20:34 domenica 24.11.2024
Culto della memoria della libertà che respiriamo
L'impegno del ''Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti'' nella ricerca e identificazione dei caduti in guerra, non solo italiani
fotografie di: Onorcaduti

25-03-2019 - Oggi, 25 marzo, a Roma nel sacrario delle fosse Ardeatine, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipa alla commemorazione delle 335 vittime di una delle giornate più buie della Storia italiana. Settantacinque anni fa, l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Il Sacrario che ne contiene le spoglie è uno dei luoghi che l’Italia ha dedicato alla memoria di coloro che hanno dato la vita per la difesa dei valori e dei confini patrii.
Sono 1060 i sacrari elevati nel territorio italiano, dedicati al “Culto della memoria della libertà che respiriamo”, come spiega il generale Alessandro Veltri che, insieme ad un personale di circa novanta addetti, si prende cura delle strutture, delle celebrazioni, della diffusione della memoria nell’ambito di un’Istituzione che è il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, a Roma.
Non tutti conoscono il grande impegno del Commissariato che si fa carico di censire e dare sepoltura ai caduti delle colonie italiane d’Africa, ai caduti nel Dodecaneso e nella Guerra di Spagna, Italiani periti durante il Risorgimento e nelle missioni cosiddette di pace e anche si fa carico delle salme dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana e di caduti sconosciuti stranieri.
E’ un compito che fa davvero onore all’Italia, un grande lavoro i cui temi abbiamo approfondito durante un colloquio con Veltri.
“Onorcaduti’’ si è assunto l’incarico di dare la possibilità ai parenti dei caduti di ottenere giusta sepoltura del proprio caro e di onorare la memoria di chi ha versato il proprio sangue per la Patria.
Generale Veltri, da quando è incominciata la missione di recupero le salme dei caduti?
Mantenere sempre viva la memoria di coloro che sono caduti in guerra e hanno dato la vita per il proprio Paese è una delle finalità per le quali cento anni fa, nel 1919, fu costituito il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti. D’altronde, a quel tempo, non c’era famiglia che non avesse perso un proprio caro al fronte. Questo importante ente interforze, che dipende direttamente dal Ministro della Difesa, nacque per garantire che i Caduti venissero giustamente onorati con un’adeguata sistemazione nei cimiteri di guerra. Oggi questo ente continua a perseguire la sua iniziale missione ma svolge anche molteplici altre funzioni ed in particolare la ricerca, il rimpatrio e la tumulazione dei Caduti; la custodia, la gestione e la valorizzazione della documentazione e dei fascicoli personali di questi ultimi e dei luoghi della memoria. Ne parliamo con il Generale Alessandro Veltri che è al vertice del Commissariato Generale dal luglio 2017”.
Quali sono oggi i compiti che assolve il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti?
La nostra missione, attraverso la perenne valorizzazione del culto della memoria, riunisce ed interpreta i più alti aspetti valoriali che sono a fondamento di una Nazione e, ponendosi come elemento di collegamento tra le generazioni, di fatto fornisce i capisaldi grazie ai quali lo Stato viene, dai propri cittadini, vissuto come Patria. Le competenze e le attribuzioni del Commissariato Generale sono molteplici e possono riassumersi in quelli che io definisco i nostri tre pilastri. In particolare ci occupiamo di ricercare, individuare, riconoscere, esumare, traslare, rimpatriare, tributare onori solenni, restituire ai familiari o tumulare presso i Sacrari i resti dei militari, militarizzati o civili Caduti in guerra o per cause di guerra, nel periodo compreso tra il 1848 e le attuali missioni di pace. Inoltre provvediamo alla custodia, manutenzione e valorizzazione dei Sacrari e Cimiteri militari esistenti in Italia e quello di conservare e tutelare le otto zone monumentali della 1^ Guerra mondiale: Monte Grappa, Monte Pasubio, Monte Cengio, Ortigara, Punta Serauta della Marmolada, in Veneto; Casteldante di Rovereto, in Trentino Alto Adige; Monte Sabotino e Monte San Michele, nel Friuli Venezia Giulia. La cura dei sepolcreti di Caduti italiani all'estero viene realizzata attraverso le rappresentanze diplomatiche italiane e sulla base degli accordi internazionali sottoscritti con molte nazioni (Bielorussia, Croazia, Egitto, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Polonia, Russia, Slovenia, Regno Unito, Romania, Ucraina, Stati Uniti, Repubblica Slovacca). Infine siamo impegnati nella gestione e valorizzazione della documentazione e dei fascicoli personali dei Caduti di tutte le guerre, custodendo tra l’altro, l’Albo d’oro dei Caduti della Prima e della Seconda guerra mondiale, quest’ultimo attualmente in fase di digitalizzazione”.
In che cosa consiste il vostro lavoro?
Si tratta di un impegno complesso e di alti aspetti valoriali. Per diffondere e consolidare il culto della memoria dobbiamo svolgere al meglio ognuna delle nostre missioni. Un lavoro enorme se si pensa che, solo tra la Prima e Seconda guerra mondiale, ci sono stati circa novecentomila Caduti. I siti che curiamo vanno dalla singola sepoltura fino ai sacrari monumentali come Redipuglia o El Alamein, in Egitto. Fruiamo di più risorse dalle quali attingiamo per acquisire informazioni sui Caduti non ancora ritrovati. Tra queste, ad esempio, le Associazioni paritetiche straniere con le quali collaboriamo in un clima di reciprocità sulla base degli accordi sottoscritti tra i rispettivi governi. Le segnalazioni ci arrivano anche da privati e associazioni varie. Quando ci giunge una segnalazione relativa a Caduti all’estero, il personale della Direzione Storico Statistica, una delle componenti del Commissariato Generale, dopo avere effettuato le necessarie verifiche nella ricca documentazione storica presente negli archivi dell’Ente, informa le Autorità diplomatiche italiane presenti del Paese in cui si presume si trovino Resti dei nostri Caduti per intraprendere contatti ufficiali con le Autorità locali. In seguito si procede all’individuazione, esumazione e successivo rimpatrio dei Caduti italiani, partecipando con proprio personale e finanziando tutta l’attività, anche in collaborazione con le predette associazioni paritetiche straniere. Quando è possibile noi facciamo sempre rientrare i Resti dei nostri Caduti, per dare loro una dignitosa sepoltura, per avvicinarli alle famiglie e per custodire e tramandare la loro memoria”.
Quali tecniche scientifiche adottate nella ricerca dell’identità di una salma?
Per cercare di dare un nome a tutti i resti dei caduti che vengono ritrovati ogni anno è necessario servirsi anche delle nuove tecnologie che possono fornirci un supporto fondamentale. Basti pensare che, nell'ambito della prosecuzione delle attività volte all'identificazione dei resti mortali dei Caduti rinvenuti nella località croata di Castua (Fiume), lo scorso luglio, il Commissariato Generale ha programmato di effettuare una indagine per la ricerca del genoma su alcuni resti mineralizzati tra quelli recuperati da confrontare con quelli dei familiari rintracciati, e che si sono resi pienamente disponibili al riguardo. L’attività è svolta congiuntamente con il personale del RIS dell'Arma dei Carabinieri che provvede, con i suoi assetti specializzati, alle analisi di laboratorio e che nell’arco di alcuni mesi fornirà gli esiti. Questo tipo di esami potrà essere utilizzato in futuro per avere l'opportunità di confrontare i resti dei Caduti che saranno ritrovati con il genoma dei familiari, per identificare con certezza anche coloro che, altrimenti, sarebbero stati considerati ignoti”.
Quali sono i rapporti con le Nazioni straniere?
Dopo la fine della Prima Guerra mondiale, nel 1918, i vertici politici e militari furono lungimiranti e, già con la firma dei Trattati di pace, particolare rilievo ebbe il problema della sistemazione dei resti dei Caduti. Il Commissariato Generale è competente a stringere accordi, anche direttamente, con i rappresentanti dei Governi interessati per la sistemazione di Caduti, in conformità alle disposizioni dei trattati di pace. Ove necessario, tramite le rappresentanze diplomatiche o consolari italiane, affida la sistemazione nei territori esteri delle salme dei militari e civili italiani. Sul suolo italiano sorgono moltissimi luoghi della memoria che custodiscono le spoglie di soldati di varie nazionalità dell’impero austro-ungarico, abbiamo poi luoghi di sepoltura tedeschi, francesi, inglesi, polacchi, americani e di tante altre nazionalità i cui soldati sono morti nei combattimenti che si sono svolti nel corso dei due conflitti mondiali nel nostro Paese. Il Commissariato Generale in alcuni casi sovraintende direttamente alla cura delle loro tombe, come ad esempio per i Caduti austro – ungarici nel Sacrario di Cima Grappa, giusto per citarne uno, oppure svolge un ruolo di riferimento per le strutture internazionali omologhe che sovraintendono direttamente ai cimiteri militari che custodiscono i propri Caduti. I rapporti con gli enti paritetici al Commissariato sono quindi costanti e proficui e molte sono le occasioni per incontrarsi ed onorare insieme questi uomini che hanno dato la propria vita per i rispettivi Paesi”.
Quindi uno dei vostri ruoli principali riguarda la cura di sacrari e cimiteri dedicati ai Caduti?
I Caduti riposano in luoghi sacri, progettati, realizzati e gestiti secondo specifici canoni architettonici e particolari criteri di amministrazione, improntati ai più rigorosi principi di sobrietà, semplicità e uniformità, per conferire all’insieme della struttura la voluta monumentalità e sacralità, mantenendo inoltre la massima austerità ed immutabilità. Tutti i sacrari, i sepolcreti ed i cimiteri militari rappresentano la memoria di tutti coloro che hanno compiuto l’estremo sacrificio, senza distinzione di nazionalità e religione. Come precedentemente accennato, abbiamo responsabilità su otto zone monumentali di guerra, su oltre mille luoghi di sepoltura disseminati sull’intero territorio nazionale come riquadri, sacrari, cappelle, ossari, sepolture individuali e 179 siti all’estero, tra Europa, Africa, Asia, Americhe ed Oceania. Questi ultimi gestiti con il determinante concorso delle sedi diplomatiche. Mi adopero personalmente con tutte le autorità locali perché la valorizzazione dei Sacrari si realizzi anche promuovendoli quali luoghi di vita, destinati ad attività e eventi artistici, rigorosamente consoni alla sacralità dei luoghi e non considerandoli solo siti nei quali ci si reca per commemorare i defunti nelle date canoniche”.
Ai familiari degli Italiani Caduti che tipo di supporto offrite?
Quotidianamente il Commissariato Generale riceve decine di richieste da parte di parenti che cercano notizie su un loro avo caduto. L’attività di ricerca in Italia e all’estero è senza sosta anche a moltissima distanza di tempo da quegli eventi. Il nostro impegno è quello di fornire loro una risposta quanto più esauriente possibile in base alle informazioni in nostro possesso e di aiutarli in questa ricerca, finalizzata a tributare la giusta memoria a tutti quei soldati che non hanno più fatto ritorno alle loro case. Custodiamo ben 560.000 fascicoli relativi ai Caduti della Prima Guerra mondiale e 312.000 fascicoli di altrettanti Caduti della Seconda Guerra mondiale per i quali stiamo provvedendo alla digitalizzazione. Quando un cittadino si rivolge a noi per chiedere di un familiare Caduto, tramite questa importante documentazione riusciamo a fornire tutte le informazioni a nostra disposizione”.
Qual è il rapporto che intercorre tra il vostro Ente e le istituzioni scolastiche?
Il rapporto con le scuole è gestito dal Commissariato Generale attraverso lo sviluppo di iniziative, programmi e progetti di collaborazione, tendenti a promuovere, particolarmente con le più giovani generazioni, la diffusione della conoscenza degli eventi storici e dei valori morali connessi con il culto della memoria dei Caduti. I direttori dei sacrari organizzano incontri periodici, nei Sacrari o nelle scuole, con i giovani studenti, oltre quelli in occasione delle principali ricorrenze e degli anniversari ufficiali. Delle oltre 500.000 persone che ogni anno visitano i nostri Sacrari una parte consistente è costituita da scolaresche di ogni ordine e grado, ma non mancano i contatti con il mondo accademico universitario. Molti ricercatori ci contattano per approfondire, grazie ai nostri archivi e al nostro personale, svariate tematiche connesse con i Caduti e con i luoghi della memoria. Cito ad esempio la convenzione stipulata con il Dipartimento di Scienze storiche-geografiche e dell’antichità dell’Università degli Studi di Padova. Grazie a questo accordo potremo contare sul supporto di insegnanti e studenti universitari per riordinare e riallestire la sala dei cimeli all’interno del Sacrario Militare di El Alamein secondo principi storico - scientifici e archivistici connessi con l’attività di ricerca storico-geografica sulla battaglia”.
Generale per voi i Caduti sono tutti uguali?
Per il Commissariato Generale non esistono distinzioni di sorta. Non esistono caduti di serie A e di serie B. Non facciamo differenze di nazionalità, di colore politico, di religione o altro. I Caduti hanno tutti pari dignità”.
Di cosa vi siete occupati di recente e quali sono i vostri impegni futuri?
Nei mesi scorsi abbiamo provveduto al recupero, rimpatrio e inumazione di 100 Caduti della 2^ Guerra Mondiale dalla Russia che sono stati tumulati a Cargnacco e di 7 caduti della 2^ Guerra Mondiale ritrovati a Castua, in Croazia e tumulati a Udine. Abbiamo reso alle famiglie l’alpino Rodolfo Beretta, caduto durante la 1^ Guerra mondiale e rinvenuto sull’Adamello, il marinaio Carlo Acefalo, caduto in Sudan durante la 2^ Guerra Mondiale e l’alpino Cirillo Fancon caduto in Bosnia durante la 1^ Guerra Mondiale. Di recente sono stati rimpatriati 12 Caduti della 2^ Guerra Mondiale dalla regione di Kirov, in Russia e sono stati sepolti a Cargnacco. Attualmente siamo impegnati in attività di ricerca di Caduti della 2^ Guerra Mondiale in Albania, sul Monte Golico e in Croazia, ad Ossero. Come detto, stiamo digitalizzando, presso il Centro di Dematerializzazione e Conservazione Unico della Difesa di Gaeta 312.000 fascicoli relativi ai Caduti della 2^ Guerra Mondiale e ci impegneremo per fare altrettanto con l’Albo d’Oro della 1^ Guerra Mondiale. Dal mio punto di vista l’impegno profuso a tutela della memoria dei nostri Caduti è un impegno di indiscussa valenza etica e morale di cui beneficia ogni singolo italiano”.
Ricorrono quest’anno i cento anni dalla costituzione del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti. Come celebrerete questa importantissima ricorrenza?
Abbiamo pensato che il modo migliore per ricordare questa importante ricorrenza sia quello di organizzare un breve seminario che si svolgerà nel mese di ottobre. L’incontro sarà finalizzato alla riflessione e al dibattito sulla missione del Commissariato Generale e sulle iniziative intraprese in questo lungo periodo da un intero Paese. Un Paese, l’Italia, che dimostra di avere costante attenzione nel mantenere vivo il sacrificio dei propri figli Caduti”.
Maria Clara Mussa


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