''Efficienza sistemica e rilevanza complessiva''
Il Concetto Strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Enzo Vecciarelli esposto al CASD
fotografie di: Cybernaua
31-01-2020 - Il 30 gennaio scorso, un certo numero di giornalisti, invitati da SMD, ha assistito alla “lectio magistralis” del Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, rivolta agli ufficiali nazionali ed internazionali che frequentano il CASD (Centro Alti Studi per la Difesa) a Roma.
Per un’ora hanno ascoltato con attenzione quanto Vecciarelli ha voluto esporre alla sala gremita, con il contributo di alcune slide esplicative.
“Viviamo un momento storico particolarmente critico in cui, oltre alle vecchie minacce che cambiano volto, ma non la pericolosità, molte altre si delineano all’orizzonte. A queste si aggiungono nuove sfide in diversi settori mentre cambiamenti sociali, culturali ed economici hanno ripercussioni dirette ed immediate anche sull’organizzazione militare”, ha esordito il Capo di Stato maggiore delle Difesa.
Vecciarelli, accolto dal presidente del CASD generale Fernando Giancotti, ha ritenuto necessario fare il punto sul contesto di sicurezza attuale e sulle sue prospettive future, per fornire le indicazioni necessarie affinché lo strumento militare possa evolvere in modo armonico e sostenibile verso un sistema realmente resiliente, all’avanguardia e capace di anticipare e fronteggiare le sfide che ci attendono.
Soprattutto
“L’attuale sistema della Difesa si è reso progressivamente sempre meno efficace, sia sotto il profilo delle capacità operative esprimibili, sia in riferimento al suo ruolo di strumento di politica estera e di volano economico per lo specifico settore industriale che ha, peraltro, una strategica ricaduta tecnologica ed occupazionale a livello nazionale”
Un tema su cui da anni Vecciarelli punta il dito è la carenza di risorse economiche messe a disposizione per la Difesa:
“Come ben noto, ciò trova origine principalmente nella scarsità delle risorse del bilancio dello Stato assegnate nel tempo alla Difesa e, in particolare, quelle per il funzionamento e per l’ammodernamento dello strumento militare. Aree interessate nell’ultimo decennio da un ricorrente e consistente ipo-finanziamento. Il risultato è una costante e preoccupante perdita di efficienza sistemica e rilevanza complessiva, proprio ora, quando grandi e medie potenze stanno riprendendo marcate dinamiche di competizione strategica, attori regionali assumono atteggiamenti spregiudicati e il terrorismo transnazionale permane persistente e multiforme”.
Ha tenuto anche a sottolineare quanto a questo vada aggiunto che la società civile ed il mondo militare devono affrontare nuove sfide associate alla forte spinta evolutiva dettata dall’esigenza di costante innovazione incrementale, dalla digitalizzazione e dall’ingresso nella società civile di nuove tecnologie pervasive, le cui derive illegali hanno forti impatti sui protocolli di sicurezza e di difesa, tanto a livello nazionale quanto nella comunità internazionale.
“Noi, uomini e donne in uniforme”, ha continuato Vecciarelli, “dobbiamo dunque fare delle scelte, razionali e condivise, che consentano all’insieme delle nostre Forze Armate di superare il momento contingente, di dotarsi di capacità di risposta superiori rispetto alle attuali e necessariamente di proiettarsi verso il futuro, rigenerate, rinvigorite ed unitariamente integrate.
Tale cambiamento, veicolato con un’ambiziosa e rigorosa agenda programmatica, può avvenire solo attraverso la condivisione corale dei valori identitari profondi della natura militare, degli obiettivi politico-militari, strategici e operativi che guidano l’azione collettiva, e delle strategie di evoluzione e integrazione necessarie alla sopravvivenza ed al successo della nostra organizzazione”.
Nell’affrontare il tema del ‘’concetto strategico’’ con il supporto di alcune slide, Vecciarelli ha proseguito:
“Il “concetto strategico” che segue presenta l’analisi del contesto di sicurezza e fornisce i miei indirizzi generali sui modelli organizzativi e di sviluppo capacitivo, necessari per il prossimo futuro, delineando al contempo un rinnovato concetto di impiego dello strumento militare che considero più efficace e di maggiore utilità e di ritorno anche politico per il nostro Paese. A questa impostazione ho voluto associare una disamina di quelli che ritengo siano i pilastri dell’evoluzione organizzativa delle Forze Armate: il personale, i valori, la mentalità, la coesione e l’operatività, la cultura organizzativa e il concetto di sostenibilità. Si tratta di elementi chiave che costituiscono la base e la forza della nostra Istituzione, leve indispensabili per governare il cambiamento che ci attende, preservando la nostra identità.
Nella convinzione che nulla di concreto possa realizzarsi in assenza di condivisione, di massa critica, soprattutto intellettuale, ovvero della partecipazione consapevole, coerente e convinta del personale al cambiamento, i concetti di seguito espressi vorranno auspicabilmente far parte dell’intimo bagaglio professionale di ognuno ed essere tenuti in considerazione da tutti. Un “codice morale” che fornisca i principi per creare e rafforzare quella sostanziale disciplina interiore che, spontaneamente accettata, induce al dovere consapevole.
È opportuno predisporsi al futuro, con un impegno individuale teso ad abbracciare con convinzione il cambiamento che comunque avanza, a scardinare abitudini antiquate, a guardare al divenire con mente aperta e proattiva, piuttosto che lottare per un presente che appare già remoto. Per fare ciò, è indispensabile che l’agire individuale sia fedele all’obiettivo condiviso e scevro da condizionamenti o logiche di parte, ispirato da fiducia verso l’Istituzione e verso gli uomini e le donne che ricoprono incarichi di responsabilità.
Ancor di più, a fronte di una rinnovata sensibilità politica verso i problemi di sicurezza e difesa, dobbiamo saper superare la nostra incapacità di rappresentare pienamente al Paese il perché di scelte gravose, ma doverose e, con la forza interiore che deriva dalla fermezza morale e dall’onestà intellettuale, dobbiamo saperle spiegare e motivare con logiche che siano in linea con i valori, gli ideali, la cultura, le aspirazioni e gli interessi propri dell’Italia”.
Nell’introdurre la questione dell’appartenenza alla NATO, ha sottolineato come sempre valga l’articolo 5, ma occorrono alcuni distinguo relativi ai Paesi in cui si potrebbe pensare di intervenire. Se si intervenisse in Iraq, perché allora non intervenire anche in Libia o in Siria? Se tali interventi non interessano la NATO, potrebbero interessare l’unione Europea; ma è l’UE attrezzata per tali interventi?
“Queste sono le sfide che ci aspettano. Queste sono le sfide che dobbiamo vincere, tutti insieme, più coesi che mai, per realizzare l’attesa efficienza sistemica ed una più elevata rilevanza complessiva del sistema difesa e dell’Italia quale produttore e contributore di difesa, sicurezza e stabilità internazionale”.
Non dimenticando di nominare il ‘’Sistema Paese’’, ha terminato ringraziando i partecipanti, invitandoli a contribuire con le proprie idee e con eventuali suggerimenti alla creazione di progetti utili al raggiungimento dell’obiettivo. Chiedendo loro supporto intellettuale e sperando nell’istituzione di un gruppo di ‘’illuminati’’ innovatori pronti all’elaborazione di valutazioni utili per operare per garantire maggiore sicurezza al Paese.
Maria Clara Mussa
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