Estote parati... un piano di integrazione d’area mediterraneo e balcanico
Sia che la Turchia scelga la direzione russo-cinese, sia che con una capriola ritorni ad occidente, è meglio prepararsi (seconda parte de: ''Il Vaso di Pandora turco'')
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10-04-2018 - Prepararsi a cosa? Ad una situazione tesa e contrastata nell’area balcano-mediterranea, dal quale scenario l’Italia non potrà estraniarsi, dovendo difendere la stabilità dell’area, data l’ampiezza e la profondità di interessi economici, commerciali ed energetici in ballo.
Marco Florian continua la sua analisi "Il vaso di Pandora turco"
//www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=6346
Nel caso la Turchia passi al campo avverso alla NATO, è ovvio che vedremo un enorme spostamento nell’equilibrio geopolitico dell’area, dove solo Israele e Giordania e un pezzo di Kurdistan resterebbero saldamente in mani USA.
La posizione egiziana sarebbe abbastanza ambigua: nemici di Erdogan ma troppo dipendenti dagli investimenti di Mosca e Pechino, forse resterebbero neutrali, ma non è garantito.
Anzi. E l’Egitto in campo avverso significherebbe per l’Italia e per i Paesi del quadrante, un rischio tremendo: energia, trasporti e commercio (Suez) a rischio, porti italiani e greci a secco. Situazione che invece potrebbe favorire i paesi del Nord della UE, i cui porti diventerebbero approcci sicuri.
Nel caso la Turchia ritorni saldamente in campo NATO, sarà allora la Russia a muoversi per destabilizzare Ankara e creare crisi locali, allo scopo di creare il corridoio che unisca Murmansk a Tartus e influenzare le risorse del bacino mediterraneo. Cosa che favorirebbe anche i piani cinesi della SilkWay (bypassare i Dardanelli e Suez e accedere al Mediterraneo da Tartus) e quelli del PetroYuan.
Scenario non proprio favorevole all’Europa occidentale ed agli USA.
L’integrazione
Gli eventi di questi ultimi mesi hanno chiarito un aspetto: non va data per scontata la presenza NATO e UE nella risoluzione di problemi locali, salvo che questi non assumano dimensioni sistemiche.
Nei casi di problemi non “global”, come ha dimostrato il caso di Saipem12000, Italia, Cipro, Grecia, tre Paesi membri della UE e due (Italia e Grecia) della NATO, hanno ricevuto un appoggio simbolico.
Inazione che ha complicato il quadro strategico e indebolito il “feeling” europeo dei paesi del quadrante.
E questo avviene proprio nel momento in cui il Primo Ministro bulgaro Borisov, lancia un allarme inequivocabile: “Sbrigatevi ad ancorarci definitivamente all’Occidente, altrimenti Russia, Turchia e Cina avranno mano libera nei Balcani; stanno occupando spazio ogni giorno che passa. Siamo noi la garanzia di stabilità, guardate la cartina e capirete perché la Bulgaria è il baluardo dell’Occidente”.
Possiamo allora ipotizzare una nuova struttura, parallela e integrativa a quelle europee e della NATO?
Chiariamo subito e a scanso di equivoci due concetti basilari:
non si tratta di un’iniziativa contro la UE o contro la NATO. Nemmeno alternativa.
Integrativa appunto e a scarico di responsabilità che le due organizzazioni avrebbero difficoltà a gestire (cosa che esporrebbe le stesse a minori critiche da parte di UE e NATO scettici:
È un’idea in fase preliminare e come tale, in questa sede, viene presentata attraverso i concetti base, lasciando ad ulteriori elaborazioni, già in corso, la strutturazione e la proposta completa;
In cosa consisterebbe questa iniziativa, possiamo descriverlo a somme linee:
Creare una struttura operativa sovranazionale di mutua difesa e pronta reazione per minacce che dovessero riguardare lo scenario della cartina allegata;
Tale struttura, operativa su “mandato” approvato dai singoli paesi membri e frutto di un Trattato (simile a quanto fatto per Maastricht), opererebbe come organo di comune difesa e sicurezza, in caso di minacce specifiche, definite nel mandato. Due esempi potrebbero essere i seguenti:
Attacco al territorio di uno dei Paesi membri, in situazione nelle quali l’Art. 5 del Trattato Nato non fosse applicabile o politicamente senza appoggio;
Minaccia alla sicurezza energetica, commerciale, logistica dell’area definita nel mandato, da parte di un soggetto non appartenente alla UE;
In casi non previsti dal mandato, servirebbe la votazione a maggioranza dei membri per eventuali azioni;
Tale struttura potrebbe anche configurarsi come HUB Sud sia della NATO e/o della UE, ove i partecipanti non membri di una delle due Organizzazioni assumerebbero il ruolo di paesi cooperanti;
Avremmo quindi una struttura formata da due tipologie di membri:
Paesi contemporaneamente membri di UE e NATO
Paesi che, non essendo contemporaneamente membri di entrambe (es. Cipro e Albania), assumerebbero il ruolo di cooperanti.
I cooperanti sarebbero membri a pieno titolo del Trattato, ma non sarebbero costretti a partecipare ad operazioni sponsorizzate dalla UE o dalla NATO a seconda della non appartenenza dei primi.
Quali i vantaggi di una tale integrazione?
Prima e ovvia considerazione: una maggior forza ed un maggior peso geopolitico per i Paesi membri e quindi per le istanze degli stessi;
Seconda, parliamo di un’area geopolitica con un PIL nominale pari a ed un PIL PPP superiore del 23% a quello del Regno Unito e del 26% a quello della Francia (Dati FMI 2017);
Maggior flessibilità di reazione, di fronte a specifiche minacce ai paesi immediatamente coinvolti, reazione quindi slegata da interessi meno esposti e basata sulle provvisioni del Mandato del Trattato istitutivo;
Altri vantaggi sono maggiormente tecnico-operativi.
Ottimizzazione dello strumento militare, ovvero:
*eliminazione di unità e comandi ridondanti,
*dismessa di materiali in eccesso e obsoleti e miglioramento tecnico-qualitativo,
*standardizzazione delle dotazioni e della manutenzione,
*standardizzazione dell’addestramento,
Con immediati vantaggi economici:
*risparmi ed economie di scala e scopo:
*ammortizzazione dei costi di sviluppo di nuovi modelli, su serie più lunghe (ovvero su di un numero maggiore di pezzi identici, di quanto realizzabile con ordini sparsi su più modelli);
*costi di sviluppo maggiormente ammortizzati significano minor costo/qualità per unità in acquisizione e quindi *maggiore capacità di acquisto;
*possibilità di richiedere produzioni e manutenzioni in loco e compensazioni in caso di acquisizione di materiali esteri;
*possibilità di procedere a progetti congiunti di R&D;
Vantaggi sociali, occupazionali:
*consenso sociale portato da:
*occupazione in nuove unità produttive o poli manutentivi e nell’indotto, sparsi sul territorio,
*occupazione nell’indotto industriale,
*aumento dell’occupazione specializzata e ad alta produttività,
Vantaggi in termini di sviluppo:
*la produzione militare, ricca in VA e R&D possiede un moltiplicatore più alto di altre forme di investimento pubblico;
*quindi una spesa militare che benefici dei vantaggi di cui a punti....... maggiormente diretta a prodotti domestici contribuisce ad un maggiore sviluppo economico;
*tale politica contribuisce ad un pattern economico ed industriale più avanzato e competitivo;
*maggiori introiti fiscali
Quanto sono importanti i Balcani e l’Eastmed per l’Italia?
Quanto export! L’Italia esporta dell’area compresa fra i Balcani e il Mediterraneo Centrale una cifra doppia di quanto esporti in Cina, Russia e India insieme!
Sicurezza Energetica!
Quanti investimenti!
Tutte le maggiori aziende italiane possiedono posizioni di leadership nei mercati balcanici, specie nei settori strategici come la produzione di energia, l’alimentare, la rete dati, la logistica e i trasporti, le costruzioni;
44.000 aziende a capitale italiano lavorano in Romania;
Le aziende a capitale italiano producono il 5% del PIL bulgaro;
Le aziende italiane hanno una posizione predominante nel settore dell’Oil&Gas nel settore Eastmed;
*I porti italiani...
*I porti italiani sono la porta principale di accesso all’Europa per le merci in arrivo da Oriente, via Suez, con una capacità di circa 57 milioni di TEU;
*I porti italiani contribuiscono in maniera fondamentale all’economia nazionale;
In caso di instabilità delle vie di accesso (Suez, Mediterraneo orientale), tale traffico prenderebbe la via del Nord Europa, con enorme danno per l’economia e la posizione geopolitica italiane;
CONCLUSIONE
Eventi maggiori attendono il nostro quadro geopolitico.
Eventi che potrebbero avere effetti molto rilevanti sull’economia, la sicurezza, lo sviluppo italiani (e in genere dei nostri partners nel quadro del Mediterraneo centro orientale e dei Balcani. Aree per noi fondamentali.
Potremo rispondere a tali eventi con le attuali strutture, oppure è ora di considerare riforme e nuove forme di cooperazione? Pensiamo ai vantaggi di un’integrazione mediterranea e balcanica.
Marco Florian
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