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Taiwan, paese dei semiconduttori è una ''polveriera''?
Ne parla il generale Giuseppe Morabito, sottolineando che Pechino insiste con le minacce…ma anche Trump
01-03-2025 - “Che si tratti del 3% o anche del 10% del Pil, l'aumento della spesa militare non proteggerà Taiwan che, al contrario, si trasformerà in una "polveriera”. Questa è la non velata minaccia di Zhu Fenglian, portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan del governo della Cina Popolare che ha commentato l'annuncio in cui il presidente taiwanese William Lai ha reso noto che intende aumentare il “budget della difesa” del suo paese a oltre il 3% del Pil.
Lo stesso Zhu ha aggiunto che: “Le autorità del Partito democratico progressista (la forza politica a cui appartiene il Presidente Lai) aderiscono convinti alla loro posizione separatista sull'indipendenza della repubblica di Cina-Taiwan e cercano l'indipendenza con l'aumento delle spese per le forze armate e affidandosi a forze esterne. Seguono ciecamente le potenze straniere e sono disposte a sperperare i soldi guadagnati duramente dai residenti di Taiwan per pagare le cosiddette tasse di protezione”.

Queste minacce della Cina Popolare seguono, di fatto, le dichiarazioni del Presidente americano Donald Trump secondo cui Taiwan avrebbe sottratto agli Stati Uniti il business dei semiconduttori e che lui è intenzionato a riportarlo a casa. Tali preoccupazioni sarebbero connesse all’ipotesi che TSMS (Taiwan semiconductor manifacturing, il leader mondiale dei produttori di chip a contratto) diventi, con il Presidente Trump, "USSMC".
Certamente i timori vengono prospettati in rapida crescita all'interno dell'isola, retta da un governo democratico. Pechino cerca di far passare il messaggio che i governanti di Taiwan: “hanno tradito gli interessi e il benessere dei taiwanesi e dovrebbero vergognarsi di svendere Taiwan”.

Per il governo di Taipei le dichiarazioni della portavoce di Pechino rappresentano solamente un'ulteriore escalation retorica nei confronti di Taiwan. L'accusa secondo cui l'isola diventerebbe una "polveriera" a causa dell'aumento del budget per la difesa non solo è infondata, ma ignora deliberatamente la realtà delle crescenti minacce militari provenienti dalla Cina Popolare stessa.
È logico che la Repubblica di Cina-Taiwan, come ogni nazione sovrana e democratica, abbia il diritto di proteggere il proprio territorio e la propria popolazione. L'aumento della spesa militare, che potrebbe superare il 3% del PIL, è una risposta necessaria alle continue provocazioni di Pechino in cui vanno inclusi sia l'invio di aerei sia di navi militari nelle acque vicine all'isola. È chiaro a tutti che Taiwan è un Paese affidabile e responsabile, la cui missione, in termini di difesa, è quella di salvaguardare la stabilità dello Stretto di Taiwan e della regione Indo-Pacifica.

L'industria dei Semiconduttori: rimane un “Pilastro dell'Economia Globale” taiwanese e le insinuazioni sul controllo statunitense della Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) sarebbero prive di fondamento per Taipei. TSMC rimane una società indipendente, strategicamente fondamentale per la catena di approvvigionamento globale dei semiconduttori. Il governo taiwanese continua a operare secondo i principi del libero mercato, e qualsiasi affermazione contraria riflette l’ennesimo tentativo di Pechino di manipolare la narrazione internazionale.

In particolare, è noto che un impianto di produzione su larga scala di microchip sia a Dresda, in Germania.
Si tratta della ESMC (European Semiconductor Manufacturing Company) una joint venture tra Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), Bosch, Infineon e NXP. 

Inaugurato, il 20 agosto 2024, alla presenza della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il sito verrà sostenuto da un aiuto di Stato tedesco di 5 miliardi di euro e, per ora, unico nel suo genere, fornirà chip ad alte prestazioni.
È risaputo che tutte dichiarazioni della Cina Popolare mirano chiaramente a destabilizzare la democrazia di Taiwan e a creare divisioni interne. Tuttavia, l'isola ha dimostrato più volte di essere “resiliente”, con un governo democraticamente eletto che lavora per il bene della propria popolazione.

Giuseppe Morabito
 
  


 
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