11:34 domenica 24.11.2024
Ammodernare l'Esercito è urgente
Sottosegretario Calvisi: lo sviluppo tecnologico e l’innovazione dei sistemi delle Forze Armate asset strategico per l’intero Sistema Paese
fotografie di: Cybernaua

24-01-2020 - Il Convegno organizzato dal CSE (Centro Studi Esercito), il 23 gennaio scorso nella Sala Conferenze "Caccia Dominioni" del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti in ROMA, dal titolo “l'Urgenza della Trasformazione Militare quale criticità strategica nazionale: comprensione del fenomeno e ricadute sulla sostenibilità dello Strumento Militare Terrestre”, ha visto la presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina, insieme a rappresentanti dell’industria, del mondo accademico e della ricerca.
Dopo il saluto di benvenuto da parte del direttore generale del Segretariato della Difesa generale Nicolò Falsaperna e l’introduzione al tema da parte del presidente del Centro Studi Esercito, generale della riserva Enzo Stefanini, il seminario è stato moderato dalla giornalista Rai Marilù Lucrezio che ha coinvolto i partecipanti alla tavola rotonda in un alternarsi di domande e risposte, riguardanti il tema in discussione.
Dopo il quadro della situazione esposto da Stefanini sull’attuale finanziamento dello strumento terrestre, rapportato alle esigenze operative dell’Esercito e di come influisca sulle capacità di innovazione della Forza armata, la discussione condotta da Lucrezio è continuata con la collaborazione dei pareri esposti dai partecipanti alla tavola rotonda.
Nel dibattito sono emersi dati interessanti, da parte del NATO’s Deputy Assistant Secretary General for Defense Investment Division, Mr. Gordon Davis, del generale di Corpo d’Armata Paolo Ruggiero, NATO’s Deputy Supreme Allied Commander Transformation, del presidente dell’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza) Guido Crosetto, del prorettore di Roma 2 professor Maurizio Talamo e di Di Fazio, in rappresentanza di Leonardocompany.
Gli attuali conflitti sono sempre più caratterizzati da scenari urbanizzati con sfruttamento delle infrastrutture nella loro verticalità.
Ne ha confermato l'importanza Ruggiero, dichiarando che "...occorre considerare le esigenze del futuro, che è già oggi: situazione strategica che continuerà con i competitor di sempre; Instabilità, diffusa soprattutto nel fronte sud; shock strategici, dovuti ad eventi non prevedibili, epidemie, disastri naturali; da qui ritenuta importante l'interoperabilità e l'interconnessione..."
In tali contesti è in aumento il numero degli attori non militari (civili, operatori di agenzie governative e non, operatori dei mass media e combattenti regolari e irregolari) che influenzano il corso delle operazioni; nonché l’uso indiscriminato e terroristico di qualsiasi strumento di offesa da parte di soggetti non-statuali e che operano al di fuori delle norme sancite dal Diritto dei Conflitti Armati; l’impiego di nuove tecnologie fortemente performanti come veicoli e velivoli unmanned (droni); sfruttamento della dimensione del cyberspazio, dal livello strategico a quello tattico; uso della propaganda tramite i new media per acquisire il controllo delle opinioni; e infine il possibile uso di armi CBRN.
In tale quadro, la rapida evoluzione scientifica impone attenzione nell’individuazione delle tecnologie performanti in ambito militare – nanotecnologie, intelligenza artificiale, robotica, cibernetica in considerazione della riduzione in termini temporali della vita tecnica di piattaforme, veicoli, mezzi, strumentazione ed equipaggiamenti. Tali sistemi richiedono un continuo rinnovamento congruente con l’avanzare delle innovazioni in campo scientifico e militare.
Dal convegno è pertanto emersa, come evidenziato anche in precedenza in altre sedi, la necessità per l’Italia di colmare il gap esistente tra il finanziamento e le esigenze della Forza Armata, al fine di mantenere gli standard operativi ed addestrativi richiesti.
In caso contrario, se non si procederà ad una programmazione pluriennale di investimenti, si assisterà ad un reale e progressivo decadimento delle capacità operative dell’Esercito nei prossimi 5 anni.
Così ha dichiarato Farina, nell'affrontare la questione che vede la Forza terrestre .."...pronta, sana, capace di rispondere alle emergenze, ma per quanto tempo?...Non è possibile oggi avere qualità, quantità e durata... Se il trend è inferiore alle necessità, si rischia di minare lo scopo dell'Esercito...occorre innovare il trend entro cinque annni...
Sarebbe quindi opportuno riequilibrare gli investimenti, incentrando gli acquisti necessari sulle produzioni nazionali, creando così anche un’importante ricaduta economica positiva sull’economia e sull’occupazione italiana.
Questa politica di investimenti, volta a mantenere ed elevare gli standard operativi dell’Esercito, è di fondamentale importanza per fronteggiare i numerosi impegni della Forza Armata, tra cui la partecipazione alle missioni internazionali, la sorveglianza e la protezione del territorio nazionale, l’addestramento e le attività volte a preservare l’ambiente in cui l’Esercito stesso opera.
Risulta necessario porre massima attenzione ad un’evoluzione tecnologica che garantisca risorse aggiuntive per ammodernamento e rinnovamento dell’Esercito di circa 1 miliardo all’anno, per i prossimi 15 anni (il valore complessivo dell’ammodernamento e rinnovamento dell’Esercito è stimabile in circa 47 miliardi di Euro) e l’adozione di una “legge terrestre” come quella che nel 1977 avviò il rinnovamento della Forza Armata all’epoca della Guerra Fredda. Un piano quindi basato sull’analisi e sulla previsione dei futuri scenari operativi e che tenga conto della rivoluzione scientifica in atto.
E, a proposito della “legge terrestre”, Farina ha annunciato di aver presentato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, la “Proposta di Legge Speciale a supporto del rinnovamento dello strumento militare terrestre” a sostegno dei progetti programmati per ammodernare la Forza armata e renderla in grado di affrontare i prossimi anni con migliore operatività.
Prima di affidare la conclusione del seminario al sottosegretario Calvisi, alcune domande da parte del pubblico.
Cybernaua ha chiesto quale peso possa avere la politica nella decisione di effettuare con urgenza gli ammodernamenti richiesti.
//www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=184
Ha chiuso poi l’incontro il sottosegretario di Stato alla Difesa, Giulio Calvisi, dichiarando: “È fondamentale diffondere nel Paese una moderna cultura della Difesa spiegando, al tempo stesso, l’importanza della tecnologia e dell’innovazione applicata al mondo militare e le sue ricadute positive sulla società civile.
Oggi siamo di fronte a un grande elemento di novità sul piano culturale e nel dibattito politico: l’esigenza di un nuovo protagonismo dello Stato e di politiche pubbliche più incisive, non solo nell’ambito della Difesa, ma su un piano generale e strategico, che individui precisi obiettivi e priorità di investimento. Inoltre, emerge con chiarezza la necessità di assicurare adeguati livelli di finanziamento e di investimenti nel settore della Difesa e in particolar modo a favore dell’Esercito che negli ultimi anni sconta un non adeguato livello di finanziamento
Ha poi concluso: “Le Forze Armate svolgono un lavoro costante a tutela della pace e della sicurezza del nostro Paese. Un ruolo che, in un mondo dove esistono molteplici focolai di tensione, deve essere rafforzato e reso sempre più adeguato ed efficiente. Ecco perché dobbiamo investire nella ricerca e dobbiamo sviluppare tutte quelle tecnologie e quelle capacità industriali strategiche, che ci consentono di essere competitivi in uno scenario globale”.
Ancora una volta si è nominato il ''Sistema Paese'' a cui fare riferimento per le proposte, considerando le esigenze per mantenere il Paese a livelli internazionali e in grado di affrontare le emergenze con la dovuta qualità professionale ed operativa.
Maria Clara Mussa


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