18-10-2018 - Il 17 ottobre scorso, Palazzo Baracchini, sede del circolo ufficiali delle forze armate, ha ospitato il vertice voluto dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta, in cui la ministra, Ilaria Cucchi e il generale comandante dell’Arma, Giovanni Nistri hanno scambiato pareri sulla situazione, in modo sereno e solidale.
La sorella di Stefano Cucchi era accompagnata da una amica e dall’avvocato Fabio Anselmo.
Del caso ‘’Stefano Cucchi’’, che ricordiamo è deceduto il 15 ottobre 2009, è giunta una svolta alcuni giorni or sono, allorché il carabiniere Francesco Tedesco, ora imputato per omicidio preterintenzionale, ha accusato del pestaggio i colleghi Alessio Bernardo e Raffaele D’Alessandro.
L’incontro è durato circa un’ora; al termine del quale la ministra, visibilmente commossa, ha letto la propria relazione ai giornalisti che attendevano i risultati dell’incontro.
“ Sono felice che la signora Cucchi abbia accettato l'incontro. E' stato un bel momento e nella discussione sono emersi due aspetti che ritengo fondamentali: la sete di giustizia, che è lo stesso principio su cui si fonda l’Arma dei Carabinieri e la fiducia nello Stato, che da parte mia, dell’Arma e della famiglia Cucchi non è mai venuta a mancare.
C'è una indagine in corso e non è mio compito scendere nei dettagli. Chi ha sbagliato pagherà ed è quello che vogliamo tutti.
 Oggi per me sono due le parole chiave da sottolineare: rispetto e unità. 
Rispetto per il dolore della famiglia Cucchi, per il calvario che ha vissuto e rispetto anche per l'Arma, rispetto per tutti i Carabinieri che ogni giorno garantiscono la nostra sicurezza.
 Unita’, perché quando c'è uno scollamento tra le istituzioni e la società civile c'è sempre una responsabilità della politica.
 Io credo fortemente nel dialogo e credo che la politica debba aver il compito di unire, non di dividere. 
Ecco, questo è stato il senso dell'incontro svolto oggi. ”.
A chi le ha chiesto come mai non fosse anche il generale Nistri e la signora Cucchi a presentarsi alla stampa, Trenta ha risposto che è stata una “scelta concordata tra tutti” e un “segnale di unità che vogliamo dare”.
Trenta, sentendosi ‘’strettamente coinvolta a rappresentare le istituzioni”, ha sottolineato che “siamo in tanti a dover chiedere scusa”.
“Chi ha sbagliato pagherà, lo vogliamo tutti. Dobbiamo chiedere scusa in tanti”.
Resta in sospeso la domanda che avremmo voluto porre e che per tempi ridotti non è stato possibile formulare:
L'aver chiesto scusa in modo ufficiale alla famiglia Cucchi, la ministra in rappresentanza del Governo e il generale Nistri in rappresentanza dell'Arma, può dare adito al pensiero che è definitivamente appurata la colpevolezza dei carabinieri coinvolti e che si rende inutile un percorso di giudizio in tribunale?