Un faro per le donne di Kabul
Zonta contro l’apartheid di genere in Afghanistan: vicino alle donne afghane usando l’arte come veicolo
fotografie di: B. Bortolan
01-12-2021 - A seguito dell’attuale tragica situazione delle donne afghane, dopo la ripresa del governo da parte dei talebani, Zonta Roma Capitolium ha voluto testimoniare la propria vicinanza alle donne del Paese degli aquiloni mediante un evento “Un faro per le donne di Kabul”, curato dalla vicepresidente del Club, avv. Carmen Tiziana De Angelis, con la collaborazione delle socie, in particolare della presidente Graziella Maria Ida Coppa.
Il loro motto: combattere il nemico principe che è la rassegnazione!
L’incontro è avvenuto al Cinema Caravaggio di Roma ove era in programma la proiezione del film “The Orfanage” ideato e diretto dalla regista afghana Sharhbanoo Sadat, dallo scorso agosto rifugiata ad Amburgo con la propria famiglia.
Ospiti della serata, ad offrire il proprio contributo al tema della situazione delle donne in Afghanistan, erano l’onorevole Carla Ruocco, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con un messaggio del ministro degli esteri Luigi Di Maio e la giornalista Maria Clara Mussa, direttrice del web Magazine Cybernaua.it InformAction magazine, più volte inviata in Afghanistan per seguire le attività del contingente internazionale ed in contatto con donne afghane.
Dopo il saluto della presidente, De Angelis ha dato il via all’evento introducendo il tema: “Infinite grazie a tutti voi presenti a agli sponsor che hanno consentito a Zonta Roma Capitolium di organizzare questa serata “un Faro per le donne di Kabul” e la raccolta fondi per la campagna internazionale B[Zonta dice no alla violenza contro le donne con la quale abbiamo voluto anche noi celebrare la settimana dedicata a questa campagna. Prima di passare la parola alla protagonista della serata, la signora Sharhbanoo Sadat, e agli ospiti speciali On. Carla Ruocco e dr.ssa Maria Clara Mussa, vorrei insieme a voi tutti riflettere su quanto ha ispirato questo evento.
Sicuramente il sentimento di “indignazione” che voi tutti avete provato per quanto accaduto ad agosto a Kabul e quanto ancora sta accadendo e lo sdegno per come quei fatti testimoniano senza pericolo di errore “l’apartheid di genere” decretato ai danni delle donne in Aghanistan; ma anche il desiderio di reagire in qualche modo, di non restare indifferenti, di non lasciarsi sopraffare dall’impotenza a cui ci induce la complessità del mondo contemporaneo.
Come? Accendendo appunto un faro: “un faro per le donne di Kabul”.
L’obiettivo che noi del club Zonta Roma Capitolium ci auguriamo si possa raggiungere, mercé la collaborazione di tutti coloro che vorranno unirsi a noi, sarà quello di mantenere acceso il Faro che questa sera si è voluto accendere, fino a quando a tutte le donne afghane non sarà consentito di valere e di essere considerate al pari degli uomini, fintanto che anche alle donne afghane non saranno garantiti i diritti umani riconosciuti dalle risoluzioni internazionali e valevoli per i popoli di tutto il mondo e per i quali da sempre uomini e donne si battono.
Il veicolo scelto dallo Zonta Club Roma Capitolium è l’arte, perché crediamo nel suo linguaggio universale che consentirà di non dimenticare di tenere sempre viva la memoria su quanto ingiustamente si sta consumando ai danni delle donne afghane che ci chiedono aiuto".
L'intento della vice presidente De Angelis è quello di proseguire nel progetto "Un faro per le donne di Kabul", riproponendo in varie occasioni l'intenzione di mantenere alta la volontà di essere solidali con le donne afghane: "A loro e alla speranza di riuscire ad aiutarle è dedicata la serata e all’artista Sharhbanoo Sadat l’onere e l’onore di intraprendere per prima questo viaggio”.
Intervistata dall’interprete, la regista Sharhbanoo Sadat, 31 anni, ha raccontato le proprie esperienze in campo artistico, descrivendo come sia stata avviata la realizzazione del film e del lavoro che esso ha richiesto, intercalando quadri affini alla realtà e scene ispirate allo stile di Bollywood.
“Non sono un’attivista ma una regista che lotta per un Afghanistan libero” ha detto Shahrbanoo Sadat “L'Afghanistan è la mia identità. Sto cercando una vera immagine dell'Afghanistan. Qualcosa come "Afghan Films" come se avessimo un cinema afghano”.
La sua opera prima, “Wolf and Sheep”, presentato nel 2016 al Festival di Cannes, aveva vinto nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, inaugurando un viaggio nell’Afghanistan di ieri, di oggi e di domani.
Terminati gli applausi alla giovane regista, dopo l’intervento dell’onorevole Ruocco che ha portato i saluti di Di Maio ed alcune osservazioni che il ministro ha voluto inviare con un messaggio, è stato toccato il tema della situazione attuale delle donne in Afghanistan dalla giornalista Mussa, che ha descritto in sintesi come il governo dei talebani, instauratosi nel mese di agosto, abbia già stravolto le piccole conquiste delle donne in fatto di libertà ed acquisizione dei propri diritti, ottenute negli ultimi vent’anni in cui la NATO è stata presente nel Paese.
Ora le imposizioni dei talebani impediscono alle donne di lavorare, di muoversi in modo autonomo, di frequentare la scuola, di portare gioielli, con il pericolo di essere uccise.
Mussa ha evidenziato l’aiuto importante da parte della Difesa italiana, sia nei venti anni di missione a sostegno della popolazione, sia nell’organizzare il ponte aereo che nel mese di agosto, con l’operazione “Aquila Omnia” ha portato in salvo circa 5mila afghani, bambini, donne, famiglie intere dei collaboratori delle forze armate italiane in Afghanistan.
//www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=9715
E, notizia dell’ultima ora, la ulteriore realizzazione, da pochi giorni, di un nuovo ponte aereo, utilizzando aerei civili, per andare a recuperare altre famiglie afghane che hanno oltrepassato i confini del proprio Paese fuggendo in Pakistan o in Iran o in Turchia, Paesi limitrofi ove le famiglie afghane saranno recuperate grazie all’operazione “Aquila Omnia bis”.
Inoltre, ha raccontato di come sia riuscita, tramite amicizie in un Paese confinante con l’Afghanistan, di far fuggire una donna con i suoi tre bambini, rifugiata in salvo ora a Toronto, in Canada.
Nel suo video messaggio trasmesso per l'occasione, la sottosegretaria alla Difesa, Stefania Pucciarelli: “Plaudo a questa iniziativa attraverso la quale – con la forza penetrante della settima arte – la regista Shahrbanoo Sadat, afghana ella stessa, ci porta all’interno di un diretto e accattivante racconto sulle condizioni della femminilità in Afghanistan, donne e ragazze che vivono una vita difficile e con diritti calpestati. Un racconto rafforzato dal lavoro sul campo della giornalista Maria Clara Mussa che da venti anni fa l’inviata nelle aree di crisi ove operano in proiezione avanzata i nostri militari”.
Pucciarelli ha anche ricordato la “straordinaria operazione di evacuazione con pochi precedenti nella storia: i nostri militari sono riusciti a portare in Italia circa 4.900 afghani - tra cui oltre 1300 donne e 1400 minori, a rischio a causa del coinvolgimento in collaborazioni fattive con il nostro Paese negli ultimi 20 anni”. Ed ha concluso: “Italia, Europa e organizzazioni internazionali dovranno continuare a vigilare sul pieno rispetto dei diritti di tutti gli Afghani”.
Nota
Nel corso della serata è stata inoltre promossa la raccolta fondi per la campagna internazionale “Zonta Says No”, sostenuta da Zonta International. L’iniziativa romana è stata appoggiata da numerosi sponsor e professionisti di diversi settori, tra cui l’Associazione italiana per l’educazione demografica (Aied), Cantina Poggio Le Volpi, Tiber Tennis, La Casa del Dolce, Salon 105 Parrucchieri, Associazione Consorti Dipendenti Ministero Affari Esteri, Mf Law-Mannocchi & Fioretti Studio Legale Associato, Big Jellyfish e La Lampadina.
Redazione
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