Morire per un ideale
''I sette delle Drina, i sette morituri'' presentato a Roma il film documentario sui sette eroi italiani morti nel 1914 combattendo per la Serbia
fotografie di: Cybernaua
29-02-2020 - Una delegazione dalla città di Belgrado, l’ambasciatore serbo in Italia, Goran Aleksić, il sindaco della città di Marino laziale, Carlo Colizza, un pubblico attento e commosso nella sala del cinema Tiziano di Roma ad assistere alla proiezione del film-documentario realizzato dal regista italo-serbo Nicola Lorencin, “I sette della Drina, i sette morituri”.
Il saluto di benvenuto da parte di Pucci Rastrelli, a nome dell’associazione delle consorti dei dipendenti del ministero degli esteri, (ACDMAE), organizzatrice dell’evento, ha dato il via ad alcuni interventi introduttivi del documentario.
L’ambasciatore Aleksić ha ringraziato per l’iniziativa di far conoscere attraverso il documentario una storia ancora ignorata da molti:
“Una Storia poco conosciuta di sette Italiani che hanno scelto di combattere per una causa nobile: la libertà di un Paese, che ha perso il 50% della sua popolazione combattendo nella Prima Guerra Mondiale. In futuro vorrei anche far conoscere alcuni artisti serbi che vivono in Italia.” ha concluso l’ambasciatore.
Il docufilm è stato, quindi, introdotto dal generale Giuseppe Morabito, che ha tenuto molto alta l’attenzione, raccontando alcuni fatti relativi al periodo in cui ha partecipato all’Operazione NATO in Bosnia-Herzegovina, quale vice Capo di Stato Maggiore per le operazioni di SFOR, nel 2004.
Tra il pubblico, il sindaco di Marino, Carlo Colizza, nipote di Cesare e Ugo Colizza, che insieme al loro concittadino Arturo Reali si sono uniti agli altri quattro giovani compagni d’armi per partire volontari e combattere contro l’Impero austro-ungarico, alla vigilia della prima guerra mondiale, cadendo, cinque di loro, in combattimento a Babina Glava il 29 luglio 1914.
Cesare Colizza, ricordato dal sindaco nel suo intervento, è stato insignito della Medaglia d'oro al valor militare nel 1917 da parte del governo serbo e della Croce al merito di guerra alla memoria nel 1938 da parte del governo italiano.
A Marino, a Cesare Colizza è stata intitolata la strada in cui egli abitava, nel quartiere Borgo Garibaldi; gli sono stati intitolati una lapide sulla parete dell'ex-Palazzo comunale in piazza Giacomo Matteotti, apposta il 29 luglio 1922; ed il cinema, finché è stato aperto. Nel periodo fascista, gli avevano intitolato il locale Fascio di combattimento.
Chi erano gli altri quattro eroi?
Francesco Conforti, Mario Corvisieri, Nicola Goretti, Vincenzo Bucca provenienti da varie parti d’Italia.
Uniti in un ideale, quello di aiutare coloro che lottano per la libertà; non per denaro, ma per puro spirito “garibaldino” che li ispirò dall’inizio fino alla fine, vestiti con le loro camicie rosse, ad affrontare le truppe austriache sino alla morte.
Un particolare ringraziamento è venuto da Tatjana Garčević, vice capo missione dell’ambasciata serba a Roma, che ha consegnato una pergamena di partecipazione ai personaggi intervenuti, tra i quali anche lo storico colonnello dell’esercito Antonino Zarcone, autore del libro “I precursori”e alla vice presidente dell’ACDMAE, Francesca Nardi Bianchi.
Maria Clara Mussa
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