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16-09-2024 - Ci vuole un occhio un po’ esperto, però passeggiando intorno ai palazzi del potere romano non è difficile mettere a fuoco un mondo che orbita in quelle strade alla ricerca di incontri più o meno fortuiti, di approcci, contatti o semplicemente alla ricerca di target di opportunità utili ad agganciare il potere, piccolo o grande che sia.
È la declinazione deteriore, marcia, del lobbismo italiano che, privo di regole, si organizza nelle forme più disparate e che riguarda indistintamente il mondo maschile e quello femminile.

A questo mondo sembra appartenere la signora Maria Rosaria Boccia.
Fin qui nulla di nuovo. Ciò che invece merita una riflessione è l’approccio con cui il mondo politico e mediatico ha affrontato la questione, un approccio per cui gli occhi di tutti sono stati indirizzati sul dito e non sulla luna.
In questo mondo di simil lobbisti infatti, si nascondono certamente non poche insidie la cui pericolosità non è stata per nulla evocata o è stata appena sfiorata nel tormentone nostrano di fine estate.
Si è fatto riferimento a documenti riservati, impossibili da reperire in un Ministero quale quello della Cultura pensando evidentemente alla sola e sempre più inconsistente tutela del segreto di Stato, mentre altri sono i pericoli provenienti spesso da paesi amici e non da quelli da cui in maniera tradizionale si ritiene di doversi difendere.
Due esempi che conosco bene chiariranno meglio.

Agli inizi degli anni duemila era in via di ufficializzazione l’acquisto da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri di un elicottero francese per dotarne la flotta di Stato. Un provvedimento inspiegabile, assurdo, che avrebbe provocato un danno di immagine irreparabile al nostro paese, visto che esso disponeva dell’industria leader mondiale del settore ed in particolare dell’elicottero giusto, lo stesso che aveva vinto la gara bandita dal Pentagono per le esigenze di mobilità del presidente degli Stati Uniti.
Il Presidente Berlusconi, scoperto l’inganno, andò su tutte le furie, sospese la procedura di acquisto, dispose l’attivazione di alcuni controlli interni volti ad evitare ulteriori inconvenienti, e fini’ così.
Ma chi era arrivato all’ufficio preposto all’istruzione della pratica di acquisto, quale strana manina si era inserita nel percorso amministrativo?

Qualcosa di simile era successo pochi mesi prima al Ministero dell’Agricoltura.
Erano appena state stanziate risorse piuttosto cospicue da destinare ad una nuova flotta di elicotteri antincendio, e gli uffici del ministero, dopo una serie di accurate riunioni tecniche, avevano redatto un robusto capitolato su cui incardinare il bando di gara.
Ad un certo punto, misteriosamente, il capitolato tecnico venne sostituito da uno scarno documento che identificò tutt’altra macchina rispetto a quella prevista dal capitolato, una macchina le cui caratteristiche erano così specifiche da individuare, in via quasi esclusiva, una ben definita società costruttrice, lasciando ancora una volta fuori l’industria nazionale, anche in questo caso attrezzata con una vasta gamma di prodotti di eccellenza.
Venutone a conoscenza, il Presidente del Consiglio ne chiese ragione al Ministro dell’epoca, il quale non solo non intervenne per rimettere le cose a posto, ma non ritenne neppure di dare riscontro alla lettera del Presidente.
Ed anche in questo caso qualcuno agì nell’ombra, non si sa se per finalità di ordinario malaffare “interno” o se per infiltrazione di soggetti pilotati da fuori confine.

Sono solo due episodi rispetto ed una casistica de relato molto ricca, tanto evidente da far sperare vivamente che un giorno o l’altro il cosiddetto giornalismo investigativo, sospendendo per un po’ la caccia ai cretini vestiti di nero, si voglia occupare seriamente della questione, portando allo scoperto questo mondo di faccendieri, dai perditempo ai cacciatori di affari, dagli arrampicatori sociali a coloro che operano su commissione, ipotesi quest’ultima tutt’altro che infondata, considerata l’aggressività indecorosa e senza ritegno di qualche paese che non esita a ricorrere ad ogni mezzo pur di penetrare il mondo delle istituzioni, della politica, quello industriale e così via.
La si smetta pertanto di rubricare come gossip o rappresentazioni del tragicomico ciò che invece potrebbe appartenere ad un sistema che in un altro paese si chiamerebbe lobbistico ma che da noi assume le forme più variopinte, ma non per questo da archiviare nei talk show o nella cronaca di infimo rango.

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