02:29 lunedì 25.11.2024
L’influenza russa in Grecia: il caso Zoran Zaev vs Ivan Savvidis
Una visione generale su temi che interessano i Paesi del Mediterraneo ed i rapporti tra NATO e Russia
fotografie di: archivio

19-07-2018 - Il recente caso dell’espulsione di due diplomatici russi decisa dal governo di Atene, ha riportato alla luce la questione delle azioni russe nei Balcani.
Azioni che stanno suscitando preoccupazione nei circoli di UE e NATO, colpiti a propria volta da una crisi senza precedenti fra Paesi membri e fra le due sponde dell’Atlantico, dopo le ultime sorprendenti dichiarazioni del Presidente Trump.
Nel corso di un’intervista televisiva del primo marzo scorso, l’ambasciatore USA ad Atene, Geoffrey Pyatt espresse viva preoccupazione per l’attivismo russo nei Balcani.
Queste le sue parole: “Our concern about Russia’s malign influence in the Western Balkans is real.  It’s grounded in what we see across a broad spectrum of Russian behaviors ranging from the manipulation of energy to the manipulation of the Orthodox Church to the kind of frontal engagement we saw during the October 2016 coup attempt in Montenegro”.
Nel corso dell’intervista, Pyatt sottolineò un aspetto fondamentale e poco conosciuto dell’attivismo russo nei Balcani: fare leva sui secolari sentimenti popolari dei popoli balcanici, eseguire interventi spettacolari per il proprio simbolismo propagandistico, religioso, nazionalista e sociale.
Facciamo una debita premessa: perché tanto interesse?
Tre motivi sopra tutti, uno ben conosciuto ai più, due meno noti.
Minare l’indipendenza energetica europea
Indebolire i vincoli di alleanza e unione dei paesi UE
Influire sulle capacità logistiche e di trasporto rapido della NATO nei Balcani
L’accordo di Prespes fra Grecia e nord Macedonia
Skopje nella NATO e nella UE. Le accuse alla Russia del primo ministro macedone.Il caso Buzzfeed vs Ivan Savvidis

In un articolo del Financial Times, 14/7/2018, si legge:
«Ad Alexandroupolis è avvenuto il tentativo di corruzione di cittadini ed ufficiali greci che ha portato all’espulsione di diplomatici russi dalla Grecia. I russi hanno tentato di corrompere pubblici ufficiali, Metropoliti ortodossi, rappresentanti di organismi politici e membri di organizzazioni di estrema destra, per sabotare gli accordi di Prespes».
In un’intervista del 15/07/2018 il Primo ministro macedone Zoran Zaev, nel corso di un’intervista rilasciata alla rivista a BuzzFeed, ha accusato alcuni imprenditori greco-russi, vicini alle posizioni di Mosca, di tentato sabotaggio dell’Accordo di Prespes fra Grecia e Macedonia del Nord.
Accordo sgradito a Mosca poiché con la caduta della pregiudiziale greca, Skopje può iniziare le trattative di adesione alla UE e soprattutto nella NATO.
Il Primo ministro rivela che il suo governo è in possesso di informazioni a riguardo dell’attività di tali imprenditori. I quali, a suo dire, avrebbero offerto cifre comprese fra i 13.000 USD ed i 21.000 USD a cittadini macedoni, affinché questi mettessero in atto violenze e sabotassero gli accordi con la Grecia.
La polizia macedone, informata dei fatti dal governo, ha proceduto a diversi arresti, specie durante i disordini avvenuti attorno al parlamento di Skopje lo scorso giugno.
Pur non facendo nomi, Zaev continua dicendo: «I rappresentanti russi che erano qui ed altri a Mosca, non nascondono la propria opposizione alla nostra adesione alla NATO. Una parte di tali rappresentanti dispone di mezzi di informazione, un’altra incoraggia i giovani a dimostrare davanti al Parlamento e ad attaccare le forze polizia. Stiamo prendendo tutte le necessarie misure tese ad evitare azioni ostili».
Il Primo ministro macedone Zaev non è stato l’unico in realtà a lanciare l’allarme sulle interferenze russe (e non solo) in EU. Prima di Zaev altri esponenti dei governi balcanici si sono espressi in tal senso.
Il Primo ministro bulgaro Boyko Borissov ad inizio 2018 ha lanciato un accorato appello alle autorità europee, dichiarando: «Sbrigatevi ad ancorarci definitivamente all’Occidente, altrimenti Russia, Turchia e Cina avranno mano libera nei Balcani; stanno occupando spazio ogni giorno che passa. Siamo noi la garanzia di stabilità, guardate la cartina e capirete perché la Bulgaria è il baluardo dell’Occidente».
Prima di Borissov un allarme simile era stato lanciato dal Primo Ministro greco Alexis Tsipras durante un incontro nel 2017 con l’omologo portoghese Antonio Costa.
Discorso che Tsipras tornò ad affrontare nel settembre del 2017 durante la visita del Presidente francese Emmanuel Macron. Lo stesso Tsipras, nel corso del recente summit NATO a Bruxelles, ha indicato la necessità di schierare la Grecia contro le azioni russe nei Balcani, parlando di «affidabile e decisa politica di contrasto e difesa» dalle minacce russe.
“Alla lista degli allarmi legati alla crescente presenza cinese e russa si sono aggiunti più recentemente altri alti esponenti, come Ivica   Ivanovic,  ministra della Difesa del Montenegro (Paese vittima di un recente tentativo di golpe per il quale sono sotto processo cittadini russi e serbi)” ed il ministro della Difesa della Macedonia Stevo Pendarovskie.
Uguali preoccupazioni vengono espresse dal quotidiano cipriota «Πολίτης» che richiama a sua volta la forte azione russa nell’isola.
Fra gli altri, vengono citati i casi del parlamentare di Russia Unita (Putin) Vitaly Milonov, che fra le altre cose si definisce presidente dell’associazione Russo-Cipriota per la Cultura e l’Imprenditorialità.
Associazione che si è fatta anche promotrice di un voto online nel quale si chiedeva l’intervento di forze speciali russe a Cipro, a difesa dell’isola. 
Milonov è conosciuto per aver ispirato la proposta di legge contro gli omosessuali in Russia.
Dopo aver chiesto l’arresto di Lady Gaga e Madonna, ha anche chiesto di impedire l’entrata in Russia del Direttore di Apple in quanto omossessuale e quindi, secondo lo stesso Mylonov, portatore di AIDS, Ebola e altre malattie.
Un altro imprenditore russo, Alexei Voloboev, ha creato un partito pronto a presentarsi alle elezioni europee. Il partito il cui nome è «Io il Cittadino» (Εγώ ο Πολίτης). Il portavoce del partito, Dimitris Michalokakos, ha dichiarato: «è tempo che la gente capisca come la composizione demografica cipriota stia cambiando e che ormai ci sia una questione di minoranza russa».
Alle accuse di Zaev riportate da BuzzFeed, ha risposto uno degli imprenditori russo-greci maggiormente in vista, Ivan Savvidis, proprietario dell’omologo gruppo. Savvidis dichiarandosi del tutto innocente ed estraneo alle azioni riportate, ha anche annunciato azioni legali.
Ma chi è Ivan Savvidis e come opera?
E’ davvero un agente di Mosca o è semplicemente un imprenditore di successo, vittima di una caccia alle streghe?
Proviamo a descrivere la sua azione in Grecia.
La destabilizzazione dei Balcani e del Mediterraneo orientale
 “Ricordiamo l’appello di Bojkov Borisov, Primo ministro della Repubblica Bulgara:
«Sbrigatevi ad ancorarci definitivamente all’Occidente, altrimenti Russia, Turchia e Cina avranno mano libera nei Balcani stanno occupando spazio ogni giorno che passa.   
Siamo noi la garanzia di stabilità, guardate la cartina e capirete perché la Bulgaria è il baluardo dell’Occidente
.
Sempre dalla Bulgaria arrivano le parole di Ivan Krastev, direttore del Centro di Strategie Liberali di Sofia: «L’Unione europea deve correre subito ai ripari o rischia di trovarsi una crisi ingestibile sul fronte sud-orientale».
Grecia, Cipro, Bulgaria e Turchia sono Paesi fondamentali per la stabilità di due aree di massima importanza per la UE e per la NATO: i Balcani ed il Mediterraneo orientale.
Come hanno dimostrato gli ultimi 12 mesi, l’allontanamento progressivo della Turchia dalla NATO e dalla UE, sotto la Presidenza di Recep Tayyip Erdoğan, ha minato le certezze europee e NATO relative allo sfruttamento delle risorse energetiche cipriote e greche, fondamentali per garantire l’indipendenza energetica europea da Mosca e da Ankara.
Anche la rete elettrica balcanica viene gradualmente integrata in quella della UE, a seguito degli accordi di Trieste del 12/07/2017 (Trieste Summit, Western Balkans), siglati fra il ministro italiano Carlo Calenda ed il segretario della Comunità Energetica Janze Kopac.
I Balcani però non sono solo sede di interessi energetici.
L’asse logistico NATO Salonicco–Alessandroupoli–Bourgas–Varna
Nel settembre del 2017, i governi di Grecia e Bulgaria hanno siglato un accordo per la creazione di un asse ferroviario di grande importanza, sia per il traffico civile che per quello NATO.
I due governi infatti hanno deciso di creare un collegamento fra le città portuali di Salonicco, Kavala, Alessandroupoli in Grecia, Bourgas e Varna e terminale a Rouse in Bulgaria. E’evidente l’importanza strategica di tale collegamento che permetterebbe alla NATO di evitare il «choke point dei Dardanelli e, quindi, di effettuare rapidi collegamenti alla NATO, lungo tutto l’asse dei mari Egeo e Nero. Il terminale ferroviario a Rouse permette inoltre di attivare il rapido collegamento con la Romania: Alessandroupoli ospiterà il nuovo terminale LNG operato congiuntamente da aziende greche e bulgare, nonché la pipeline di gas naturale IGB (Interconnector Greece–Bulgaria), derivazione della pipeline di gas naturale IGB (Interconnector Greece–Bulgaria), derivazione della pipeline TAP che avrà il suo terminale in Italia. Sempre ad Alessandroupoli è previsto un importante insediamento militare USA.
Controllare o destabilizzare tale area può essere un obiettivo premiante per i russi, in ottica più ampia. Fra mosse diplomatiche (visita dell’ambasciatore russo Andrei Maslof proprio ad Alessandroupoli) ed economiche (investimenti di oligarchi russo-greci), Mosca sta muovendosi nell’ottica di diventare un elemento primario di influenza politica ed economica nell’area.
Ostaggi ''energetici’’
La forte dipendenza energetica europea dalle forniture russe è un ovvio elemento di pressione da parte di Mosca nei confronti della UE.
Nel 2017 la Russia è stato il maggior fornitore di gas naturale, per un totale del 43% del totale importato, con un incremento dell’1% rispetto al 2016. Questo dato rapportato al solo gas di origine russa, ha significato un +12% per Mosca.
La forte dipendenza energetica europea dalle forniture russe, è un ovvio elemento di pressione da parte di Mosca nei confronti della UE.
Analizzando i dati del IV° Trimestre 2017, contenuti nel Rapporto Trimestrale sul Mercato Europeo del Gas, pubblicato dalla Direzione Generale Energia della Commissione Europea, si ottiene un’immagine allarmante della crescente dipendenza europea dall’import di gas da, o via, Paesi terzi, soprattutto Paesi ormai «a rischio» di scontro con la UE, come la Russia e la Turchia.
Sempre nel corso dello stesso anno, l’Olanda per la prima volta è diventata un importatore netto di gas. La breve crisi seguita all’esplosione nell’impianto austriaco di Baumgarten (Central European Gas Hub, CEGH), ha dimostrato la sensitività della situazione europea, portando il valore del gas al PSV (Punto di Trading Virtuale) italiano a ben 80 €/MWh.
Aumento della dipendenza energetica europea, alla Russia si affianca la Turchia
La situazione di dipendenza energetica europea si aggrava considerando che altre pipeline come il TAP/TANAP, che trasporterà nei Balcani e in Italia il gas di origine azera, passano dalla Turchia territori attualmente «rischiosi» in quanto soggetti a possibili politiche avverse da parte del governo di Ankara.
Degli attuali 10 Bcm/anno di capacità del TAP/TANAP, 8 Bcm sono stati contrattualizzati dall’Italia, e 1 Bcm ciascuno da Grecia e Bulgaria. La capacità del TAP potrebbe aumentare sino a 20 Bcm/anno e attraverso le proprie interconnessioni nei Balcani, diventare un ulteriore strumento strategico di pressione verso la sicurezza energetica dei paesi dell’Est Europa.
Ivan Savvidis colpevole o vittima di una caccia alle streghe?
Ivan Savvidis rappresenta la schiera di grandi imprenditori proveniente dall’ex Unione Sovietica e di lontana origine greca.
Una delle figure più note nel panorama imprenditoriale russo in Grecia è quella di un oligarca russo di origine greca, Ivan Savvidis, che nel corso degli ultimi dieci anni ha fatto del Paese mediterraneo il centro della propria attività.
Assurto a notorietà in Italia alcuni mesi fa, a seguito di un poco fortunato intervento durante una partita del campionato ellenico fra AEK Atene e Paok Salonicco (del quale è presidente), Ivan Savvidis è un uomo vicino al presidente russo Vladimir Putin.
Eletto alla Duma di Mosca per la prima volta nel 2003 nella circoscrizione di Rostov, Savvidis ha poi servito per una seconda legislatura dal 2007 sino al 2011, nel partito Russia Unita del Presidente Putin. Nel corso della propria carriera politica, Savvidis è stato eletto al ruolo di vice presidente della Commissione Bilancio e Tasse. Successivamente come membro della Commissione parlamentare per gli Affari Internazionali, ha coordinato le relazioni interparlamentari con l’Assemblea di Atene.
Savvidis ha sviluppato una florida attività imprenditoriale, tanto che nel 2013 Forbes lo ha indicato come 30°uomo più ricco di Russia.
Nel corso della propria carriera imprenditoriale Savvidis, titolare del gruppo russo Agrokom, ha acquisito la maggioranza dell’ex società di stato Don State Tobacco Factory, privatizzata e rinominata CJSD Donskoy Tabak, poi rivenduta recentemente per 1,6 miliardi di €, assieme alla greca Sekap SA, che Savvidis aveva rilevato nel frattempo.
Probabilmente tale cifra potrebbe essere reinvestita in Grecia.
Gli investimenti e le attivita’ di Savvidis in Grecia
Ivan Savvidis ha operato sin dal 2012 come uno dei maggiori investitori nel paese ellenico, nel pieno della crisi economica. Così dando ancor maggiore evidenza “promozionale” alla propria attività di supporter e salvatore in un paese in default.
MEDIA
il 19% del canale televisivo MEGA;
il 100% del canale televisivo «Epsilon» e i due quotidiani «Ethnos» e «Imerisia»;
INFRASTRUTTURE
Infrastrutture: il 20% della JV che ha acquisito il 66% della società di gestione del Porto di Salonicco (ΟΛΘ);
Società Autostrade Egnatia Road, offerta di acquisto in JV con la società tedesca «Deutsche Invest Equity Partners GmbH».
Centro Logisitico Intermodale di Salonicco (GaiaOse);
TRASPORTI
Northern Wings SA, società di trasporto aereo, con licenza greca;
DISTRIBUZIONE & TRASPORTI
Società di distribuzione e trasporti Argos SA, distributore fra le altre cose di alcuni dei maggiori quotidiani e periodici in Grecia;
INDUSTRIA ALIMENTARE
70% della società di produzione acqua minerale «Souroti»;
INDUSTRIA DEL TABACCO
79% di Sekap, industria del tabacco;
INDUSTRIA DEL TURISMO
Makedonia Palace Hotel a Salonicco;
Xenia Palace a Paliouri, nella Penisola della Calcidica;
Sviluppo Centro Termale di Thermi;
SPORT
PAOK Football Club di Salonicco;
REAL ESTATE
L’ex «NATO building» di Salonicco;
Vari importanti edifici di importanza storica in Salonicco, fra i quali la «Casa Rossa»;
La Russia e le infrastrutture greche
La città di Salonicco, nel Nord della Grecia, ricopre per la propria posizione geografica un ruolo strategico di accesso ai Balcani. A solo un’ora di strada dal confine bulgaro e da quello macedone, il porto di Salonicco è stato utilizzato sia dalla NATO sia da molti operatori civili.
La società di gestione del porto (ΟΛΘ) è stata recentemente privatizzata, attraverso la vendita del 66% del capitale.
La gara indetta ha visto un vincitore nel Consorzi South Europe Gateway Thessaloniki (SEGT) Limited  composta da Deutsche Invest Equity Partners GmbH, Belterra Investments Ltd. e Terminal Link SAS, per la cifra di 231,926,000 €.
Belterra Investments Ltd è una società cipriota facente capo a Ivan Savvidis.
L’operazione ha provocato l’allarme dell’ambasciatore USA in Grecia Jeoffrey Pyatt, il quale sottolinea il rischio dell’aumentata presenza russa in infrastrutture chiave nei Balcani. Belterra e Deutsch Invest Equity Partners sono in gara anche per la privatizzazione dell’Autostrada Engatia che corre dal confine Greco/turco sino al porto di Igoumenitsa, verso l’Italia.
La presenza russa viene segnalata anche nel settore del del gas naturale, via Fluxys (TAP e DESFA). Nonostante Fluxys sia una società belga, viene ritenuta contigua a Gazprom, una delle armi russe contro la UE.
Il simbolismo sociale
La politica di investimenti di Ivan Savvidis non ha solo una logica economica e finanziaria. Ha un forte carattere salvifico e sociale. Il gruppo del magnate greco-russo è intervenuto, negli anni difficilissimi della crisi a salvare aziende e simboli della cultura popolare greca, oltre a mantenere e creare posti di lavoro in un paese afflitto dalla più alta disoccupazione in ambito europeo. Un’azione da grande comunicatore.
Salvare aziende e posti di lavoro come dimostrazione di una via alternativa alla UE
Abbiamo visto nelle pagine precedenti e lo vedremo anche in quella seguente, come le decisioni di Ivan Savvidis seguano anche una precisa strategia ad alto impatto politico:
Salvare posti di lavoro in aziende in crisi;
Investire nel momento in cui i partner occidentali della Grecia non lo fanno;
Investire in quei settori che i Greci sentono come fondamentali per lo sviluppo del Paese: turismo ed alimentare;
Scegliere investimenti simbolo;
Indubbiamente Savvidis ha investito nel momento giusto nei posti giusti. Inoltre, essendo greco-russo ha saputo capire lo spirito greco in un momento di umiliazioni (Troika) e paure (Turchia). Guadagnando così una vasta popolarità presso una vasta fetta di opinione pubblica.
Fra investimenti in corso ed investimenti in preparazione, Savvidis ha salvato o generato migliaia di posti di lavoro in tutto il Paese, specialmente nell’area di Salonicco e della Regione della Macedonia Centrale.
I nuovi investimenti annunciati nel settore turistico ed in quello alimentare, ampiamente sottovalutati nelle proprie potenzialità di primi contributori allo sviluppo economico, accresceranno ulteriormente l’importanza politica ed economica di Savvidis e della Russia. Una scelta di campo politico Savvidis l’ha fatta, sostenendo apertamente il partito di governo Syriza che, sebbene ancorato a UE e NATO, ha nelle sue frange di sinistra un’aperta ostilità verso l’Alleanza Atlantica. Savvidis ha anche aspramente criticato il leader del partito di opposizione Kostantinos Mitsotakis (Nea Dimokratia), apertamente filo atlantico e filo UE.
Savvidis e la religione e il simbolismo religioso
Ivan Savvidis è un uomo religioso, ortodosso, come i Greci e i Russi. Pur nelle differenze di rito fra Chiesa Autocefala Greca e Chiesa Russa, Savvidis riesce, grazie ad una sapiente comunicazione, ad essere un «eroe» per entrambi i popoli di fedeli. Incarna in Grecia il mito del ritorno di Costantinopoli all’Ortodossia, grazie al «Popolo Biondo venuto dal Nord».
La società greca è profondamente religiosa: la ritualità ortodossa ricopre un ruolo importante nella vita sociale.
Savvidis è un uomo che dimostra platealmente la propria religiosità ortodossa, presenziando ogni anno alla cerimonia del «Sacro Fuoco», del Sabato Santo di Pasqua che si tiene presso il Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Anche dalla Diaspora greca e dalla cacciata (Pogrom) dei greci di Costantinopoli (Istanbul) nel 1953.
La Profezia di Agios Kosmas l’Etolo, altrettanto vissuta con passione da parte dei greci, prevede che saranno i Russi (il popolo biondo proveniente dal Nord) a restituire la Città (Η Πόλη) all’Ortodossia ed al popolo greco.
La Profezia è stata poi ripetuta da un Agios Paisios, uno dei santi maggiormente amati da tutti gli ortodossi greci e non. La sua tomba, presso il Monastero di Souroti (Salonicco) è meta di decine di migliaia di fedeli ogni anno, provenienti da tutto il mondo ortodosso. Proprio a Souroti si trova uno degli investimenti simbolo di Savvidis il russo. Souroti infatti è anche il marchio storico di una celebre acqua minerale gassata greca. La società che imbottiglia tale acqua fu salvata dal crack nel 2017 proprio attraverso la società Belterra investments. Savvidis che viene da quella Russia che, proprio secondo il Santo di Souroti, Paisios, restituirà Costantinopoli e Santa Sofia all’Ortodossia ed alla Grecia, ha salvato una società simbolo in Grecia e decine di posti di lavoro nella Grecia in crisi.
Un mix di attività religiose e di sostegno economico e finanziario ad aziende simbolo che costituisce un potentissimo strumento di impressione e acquisizione del favore di larga parte dell’opinione pubblica a Salonicco e nel resto del Nord della Grecia.
La diaspora greca ed il genocidio dei Greci del Ponto
Negli anni a cavallo del secondo decennio del secolo scorso (1913-1922), ebbe luogo uno degli eventi più drammatici della storia greca. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e le recenti sconfitte nelle due Guerre Balcaniche, il governo ottomano, sotto il Sultano Mehmed V, decise l’espulsione delle minoranze etniche e religiose ancora presenti sul territorio del morente impero, che venivano giudicate come minaccia alla sicurezza nazionale.
Continuata sino al 1922, questa politica degenerò presto in pratiche genocidiali. In particolare il genocidio degli Armeni, dei Greci del Ponto, degli Assiri, dei Caldei e dei Siriaci.
Il genocidio dei greci pontici le cui stime variano da un minimo di 360.000 vittime (Merril D. Peterson), ad un massimo di 750.000 (Constantine G Hatzidimitriou), è stato riconosciuto dai Parlamenti di Svezia, Austria e Olanda.
Oltre alle vittime, un numero di profughi (superiore al milione, secondo il censimento del 1928), raggiunsero la Grecia.
Il simbolismo nazionalista
Lo stesso cognome di Ivan Savvidis ricorda la Diaspora greca ed il genocidio dei greci Pontiaci in Turchia. Avvenimenti lontani quasi un secolo (1913-1922), ma ancora fortissimi nella coscienza ellenica, che mai smetterà di sognare il ritorno, aiutati dal popolo biondo (i russi, come Savvidis) venuto dal nord. Savvidis è anche presidente della politicamente potente Associazione delle Comunità Elleniche.
Il nazionalismo greco un forte bacino elettorale
La strategia di investimento di Savvidis si è anche focalizzata sul sentimento nazionalista greco, specialmente in Grecia del Nord, ove le questioni relative alla disputa sul nome Macedonia e sulla Diaspora greca sono argomenti di fortissimo impatto, anche elettorale.
La sola questione pontica riguarda un bacino elettorale di circa 400.000 elettori (su di un totale di circa 9.800.000 aventi diritto).
Savvidis è presidente delle Comunità greche di Russia e Coordinatore del Consiglio della Diaspora Ellenica.
La questione macedone è invece sensibile in tutta la Grecia del Nord, come dimostrato dalle recenti manifestazioni indette a difesa dell’eredità greca sul nome, un bacino di milioni di voti potenziali. Risalente ai tempi del Regno di Macedonia, di cui Alessandro il Grande è l’esponente di maggior spicco. Salonicco accorpa attorno a sé i i maggiori centri (Salonicco, Vergina, Pella, Pydna, Dion) di tale regno.
La strategia di investimento e comunicativa di Savvidis, come nel caso delle acque minerali di Souroti, ha accorpato simbolismo e difesa dell’occupazione. Un binomio di esplosiva importanza politica.
Un primo investimento “politico” è stata l’acquisizione della squadra calcistica di Salonicco, PAOK SA, i cui tifosi si identificano con la diaspora dei greci di Costantinopoli e della Turchia in genere.
Proprio nelle scorse settimane la tifoseria organizzat del Paok ha organizzato veementi proteste contro il governo ellenico.
Un altro investimento ad alto valore “politico” è stato il salvataggio del Hotel simbolo di Salonicco, il Makedonia Palace, portatore dell’amato nome Macedonia. Destinato alla chiusura, nel 2017 venne rilevato da Dimera Group di Savvidis, così salvando un altro simbolo caro al nazionalismo greco, oltre a numerosi posti di lavoro.
La comunicazione
Attraverso la società Dimera Group Media Savvidis controlla canali televisivi e quotidiani. Così creando un importante canale comunicativo con il quale far risaltare la propria opera di «amico del popolo greco». La necessità di controllo di alcuni media dimostra come quella di Savvidis non sia solo l’attività di un investitore, ma attività con un fondo politico.
Fra i più importanti investimenti di Savvidis in Grecia, troviamo anche i media. Immancabile strumento per chi deve comunicare con i propri potenziali elettori.
Dimera Group Media, la società dedicata del gruppo di Savvidis, controlla dal 2017 il canale televisivo «Epsilon» che a seguito di importanti investimenti è diventato uno dei principali canali nazionali, grazie sia alla qualità delle immagini (HD), sia al fatto di aver scritturato alcuni dei più importanti volti della televisione greca.
«Epsilon» collabora con diversi canali anche ciprioti (Plus TV e Capital TV Cyprus).
Un secondo canale televisivo, nel quale il gruppo di Savvidis ha investito è uno dei canali storici della TV greca «Mega Channel», del quale il gruppo ha acquisito una quota del 19%.
Mega Channel, il primo canale privato fondato in Grecia nel 1989, dal 2012 è rimasto vittima della crisi, minacciato per lungo tempo di chiusura. Anche grazie agli investimenti di Savvidis, il canale ha potuto continuare la propria attività. Mega TV è un altro caso nel quale il magnate russo è intervenuto in aiuto di un «brand» simbolo in Greca e di posti di lavoro in tempo di crisi.
Dimera Group Media ha acquisito anche un importante ruolo nella carta stampata, attraverso i quotidiani «Ethnos» (La Nazione) e «Imerisia» (Il Giornaliero). Di nuovo, acquisite da Savvidis dopo che entrambe le testate si erano trovate in crisi e con gravi problemi occupazionali. Il solito copione di successo di Savvidis.
Attraverso i suoi media, Savvidis sta creando l’immagine voluta. La comunicazione di Savvidis si appoggia anche sui piloni già visti della religione e del nazionalismo greci.
CONCLUSIONI
Salonicco e la Grecia del Nord, sono la porta dei Balcani, un centro energetico e logistico di fondamentale importanza per la UE e la NATO.
Il controllo e l’influenza politica di quest’area, attraverso un saggio mix di interventi mirati al favore politico delle popolazioni locali è un fenomeno da non sottovalutare. Potrebbe essere parte della strategia di indebolimento politico, economico ed industriale della UE, oltre all’affievolimento dell’azione della NATO.
Va detto che le azioni del magnate greco-russo Savvidis, come quelle di altri magnati russi, sono certamente legali e del tutto legittime. Hanno anche largamente offerto benefici all’economia locale, cosa che va riconosciuta ed elogiata.
Accusarlo perciò di azioni sovversive non è corretto a nostro parere, soprattutto in mancanza di prove di tali scopi. Questo vale per Savvidis, come per gli altri imprenditori russi nei Balcani. Infatti, è bene ricordare che nessuno di loro è stato apertamente accusato di nulla.
Va certamente indagato e controllato il potenziale utilizzo politico del consenso così attentamente costruito da parte di alcuni uomini legati in vario modo a Mosca. Vanno altresì indagate, come dice l’ambasciatore USA ad Atene Geoffrey Pyatt, le possibili azioni di interferenza di Mosca, soprattutto nei confronti di UE e NATO.
Questo però deve essere fatto nel rispetto di alcune condizioni fondamentali.
Ovvero, senza demonizzare o assegnare patenti di colpevolezza delle quali non ci sono prove, ed evitando paranoiche cacce alle streghe nei confronti di imprenditori, la cui opera ha senza dubbio portato benefici alle comunità locali. Azioni e risultati dei quali è giusto rendere merito e che andrebbero incentivate nel quadro di politiche volte allo stimolo della cooperazione internazionale ed al riavvicinamento fra partner naturali come Russia ed UE.
Marco Florian Enad


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