14-03-2020 - Al tempo del Coronavirus, non potendo uscire di casa e non essendo capace di stare seduta sul divano, mi garba frugare tra i libri. Anche per sistemarli, metterli un po’ in ordine, come da anni avrei dovuto fare, rimandando sempre al giorno dopo.
Così, mettendo mano ai vecchi libri, quelli, per intenderci, che papà e mamma mi hanno lasciato, ho trovato un minuscolo volume dedicato alle giovani spose.
Della dimensione di un cellulare, rilegata in cuoio la copertina, “La sposa cristiana, ossia la donna secondo il cuore di Dio” è un testo che indica alle future mogli come comportarsi.
Opera della contessa Laura di Barezia, dedicata alla sua amica Emilia, in procinto di sposarsi.
Allora ho fatto una ricerca sulla rete per vedere se il libro fosse conosciuto.
In varie edizioni, più moderne di quella in mio possesso, alcuni addirittura in vendita su Amazon a 99 euro! qualcuno pensa che possa ancora essere utile?
L’edizione in mio possesso è del 1911.
Imprimatur: in Curia Arch, Mediolani, die 5 Octobris 1911 Can.Joannes Rossi Vic. Gen. e fu un dono alla mia mamma, che si maritò negli Anni 40, da parte delle sue amiche affezionate.
Conoscendo la scarsa propensione alle pratiche religiose della mia mamma, donna per altro leale, onesta e rispettosa delle leggi senza necessità di ricorrere alle imposizioni divine, ho compreso molto bene la causa dello stato perfetto di conservazione del libriccino.
Che ella ha tenuto caro, certamente, in quanto in prima pagina sono le firme e la dedica delle sue amiche, sicuramente molto più impegnate a seguire le funzioni religiose e ad applicare le regole dettate dai credenti in Dio.
In questo caso, la credente in Dio è la contessa di Barezia, una devota che in 464 paginette, bordate in oro ed in carta superfina, detta le regole che la neo sposa, la sua amica Emilia, dovrà seguire per condurre la vita matrimoniale in piena grazia di Dio.
Doveri della donna verso il suo sposo: “affabilità, modestia, obbedienza”; ed un paragrafo dedicato a “costanza e sincerità”.
Per arrivare, poi, a come debba comportarsi la sposa verso il marito che sia “gravemente disgustato contro di lei!
“Faccia il Cielo, o mia cara Emilia, che tu non abbi (sic) bisogno di mettere in pratica i miei consigli, che la mia accorta amicizia vuole e deve ancora fornirti relativamente ad uno stato che io spero e desidero con tutto il mio cuore non sia per essere mai il tuo!”
Suggerendo, praticamene, di essere sempre comunque affabile, anche se il marito cerca dolci compagnie all’esterno del matrimonio.
Interessante come la contessa metta in guardia la sua amica Emilia dai “pericoli del ballo” per passare poi ai “pericoli dei romanzi e degli spettacoli”.
Un paragrafo ha colto la mia attenzione in modo particolare: “la mormorazione”.
“La mormorazione, ottenuto libero il freno, nulla risparmia: sparge lo stesso fiele sulle affezioni più care…essa discende fin nelle tombe per profanarle e ferire”.
Dio punisce con rigore la mormorazione, ma par che non sia neppure troppo favorevole verso chi ha “smania di mostrarsi spiritosa”…
La sposa cristiana deve anche porre attenzione ad alcune regole per la conversazione, evitando giudizi temerari…
Non posso che provare commiserazione per le spose del Novecento, che abbiano seguito i consigli di tale contessa prona alla figura del Dio castigatore e che si siano trovate a condurre la vita matrimoniale senza un filo di rossetto sulle labbra o senza un catartico pettegolezzo tra amiche!