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Ad Excelsa tendo
Insieme al 7°reggimento alpini a Belluno tra caserma e addestramento al movimento in montagna, con la ''fede dei forti''
fotografie di: Cybernaua

12-06-2019 - Entrare nella Caserma Salsa, a Belluno, sede del 7° Reggimento Alpini è come fare un passo nella Storia.
Struttura imponente, costruita nei primi anni del 1900 per accogliere il Reggimento che nel 1909 si trasferiva dalla originaria sede di Conegliano, rende l’idea dell’immane lavoro che c’è dietro una struttura organizzata quale il corpo degli alpini.
Molti edifici adeguati per la vita e l’addestramento dei soldati, la cappella, la sede del comando, il piazzale con la palestra di roccia e il monumento che rappresenta il compendio dei valori che animano lo spirito dell’alpino, che agisce rispettando gli insegnamenti di coloro che lo hanno preceduto, il ’’vecio e il bocia”.
Il ricordo dei Caduti
Un punto cui rendono onore quotidianamente gli alpini del 7° Reggimento e per noi un momento emozionante nel visitarlo è il “luogo della memoria”, all’interno della Cappella della Caserma Salsa.
//www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=171
Una teca, con la lastra perforata da colpi d’arma da fuoco, in cui sono riportate le fotografie dei cinque giovani alpini caduti in Afghanistan: primo caporal maggiore Gianmarco Manca; caporale maggiore Marco Pedone; primo caporal maggiore Sebastiano Ville; primo caporal maggiore Francesco Vannozzi; primo caporal maggiore Matteo Miotto e primo caporal maggiore William Tracanna, perito nel corso di un addestramento al movimento in montagna nel bellunese a quota 900 del Piz de Vedana (1324 metri).
Per alcuni di loro, rimane ancor più vivo il ricordo per Cybernaua, avendoli incontrati durante la nostra permanenza in teatro afghano.
Un punto di orgoglio e di forza: il Museo
Del Museo, insediato nella Villa de Manzoni, al Patt di Sedico, a pochi chilometri dalla caserma Salsa, esperto cicerone è il caporal maggiore scelto Federico Patelli, giovane appassionato e competente conoscitore degli eventi e delle tradizioni degli alpini.
Ci ha condotti in un percorso storico dell’esposizione di reperti unici e rari, raccontati anche attraverso l’uso di moderni sistemi multimediali.
Dalla nascita degli alpini, comprese le campagne d’Africa, alla Grande Guerra, sino ai nostri giorni che vedono le truppe alpine protagoniste dei recenti e attuali impegni internazionali.
Nel corso della visita alla Caserma Salsa, accompagnati dal capitano Marco Arancio, ufficiale PI (Pubblica Informazione) del 7°, abbiamo incontrato il loro comandante, colonnello Stefano Fregona, che ci ha accolti nel suo ufficio per un colloquio, durante il quale abbiamo appreso non solo quali impegni svolga il reggimento, ma anche quanto il suo comandante ne sia orgoglioso.
Cosa rappresenta il 7° reggimento alpini, cosa fate a Belluno?
‘’Già avete detto che la caserma trasuda storia; ed anche l’ufficio ed il comando rappresentano momenti storici; ebbene, il 7° è arrivato qui 110 anni fa; la caserma Salsa è stata costruita apposta per ospitarlo, con tutte le sue strutture organiche. E questo, ove ora ci troviamo, era l’ufficio del comando di allora, conservato nella sua originale struttura.
Ed è in questa caserma che gli alpini si addestrano, dimostrando la loro versatilità, non solo in impegni prettamente alpini, ma anche in capacità di distribuire le peculiarità tecnico-operative nella società civile; come, per esempio, nell'operazione ‘’Strade Sicure” che stiamo conducendo attualmente a Milano al fianco delle Forze dell'ordine.
Di nostra competenza il servizio Meteomont, per il controllo delle condizioni meteorologiche e il monitoraggio dei movimenti nevosi.
Questa è una peculiarità del reggimento: si tratta del settore n. 44 (ve ne sono 6 in tutta Italia); a livello Reggimento siamo solo noi ed il 6° reggimento alpini.
Tale servizio trova utilità, ai fini addestrativi, nel dare le corrette informazioni sulle condizioni climatiche e di innevamento (nel periodo invernale) alle truppe, nell'ambito delle attività addestrative svolte in montagna.
E non dimentichiamo il soccorso alpino, praticato in svariate situazioni: sia in casi di particolare gravità, operando a fianco della Protezione civile, sia anche impegnati lungo le piste sciistiche, effettuandone anche il monitoraggio
”.
E per quanto riguarda le vostre esperienze in teatri internazionali?
Gli alpini, con la loro capacità di essere impiegati e di interagire su territori di varia natura, hanno fornito il proprio contributo in numerosi teatri operativi.
Vogliamo ricordare, per esempio, nella valle del Mushay, tra le montagne afghane, la fob Sterzing che fu costruita proprio dagli alpini, sulla base delle fortificazioni create nella Grande Guerra.
Un esempio di integrazione con il territorio e di cooperazione con la popolazione afghana, attraverso una presenza che ha tenuto in considerazione e rispetto le tradizioni e i costumi afghani.
Non dimentichiamo inoltre la presenza degli alpini in Bosnia, in Kosovo, ove ci sia necessità di rapido adeguamento alle caratteristiche dei territori e alla vicinanza delle popolazioni
”.
La disponibilità del comandante Fregona, durante il nostro colloquio nel suo storico ufficio tra affreschi e quadri che ricordano altri tempi, a ridosso della teca che custodisce la bandiera di guerra, è proseguita all’esterno consentendoci di essere ospiti della loro cucina da campo, allestita all’interno del quadrato della caserma, con una testimonianza ulteriore di professionalità, efficienza, capacità logistica (nonché di buona cucina): ulteriore prova con cui il 7 ° si confronta periodicamente per mantenere alto il livello di intervento in caso di emergenza.
Addestramento sul monte Nuvolao
Cybernaua ha avuto modo di vivere un’esperienza diretta con loro in un’attività di routine addestrativa sopra la cittadina di Cortina d’Ampezzo, a ridosso delle Cinque Torri, sul monte Nuvolao.
Il percorso lungo e impegnativo, con quasi mille metri di dislivello e ancora ricoperto da una spessa coltre di neve, nonostante fosse la fine di Maggio, è stato possibile superare grazie ai suggerimenti e all’esperienza di chi ci ha condotti, portati ed aiutati; vogliamo ricordare il sostegno offerto dal primo luogotenente Mario Schiavo senza il quale, nella nostra scarsa esperienza tra ciaspole e zaini pesanti, mai avremmo potuto raggiungere la cima.
L’idea di partecipare ad una loro fase addestrativa è nata sui monti in cui si sono svolti i CaSTA 2019, ove il 7° Reggimento è stato protagonista //www.cybernaua.it/photoreportage/reportage.php?idnews=7067.
L’impegno preso allora è stato mantenuto, a conferma della volontà della società militare di informare la società civile.
Un po’ di storia
Il 7° Reggimento Alpini si costituisce il 1° Agosto 1887 a Conegliano Veneto (TV). Lo compongono i battaglioni "Feltre", “Pieve di Cadore” e “Gemona”.
Nella 1^ Guerra Mondiale (1915-18) è in linea per tutto il periodo. Si merita medaglie ed encomi solenni.
In particolare la Bandiera del reggimento riceve due medaglie d’Argento nel dicembre del 1917; e una medaglia di Bronzo sul Grappa. Il reggimento è inoltre insignito, per l’intera campagna di guerra, della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.
Il 7° reggimento alpini ha avuto 4.556 Caduti nelle guerre combattute e ricompense individuali che si concretizzano in 35 medaglie d’oro, 428 medaglie d’argento e 719 medaglie di bronzo
Museo Storico del 7° Reggimento Alpini
Inaugurato il 2 giugno del 2007 in un'ala dell'ottocentesca Villa De Manzoni in località ai Patt di Sedico, il museo ospita, in un nuovo allestimento, le raccolte appartenute originariamente al Museo Sacrario del 7° Alpini, che aveva sede nella Caserma Salsa di Belluno dal dicembre del 1939. Il museo ospita numerose testimonianze della storia del 7° Reggimento dalle sue origini, nel 1887, fino a tempi recenti.
Si possono ammirare documenti, foto, armi e cimeli provenienti dai vari luoghi in cui il 7° Reggimento Alpini si è cimentato in tempo di guerra e di pace. La maggior parte delle collezioni è collegata alle vicende della Grande Guerra; a queste si aggiungono oggetti e documenti che ricordano le guerre italo-etiopi e la seconda guerra mondiale, in particolare quella combattuta sul fronte occidentale e sul fronte greco-albanese.
Di particolare rilievo sono le raccolte fotografiche della grande guerra e della guerra d'Etiopia, i diari storici e una nutrita raccolta di cartoline militari. Il museo è gestito dalla Provincia di Belluno in collaborazione con le Sezioni di Belluno, Feltre e Cadore dell'Associazione Nazionale Alpini; aderisce alla Rete Museale provinciale e alla Rete dei Musei della Grande Guerra. È accessibile a tutti e non presenta barriere architettoniche.
Maria Clara Mussa


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