01:20 lunedì 25.11.2024
“Non si può far politica sulla pelle dei poveri, che siano cittadini o che siano migranti”
Migranti a Rocca di Papa, ospiti di un mondo che si spera diventi migliore per ognuno di noi
fotografie di: Cybernaua

29-08-2018 - Mancano ore all’arrivo del pullman con cui un centinaio circa di migranti, scesi da nave Diciotti, da Messina sono traspostati per essere ospiti nella struttura d’accoglienza Mondo Migliore a Rocca di Papa (Roma) gestito dalla cooperativa Auxilium, totalmente a carico della Chiesa Cattolica italiana, in cui già sono ospiti circa 400 immigrati, situata in un angolo di paradiso dei Castelli Romani, a ridosso del lago di Castel Gandolfo.
Arriviamo nell'ora del tramonto, in un’atmosfera resa piacevole dalle luci che si riflettono sul lago, proprio mentre un Canadair si sta addestrando al rifornimento e al lancio di acqua.
A poco a poco, giungono gli abitanti delle cittadine dei Castelli Romani. Non molti, in verità; certo molto pochi rispetto a quanti sui Social hanno dichiarato i propri pareri, pro o contro la decisione di ospitare altri migranti in questa zona.
La prima ad arrivare Sabrina Minucci, consigliere comunale del comune di Marino e rappresentante della lista civica Laboratorio Rinascita:
E’ a dir poco scandaloso che la decisione di portare altri migranti in una struttura già satura di per sé, sia avvenuta senza consultare minimamente le forze politiche e sociali del territorio. Territorio che già vive problemi legati a fenomeni migratori: mancanza di sicurezza e di welfare. Chiediamo a tutti di prendersi le proprie responsabilità, dal Governo al Vaticano, passando per amministratori e forze di polizia. Siamo stufi di subire decisioni dall’alto senza che i cittadini siano consultati. Noi siamo dalla parte della gente onesta e saremo sempre contro chi specula e si arricchisce sulle spalle di pochi disperati”.
Questa la dichiarazione del consigliere comunale Sabrina Minucci che aggiunge:
"La comunicazione scelta da parte dei media che sottolineano come le autorità ecclesiastiche si faranno carico dei costi per questi cento nuovi arrivati è fuorviante e distoglie dalle ingentissime somme ricevute fino ad oggi dalle organizzazioni cattoliche grazie all'accoglienza. Una solidarietà peraltro ad orologeria, che abbandona queste persone nella fase successiva, dopo l’inevitabile e costosa presentazione dei ricorsi per essere riconosciuti come profughi, che arricchisce legali non sempre scrupolosi ed onesti. Ricorsi rigettati nel 90 per cento dei casi, che lascia i richiedenti allo sbando, nell'impossibilità di lavorare e di crearsi situazioni di vita accettabili. Parlo per conoscenza di casi reali, perché noi sul tema della solidarietà non prendiamo esempio da nessuno.
Le anime belle che ci insultano e ci trattano da mostri xenofobi non sono animati da alcun sentimento di solidarietà; fanno semplicemente POLITICA dal fronte opposto al nostro e nel completo disinteresse delle difficoltà sociali dei cittadini

Anche il presidente del consiglio del Comune di Rocca di Papa, Massimiliano Calcagni, si pone nel gruppo dei No, sostenendo che “la zona dei Castelli si sta trasformando in un luogo difficile da gestire, esprimendo anche dubbi su come Mondo Migliore potrà risolvere la questione, mentre lui e Minucci “stiamo dalla parte della gente”.
All’interno della struttura intravediamo il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini che intende rappresentare le disposizioni ministeriali, rimanendo a stretto contatto con la Prefettura e la cooperativa che gestisce la struttura.
La piccola folla raccolta all’ingresso del centro d’accoglienza, si divide subito in due gruppi, quelli del ‘’Sì’’, e quelli del ‘No’’.
Un po’ anticipato rispetto all’orario d’arrivo del pullman, atteso per notte inoltrata, il gruppo dei “Sì”, alza cartelli con scritto Welcome; ne contiamo una decina.
Subito arrivano i commenti da parte di quelli del No, con una prova di battibecco, che dura pochi minuti.
Forse anche dovuta alla presenza del nutrito gruppo di personale delle forze dell’ordine, schierato come in ogni manifestazione avviene.
Piccoli battibecchi, da una parte e dall’altra, che paiono più una discussione animata tra tifosi, piuttosto che un dialogo tra persone di opposte opinioni, però decise a risolvere un problema.
Poi, calata la sera, la scena si trasforma in un “film” già visto.
Arriva il gruppo di Casapound, con a capo Simone Di Stefano, sventolando tricolore e impugnando megafono.
Dall’altra parte, i “welcome”, che non vedevano l’ora di poter fa sfoggio delle proprie capacità espressive incominciano con gli slogan: “fascisti nelle fogne, siamo antifascisti” con il pugno alzato…
Incomincia lo scambio di reciproche vedute con accuse di legami con mafie di ogni tipo e con i Buzzi o i Casamonica, a seconda della parte accusata.
Imperterriti carabinieri e poliziotti fanno da barriera ad ogni eventuale esagerazione fisica, che per altro non avviene.
La gente, quella normale, preoccupata per le sorti anche dei poveri migranti, che se abbandonati potrebbero fare la fine di tanti troppi altri/e, schiavi di caporalato o della prostituzione, piano piano se ne va.
I più anziani ricordano come quel tipo di aggressioni verbali negli Anni 70 hanno poi portato ad effetti peggiori; altri commentano di come la brutta politica strumentalizzi nel peggiore dei modi; altri ancora ricordano di quando, in periodo infantile, tra amici, in discussioni animate e senza scopi precisi, si tirassero in campo padri e madri e parenti vari: il tuo è stupido, la tua è cretina e domani lo dico alla maestra e io ti strappo il quaderno…
Manco più allo Stadio avvengono tali situazioni.
Maria Clara Mussa


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