro petrolio, ma dove trovare acqua, zone verdi.
Per cui per combattere il fenomeno migratorio è necessario che cambi l’economia; bisogna puntare a un’economia che abbia rispetto del creato, non è neanche più sufficiente che sia sostenibile.
Se il 10% di debito di ogni Paese venisse investito nella cura idrogeologica perché serve l’acqua o in altro di utile, allora con molta pazienza la situazione andrebbe a risanarsi; invece no, si pensa solo ai soldi.
E quante sono le famiglie che oggi gestiscono la ricchezza mondiale? 100? Forse molte meno.
E sono quelle che poi saliranno sulle navicelle spaziali di Elon Musk verso Marte. Allora davanti a una Tequila, io a questi grandi direi che la Banca Mondiale deve smetterla di pretendere solo soldi, ma ha l’obbligo d’impegnarsi affinché parte dei debiti venga destinata a un serio impegno per il pianeta.

Capitolo IA, Intelligenza Artificiale. Nella nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, “Antiqua et Nova” messa recentemente a punto dal Dicastero per la Dottrina della Fede e dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione, approvata il 14 Gennaio 2025 dal Santo Padre, si riflette in maniera assolutamente approfondita sulla nozione d’intelligenza umana, facendo un’ampia considerazione sulla cosiddetta “intelligenza artificiale”. Al capitolo III, intitolato “L’intelligenza nella tradizione filosofica e teologica”, si dice che nella tradizione Classica, il concetto d’intelligenza è spesso declinato nei termini complementari di “Ragione” (“Ratio”) e “Intelletto” (“Intellectus”). Non si tratta di facoltà separate, ma come spiega San Tommaso d’Aquino, di due modi di operare della medesima intelligenza: “il termine intelletto è desunto dall’intima penetrazione della verità; mentre ragione deriva dalla ricerca e dal processo discorsivo”.
Insieme, intelletto e ragione costituiscono i due risvolti dell’unico atto “dell’intelligere”, “operazione dell’uomo in quanto uomo”. Infine, Papa Francesco afferma che per salvare l’uomo c’è bisogno di amore e poesia.
Eccellenza, che differenza c’è tra l’uomo e la cosiddetta “intelligenza artificiale”?

‘’La cosa che ci rende unici in questo universo è la capacità di amare, la capacità di essere empatici. L’intelligenza artificiale non è in grado di arrivare a tanto, ancora. Essa è un insieme di algoritmi che si muovono e ti danno una risposta in funzione a ciò che si chiede.
L’uomo, è mosso dal cuore e dalla ragione, ma l’amore è superiore. Questo ci rende unici e ci dà speranza. L’IA è una cosa meccanica, un facsimile che copia l’uomo.
Ma qui subentra anche la nostra responsabilità: si parla dei ragazzi, di quanto sono avanti con le reti sociali, con la tecnologia e che noi adulti dobbiamo aggiornarci per stare al passo, ma io dico no, che ad esempio l’Italia in realtà non è affatto un paese all’avanguardia con la tecnologia in generale e in particolare, non lo è se guardiamo a cosa i ragazzi fanno con essa.
Vanno di moda delle sciocchezze terribili per delle visualizzazioni in più e questo non è stare avanti ma diventare cavernicoli, tornare indietro.
Tra dieci anni quelli che sono oggi i nostri ragazzi, prenderanno loro le decisioni per noi e se pensano ancora di voler fare il calciatore, la velina, l’influencer o guardano modelli riprovevoli, la speranza di stare avanti è molto lontana.
Quindi il nostro compito è di non imporci, ma di essere lì, perché se i ragazzi oggi hanno questi padroni suggeriti dalle reti sociali, dall’intelligenza artificiale, dagli algoritmi, dai filtri, tendono a prendere decisioni avendo come base questo.
Quindi noi dobbiamo essere lì, ispirare loro fiducia, affinché sappiano che possono rivolgersi a noi prima di fare una loro scelta. Questo condiziona non il futuro della nostra società ma il presente.
Noi dobbiamo trovare un linguaggio nuovo per interfacciarci in questa realtà’’.

”Tantum Religio Potuit Suadere Malorum” - “la religione (superstizione cieca, cieco fanatismo) potè persuadere a mali così grandi”) – affermava Lucrezio nel “De Rerum Natura”: in Medio Oriente in particolare, la Religione è parte del problema o parte della soluzione?
‘’Nel Medio Oriente? In questo pianeta. Abbiamo visto ogni genere di conflitto, Irlandesi uccisi da Protestanti, abbiamo visto musulmani fondamentalisti uccidere, abbiamo visto queste sette causare suicidi di massa, abbiamo visto queste comunità pentecostali che offrono la salvezza con la morte.
La Religione intesa in questo modo è sempre negativa. In Medio Oriente, il problema non è la fede, ma la non conoscenza: ci può sembrare, da ciò che ci arriva con la tv e coi giornali, che i musulmani siano tutti ferrati sulla propria religione, ma io ho molti dubbi che sia così.
La massa non differisce da un qualsiasi cattolico medio e la conoscenza delle Scritture è sullo stesso livello; per cui cosa può succedere?
Molti possono imparare quattro versi del Corano e su questo basano tutto il loro comportamento. La differenza però, è che i fondamentalisti sono pronti a farsi uccidere per questa cosa. Quando inoltre, vivi in un Paese che non è il tuo, devi rispettare le regole dello Stato in cui sei.
Quindi mi sento di dire che anche tra loro servono più formazione, più cultura e più consapevolezza. Nel rispetto c’è posto per tutti. Il progetto “Uniti per Unire” è questo, cerca questo, ma sono anche i leader, i capi di stato, gli Imam che devono aprirsi per permettere che sia l’armonia a guidare le azioni’’.

Ma gli Israeliani si comportano in modo differente dai musulmani?
‘’Al di là di ogni racconto romantico che si possa fare, abbiamo la responsabilità di essere obiettivi; per molti di noi è molto comodo non toccare l’argomento, ma oggi anche noi Ministri di Dio dobbiamo confrontarci con quello che sta accadendo in Medio Oriente, non possiamo voltarci dall’altra parte perché addirittura nella stessa liturgia ci sono dei passi significativi.
Stiamo parlando di un popolo che ha sofferto moltissimo, che ha dovuto affrontare numerose e dolorose prove, ma appunto, a maggior ragione e proprio per questo, ce ne vuole di coraggio per affermare di voler cancellare dalla faccia della terra un popolo e, ce ne vuole per farlo’’.

Quindi possiamo dire che la religione è parte della soluzione se lascia spazio alle istituzioni che hanno il dovere di fare la loro parte?
‘’Lo Stato ha l’obbligo di governare le cose, di dare ordine, modelli e percorsi, però la responsabilità è anche nostra perché il messaggio deve arrivare alla base, al fratello, a tutti e anche al sacerdote che deve aiutare il bisognoso e non stare chiuso in una chiesa ad aspettare che la gente vada a trovarlo; è troppo comodo lasciare tutta la responsabilità alla politica, anche noi dobbiamo agire, lavorare affinché il messaggio si moltiplichi e si diffonda; questo si può e si deve fare, uno alla volta. Serve tempo, ma bisogna farlo’’.




Ilaria Parpaglioni
 
  


 
Esercito: gli Alpini conducono test a climi artici a Bolzano
Tra le attività anche un protocollo di valutazione delle funzioni cognitive dei...
Il generale Iannucci a Gibuti e Mogadiscio
Il comandante Operativo di Vertice Interforze sulla cooperazione e sicurezza nel...
L'Artiglieria a Monte Romano
Allestito un posto Comando di Brigata di artiglieria per la gestione del fuoco...
  Notizie dal Mondo
11-03-2025 - The PKK has taken only one step by declaring a ceasefire following imprisoned PKK leader Abdullah Ocalan's message...
06-03-2025 - I paracadutisti del 183° Reggimento "Nembo" dell'Esercito Italiano, impegnati nell’ambito dell’operazione...
01-03-2025 - Nessuno si attenda che voglia giudicare chi dei due fra il biondazzone arrogante o il felpato ex (?)-attore...
01-03-2025 - ‘’Rivolgo l'appello al disarmo e accetto la responsabilità storica di questo appello. Non è stato costretto...
01-03-2025 - “Che si tratti del 3% o anche del 10% del Pil, l'aumento della spesa militare non proteggerà Taiwan che,...
27-02-2025 - Rohde & Schwarz and ELT Group signed a contract to provide EW systems for the German Navy’s F124 project...
Rubriche
L’arte e la scienza si incontrano per dare vita a scenari futuri inediti e stimolanti,...
“Porto a voi tutti i saluti dei miei concittadini, ritornare a Messina per la seconda...
Con grande interesse e piacere (e curiosità) intraprendo la lettura dell’ultimo libro...
A Messina. con un cerimoniale ricco di impegni militari, culturali e benefici è stata celebrata...
“Chiediamo al Governo maggiore attenzione a quelle realtà che rendono il Made in Italy...
Anche quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze...
Sabato, 8 febbraio scorso, in piazza del Popola a Roma si è celebrato il ‘’Giubileo...