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Elezioni in Kosovo e crisi in Serbia
''Non va dimenticata l’area balcanica dove il fuoco cova sotto la cenere''… osserva il generale Morabito
14-02-2025 - Alle recentissime elezioni parlamentari in Kosovo, Vetëvendosje, il partito del primo ministro Kurti, ha ottenuto il maggior numero di voti, ma non è riuscito a raggiungere la maggioranza necessaria per formare un governo autonomo.
Secondo i risultati, viene riportato che il partito al potere avrebbe ottenuto circa il 41% dei voti. Quattro anni fa vinse con il 50%, il miglior risultato per una singola lista dalla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
Il Partito Democratico del Kosovo (PDK), all’opposizione, avrebbe ottenuto circa il 22% dei voti, mentre la Lega Democratica del Kosovo (LDK) avrebbe ottenuto quasi il 18%. L'Alleanza per il futuro del Kosovo (AAK) e Nisma, una coalizione guidata dagli ex comandanti dell’Esercito di liberazione del Kosovo Haradinaj e Limaj, avrebbe ricevuto il 7,65% dei consensi.
Nonostante i risultati, Kurti ha reso noto che avrebbe intenzione di restare, per il terzo mandato, quale Primo Ministro del Kosovo. In particolare, festeggiando quella che ha dichiarato sia una vittoria, ha detto che: “Siamo al primo posto e questa è una conferma del buon governo democratico che ha portato avanti il ​​paese e il popolo di Vetëvendosje ha vinto”.
Contemporaneamente, però, anche l'opposizione ha dichiarato vittoria.
Il leader dell'AAK, Haradinaj, ha affermato che “l'opposizione ha vinto” e che è pronto a prendere parte alla formazione di un nuovo governo. Come se non bastasse ad aumentare la confusione politica, Abdixhiku, leader della Lega democratica del Kosovo (LDK), ha affermato di assumersi la piena responsabilità dei risultati elettorali del suo partito e di rispondere nei confronti dei suoi elettori.
Lo stesso ha dichiarato che: “Anche se abbiamo migliorato significativamente i nostri risultati rispetto alle elezioni precedenti, questo per noi non è ancora sufficiente. Dato che questa volta gli elettori non mi hanno visto come primo ministro, non ho problemi a rimanere all’opposizione nella prossima legislatura”.

La formazione di un governo in Kosovo richiede più di 60 seggi in un parlamento composto da 120 membri, di cui, va ricordato, 10 seggi sono riservati alla comunità serba e altri 10 alle altre minoranze etniche. Nello specifico, la Lista serba, che gode dell'appoggio di Belgrado, ha annunciato di essersi aggiudicata tutti i 10 seggi disponibili e tale risultato lo ha reso noto proprio il presidente serbo Aleksandar Vučić in una sua dichiarazione sul voto in Kosovo..
Va tenuto ben presente che il Kosovo, poco più di 10mila kmq, circa come il nostro Abruzzo, che confina con Serbia, Albania, Nord Macedonia e Montenegro, rimane di assoluta importanza e centralità geopolitica per il nostro paese.
Tale considerazione negli anni non è mai calata e l’attuale Comandante della missione NATO tesa, da più di 25 anni, a mantenere la stabilità nel paese è italiano.
Il generale di Divisione Enrico Barduani è il 14mo Generale italiano al comando della missione e il 29mo da quando KFOR fu istituita nel 1999. Il nostro Esercito ha impegnato in tale compito di grande responsabilità (circa il 50% in totale) il meglio disponibile nei quadri dei suoi Comandanti. La situazione nel Kossovo è quindi dell’attenzione del nostro governo cosi come quella nella Repubblica di Serbia.
È importante sottolineare che negli ultimi tre mesi in tutta la Serbia sono continuate proteste su larga scala da parte di studenti e cittadini. Il crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad, una tragedia che ha causato la morte di 15 persone, si è trasformata nella più grave crisi politica da quando il Partito progressista serbo (SNS) e Vučić sono saliti al potere.

Il movimento studentesco ha cominciato a prendere forma alla fine di novembre, quando gli studenti della Facoltà di Arti Drammatiche di Belgrado hanno avviato il blocco della loro facoltà. Questa azione ha fatto seguito a un incidente in cui sarebbero stati aggrediti degli studenti durante una protesta di strada per commemorare le vittime di Novi Sad. Ben presto, gli studenti delle principali università serbe si sono uniti al movimento, espandendo il blocco universitario, che rimane ancora in corso.

Tra le preoccupazioni diffuse per la negligenza istituzionale nella ricostruzione della stazione ferroviaria di Novi Sad, gli studenti hanno chiesto la massima trasparenza su tutti i documenti relativi al progetto. Hanno anche chiesto che, una volta individuati, i responsabili degli attacchi contro gli studenti a partire da novembre siano chiamati a rispondere delle loro responsabilità.
Il sostegno pubblico al movimento si è diffuso rapidamente a livello nazionale, con vari gruppi sociali (agricoltori, insegnanti, avvocati e associazioni mediche) che hanno espresso la loro solidarietà. Le proteste sono diventate le più grandi manifestazioni in Serbia dalla caduta di Slobodan Milošević, con grandi raduni che si sono svolti a Novi Sad e Belgrado in più occasioni.
Purtroppo, nonostante i tentativi delle autorità di placare le proteste soddisfacendo parzialmente le richieste degli studenti, questi sforzi si sono rivelati infruttuosi.

Negli ultimi tre mesi la crescente pressione da parte di studenti e cittadini ha portato alle dimissioni dei due ministri responsabili delle infrastrutture e dell'edilizia, Momirović e Vesić. Anche il primo ministro serbo Vučević si è dimesso in seguito a un'aggressione, da parte di membri violenti del suo partito. a una studentessa nella cittadina di Novi Sad.
Da sottolineare che nessuna di queste dimissioni è riuscita a disinnescare le proteste, e molti ritengono che la risposta del governo sia arrivata troppo tardi. La risposta del governo potrebbe essere, quindi, il ritorno al voto ma questa ipotesi viene interpretata dagli studenti come un tentativo di scampare alle proteste.
In tale quadro, gli studenti stanno ora pianificando una massiccia manifestazione in occasione della Giornata dello Stato della Serbia, il 15 febbraio, una data storicamente significativa che segna la prima rivolta serba nel 1804 e l’adozione della prima costituzione del paese nel 1835. In preparazione, un gran numero di studenti delle università di Belgrado, Niš e Novi Sad sta marciando, in modo simbolico, verso Kragujevac, dove avrà luogo la celebrazione.
Gli esperti dell’area ritengono che la Serbia stia attraversando una prolungata crisi democratica e che ogni evento importante possa scatenare disordini politici e proteste e la ragione per cui queste proteste hanno acquisito tale slancio sarebbe la dichiarata, da chi protesta, mancanza di responsabilità politica in Serbia negli ultimi dieci anni. Il crollo della pensilina della stazione ferroviaria sarebbe stato semplicemente una tragedia troppo grande perché i cittadini potessero accettarla senza una seria reazione.
In sintesi, sembrerebbe che le proteste di massa siano conseguenza prolungata assenza di responsabilità politica.
L’attenzione del mondo è rivolta a Ucraina e Israele ma non bisogna dimenticare i Balcani e la loro stabilità.
Gli eventi in Kosovo e Serbia sono importanti ed è assolutamente necessario evitare che si ripropongano attriti e rivalità che non sono del tutto sopiti.






Giuseppe Morabito
 
  


 
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