05:38 lunedì 25.11.2024
Erdogan, asso pigliatutto?
Il piano EGAYDAAK e l’espansionismo turco in Egeo per il controllo del Mediterraneo centro orientale
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22-04-2018 - Era il 1996 quando i servizi ellenici scoprirono l’esistenza di un Piano redatto dall’Accademia Militare Turca, chiamato EGAYDAAK, acronimo di “Egemenligi Anlasmalarla Yunanistan’a Devredilmemis Ada Adacιkve Kayalιklar”. Possiamo tradurlo in italiano come “Isole, isolette e scogli dei quali la sovranità non è stata ceduta alla Grecia”. Questa è ovviamente l’interpretazione di Ankara, contrastante però con la lettera di tre Trattati: Losanna 1922, Roma 1932 e Parigi 1947.
Oggi EGAYDAAK è un piano sempre attuale, richiamato e sostenuto da tutti i principali partiti turchi, e contribuisce a spiegare l’attività turca con le frequenti Navtex, le violazioni dello spazio aereo e marittimo greco, la denuncia dei Trattati di cui sopra.
La EGAYDAAK è la base di quella teoria delle “Zone Grigie” che il Presidente Recep Tayyip Erdogan ed il Ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu hanno più volte reclamato, sempre contestati dalla controparte greca.
LETTERA A/72/820 DEL 6 DI APRILE 2018 ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE – LA TURCHIA PUNTA A SMANTELLARE LE EEZ CIPRIOTA E GRECA
Non più tardi di 15 giorni fa, il 6 di Aprile 2018, il Rappresentante Permanente per la Turchia alle NU, ambasciatore Feridun H. Sinirlioglou, ha inviato al Segretario Generale una lettera (Ref. A/72/820), sottolineando la posizione di Ankara sui diritti turchi “ipso facto and ab initio” sul mar Egeo. Diritti che non tengono in conto le disposizioni della UNCLOS, ma che derivano dalla piattaforma continentale turca.
Qual è il punto saliente di questa lettera?
Le pretese turche semplicemente smantellano le ZEE greca e cipriota, ignorando la UNLCOS (Convention on the Law of the Sea), in particolare gli effetti dell’isola greca di Kastellorizos nella definizione delle ZEE. In poche parole il piano turco è quello di diminuire e dividere le ZEE greca e cipriota, entrando in controllo di consistenti risorse sottomarine.
La lettera è stata inviata in risposta ad un’altra lettera ( A/72/760) firmata congiuntamente dai rappresentanti di Grecia, Cipro ed Egitto, nella quale I tre Paesi annunciavano la volontà di definire i confini delle reciproche ZEE, secondo i principi della UNCLOS. Nella stessa lettera i tre Paesi chiedevano alla Turchia di cessare ogni attività illegale nelle ZEE cipriota e greca e di rispettare la UNCLOS, oltre ad evitare provocazioni future.
UNCLOS, LA LEGGE DEL MARE, LA FORMAZIONE DELLE EEZ ED IL CONTROLLO NEL MEDITERRANEO ORIENTALE
Nel 1982 la Turchia non firmò la UNCLOS, ovvero la Convenzione ONU sulla Legge del Mare per due motivi: per poter avanzare pretese sulla ZEE cipriota e greca e perché la UNCLOS cambierebbe lo stato dei Dardanelli, un vantaggio che Ankara ovviamente non vuole perdere.
Le ZEE greca e cipriota influiscono in maniera fondamentale sulla ripartizione di risorse, controllo delle aree SAR, controllo delle aree di pesca. Il problema con la ZEE cipriota e greca, lo possiamo riassumere in alcuni punti:
La Unclos anche a causa della particolare posizione dell’isola Greca di Kastellorizos, fa si che la Turchia controlli solo il 7,5% del Mar Egeo;
Diretta conseguenza è che la Turchia non controlla sostanziali risorse sottomarine, localizzate soprattutto attorno a Cipro e a Sud di Creta.
LA CURIOSA APPLICAZIONE “A’ LA CARTE” DEI PRINCIPI DA PARTE DI ANKARA E GLI ARTICOLI DELLA UNCLOS
La Turchia accampa il Principio degli "Uguali Diritti" fra sé e gli altri stati rivieraschi, inclusa Cipro Nord: 
La posizione turca è stata ben espressa dal Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu in varie occasioni, e possiamo riassumerla come segue: la Turchia si oppone al contenuto degli articolo 121 (specie il paragrafo 2), 122, 123 della Unclos III del 1982; 
l'Art. 121 della Unclos, “Il Regime delle Isole“, nel paragrafo 2, stabilisce che il regime delle isole (e quindi la definizione dei territori marittimi, le zone contigue, le ZEE e la placca continentale)  è parificato a quello di altri territori. Cosa significa? Che vengono negate le pretese turche di definire le ZEE sulla base dei principi di popolazione, dimensioni, geomorfologia.
Gli Art. 122 e 123 "Mari Interni o Semi Interni" negano ugualmente le pretese turche di applicare a Cipro regimi speciali;
Ragion per la quale Cipro, nel 2004 ha proclamato la propria ZEE sulla base della Linea Mediana della distanza fra gli stati rivieraschi. La Grecia non ha ancora ratificato la propria ZEE anche a causa della necessità di valutare gli effetti di un voto parlamentare turco del 1995. Tale voto prevede infatti che tale atto da parte greca risulterebbe in un “casus belli”;
Ciò nonostante in un recente viaggio in Egitto, il Ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias, ha espresso la volotà del governo Tsipras di definire i confini della ZEE, secondo i dettami della UNCLOS;
Questo, stante anche la posizione dell'isola greca di Kastellorizos, esclude la Turchia dal controllo di qualsiasi risorsa energetica provata (ovvero i Blocks da 1 a 13); 
Sulla base degli articoli di cui sopra, la UE, che ha ratificato la UNCLOS, riconosce il diritto cipriota e greco alla sovranità sulla propria ZEE.  
I NUMERI VARIABILI: 18, 25, oltre 160.... E UN FORTE SUPPORTO DA PARTE DI TUTTE LE FORZE POLITICHE TURCHE
Esistono diverse versioni della EGAYDAAK che, insieme alla Dottrina della Profondità Strategica, portano il totale delle rivendicazioni da un minimo di 18 isole sino ad un massimo di oltre 160 fra isole, isolette e scogli.
Nonostante il piano sia conosciuto dal 1996 appunto, la prima vera discussione pubblica si ebbe nel 2013, quando l’allora ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu mostrò in Parlamento una lista che comprendeva appunto 25 isole. Ahmet Davutoğlu è autore della “Dottrina della Profondità Strategica”, pubblicata nel 2001.
L’idea di Ahmet Davutoğlu risiede nel fatto che la Turchia debba rivestire un ruolo geostrategico primario, basato sia sul retaggio storico ottomano, sia sulla posizione geografica di Ankara. Elementi che darebbero ad Ankara il diritto e dovere di influenzare una vasta area che include Medio Oriente, Balcani, Mediterrano orientale (quindi Egeo) e aree dell’Africa.
L’idea della EGAYDAAK è stata più volte ripresa anche dal leader dell’opposizione e segretario del Partito kemalista CHP, Kemal Kılıçdaroğlu, il quale ha fatto cenno a 18 isole e sulla base di questo ha curiosamente accusato il Presidente Erdogan di debolezza e di “svendita delle 18 isole” alla Grecia.
Isole reclamate anche dalla leader del partito di destra İYİ Party, Meral Akşener, autrice di dichiarazioni molto violente contro i vicini greci.
CAMBIO DI SCENARIO GEOSTRATEGICO
Il piano EGAYDAAK ha ovviamente uno scopo preciso: fare della Turchia la padrona del Mediterraneo orientale, delle sue risorse, infrastrutture, commerci. Il perfetto compendio per la strategia Neo-Ottomana di Erdogan, guidata dalla Naqshbandiyya (vedremo in un altro articolo di cosa si tratta).
Marco Florian


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