La gemma verde dell’Arma
L’addestramento presso la Scuola di perfezionamento al tiro (CPT), una delle attività in cui i Forestali sono impegnati da quando è avvenuto l’accorpamento nell’Arma dei Carabinieri (Esclusiva)
fotografie di: Daniel Papagni e L.Coculo
01-03-2017 - La riforma della pubblica amministrazione, in atto da un paio d’anni, inizialmente prevedeva che il Corpo forestale dello Stato, insieme alla polizia penitenziaria, venisse incorporato nella Polizia di Stato, mentre la Finanza nell’Arma dei Carabinieri, nell’ottica di realizzare una riduzione da cinque polizie nazionali a due.
Attualmente, la riduzione è da cinque a quattro, con l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri.
Dal primo gennaio 2017, dunque, il quarto corpo di polizia del Paese, con 7.700 forestali, indossa la divisa con l’emblema dell’Arma.
E ne segue i corsi di preparazione ai vari impegni operativi che li riguardano.
Siamo stati testimoni, in esclusiva, dell’attività di addestramento al tiro dei forestali nella sede del CPT (Centro Perfezionamento al Tiro) ora Scuola di perfezionamento al tiro, di Roma, nella Caserma Talamo, al comando del colonnello Carlo Fischione, carabiniere paracadutista il quale, cordiale padrone di casa, ci ha illustrato le caratteristiche e le particolari attività del Centro.
L’occasione è stata anche propizia per incontrare il generale Carmelo Burgio, Ispettore degli Istituti di specializzazione dell’Arma dei Carabinieri, con il quale abbiamo avviato un'interessante conversazione, per capire in modo più approfondito in cosa consista il “cambiamento’’.
Il corpo forestale è una condizione di “civile”, come può compenetrare in una condizione di militare?
"Il personale del Corpo Forestale, ci spiega il generale Burgio, fatta eccezione per limitatissime aliquote che sono confluite nei Vigili del Fuoco o che hanno chiesto la mobilità per essere trasferiti in altri ministeri, ha acquisito lo stato di militare automaticamente.
Tutti coloro che sono passati nell’Arma dei Carabinieri sono militari.
Nel corpo forestale c’era un’aliquota di personale civile omologato al personale di truppa, ai nostri brigadieri, marescialli, che ora sta diventando militare.
In questo momento, essi stanno facendo un corso, al termine del quale, se saranno considerati idonei all’impiego di armi, indosseranno la divisa di carabiniere diventando anch’essi militari. Entrano nell’Arma a condizione che superino il Corso.
Un gruppo sta frequentando il Corso presso la Scuola allievi di Roma e da lì andranno alla Scuola di perfezionamento al tiro per superare la fase cruciale che li abiliterà a diventare militari".
Quindi non devono frequentare Corsi propedeutici, ma direttamente quelli che caratterizzano i vostri all’interno dell’Arma?
" I forestali erano già perfettamente abilitati per fare il proprio lavoro, tiene a precisare Burgio, i loro corsi duravano quanto i nostri. A questo personale ora viene impartito quel tipo di corso che completa la formazione utile per diventare Carabiniere.
Il Corpo forestale non è stato eliminato dalle sue proprie funzioni; l’Arma non è che ha preso le 7.700 persone della forestale per rinforzare la propria struttura territoriale, ma ha preso la ‘’funzione’’ che è rimasta, costituita di persone con un’altra uniforme."
Quindi, l’aver fatto confluire il Corpo forestale dello stato nell’Arma dei Carabinieri non significa che in futuro ci saranno 7.700 carabinieri in più; sappiamo che alcuni, (di questi anche alcuni quarantenni), stanno mettendo la divisa per la prima volta; civili, periti, revisori che frequentano il corso e poi l’addestramento indosseranno, per la prima volta, la divisa, quella da carabiniere. Nessuno però pretende che domani siano tutti carabinieri, cancellando il loro glorioso passato di forestali, perché essi sapranno cercare quali settori in cui potranno essere in grado di gestire le proprie competenze, dove andare a prendere cosa per fare qualche cosa, ma, da ora, con lo spirito di corpo dell’Arma.
Competenza ed umiltà, momenti in cui si opera e momenti in cui si apprende, in un percorso continuo con scambio reciproco di esperienze.
Chiediamo ancora al generale Burgio:
Come affronterà la novità il cittadino? Come si abituerà al cambiamento e con quale approccio?
"Per le attività di polizia rimane la stessa funzione di prima; così per le altre attività, come quella di stare vicino alla gente per trasmettere la cultura dell’ambiente o dei beni culturali; avvicinare i bambini nelle scuole, accompagnarli a visitare i parchi nazionali o una centrale operativa, per far loro conoscere anche quali siano le attività dei Carabinieri".
Aiutare così la gente ad approfondire la conoscenza di una figura che non deve essere considerata “l’uomo nero”, colui che controlla e punisce, ma colui che sta vicino alla gente per aiutarla; l’unione del corpo forestale con l’Arma sarà un moltiplicatore di credibilità, per uno scambio di competenze, come in una “Joint Venture”.
"Sono molto motivati, interviene il colonnello Carlo Fischione, comandante del CPT, in cui i Forestali ricevono l’addestramento al tiro.
E quindi gli chiediamo:
Quali sono le attività e le competenze del CPT?
"Il Centro di Perfezionamento al tiro è una delle Scuole istituite per il settore specifico dell’armamento e del suo impiego. Siamo un’istituzione dell’Arma dal 1971, con un nucleo iniziale di formazione, creato in seguito alle esigenze di polizia a livello di tecniche di uso e impiego delle armi, derivanti da una situazione sociale che si andava complicando con le prime avvisaglie di terrorismo organizzato degli Anni 70".
Veniamo a sapere che inizialmente l’Arma ha dato uno sguardo alle strutture dei vari Paesi, puntando come esempio alla scuola francese, “l’École spéciale militaire de Saint-Cyr” che forma i quadri dell’Armée de Terre, che a sua volta aveva preso spunto dall’istituto americano dell’FBI.
"Dopo il confronto con la scuola francese, è nato il Centro perfezionamento al tiro che è in seguito assurto a comando di corpo nel 2004, come “Scuola di perfezionamento al tiro.
Attualmente, operiamo su due fronti, uno interno per la specializzazione dei nostri militari nei settori di tiro come istruttori, nel settore di armamento come ufficiali di armamento e armaioli e in tutti i settori in cui dobbiamo abilitare ad esigenze specifiche determinate figure assegnate dal comando generale.
Ad esempio, se vien introdotta una nuova tipologia d’arma, verranno da noi per apprenderne l’impiego.
Sul fronte esterno invece, operiamo nell’ambito della cooperazione internazionale; ultimamente addestriamo le gendarmerie di Senegal, Marocco, Algeria, Gibuti, Turchia, Mozambico e Montenegro; istruiti da noi, a loro volta istruiscono il proprio personale quando rientrano nel loro Paese".
Impegno del CPT è anche la sperimentazione delle armi, per valutare cosa sia utile per l’attività quotidiana o per esigenze specifiche, in particolari teatri, nell’ambito dell’Arma dei Carabinieri; per altri reparti ci sono stati scambi con le FFAA: anche i Fanti dell’aria dell’Aeronautica Militare hanno ricevuto l’addestramento come tiratori scelti.
Chiediamo ancora al colonnello Fischione:
Quali sono le caratteristiche richieste per un addestramento efficace?
"Puntiamo su postura, aggressività, determinazione e velocità dell’operatore; su buona condizione fisica e buon coordinamento psicomotorio e su un valido addestramento: caratteristiche necessarie per chi deve operare bene quando è necessario che operi.
A disposizione della scuola vi sono strumenti tecnologici e personale specializzato come nell’uso del simulatore, creato su modello americano, con la proiezione di scenari e situazioni a cui i Carabinieri si possono trovare a far fronte.
L’idea è stata di attuare poche e semplice tecniche di facili esecuzione, così da poterle consolidare muscolarmente più facilmente e ripeterle quando ritiene più opportuno (l’addestramento va mantenuto) e se sono facili può anche in bianco (simulazione) procedere ad un altro addestramento, con le eventuali dovute correzioni decise dall’istruttore di volta in volta.
Lavorando su questa analisi, i fatti ci portano a dire, senza presunzione, che negli ultimi anni vi è stata drastica diminuzione dell’uso delle armi, drastica riduzione dei colpi esplosi.
L’anno scorso su 13 conflitti a fuoco in senso stretto e su un uso delle armi che si aggirava intorno a 108 situazioni, abbiamo visto un comportamento dei militari molto corretto (un solo carabiniere è rimasto ferito)
Un valido addestramento, testimone di un percorso positivo, che porterà per gli anni avvenire un netto miglioramento per il controllo e l’impiego delle armi".
Generale Burgio, cos’è l’Ispettorato, qual è la sua attività precipua?
"L’Ispettorato per gli istituti di specializzazione dell’Arma dei Carabinieri è stato istituito il primo gennaio di quest’anno ed è, come direbbero gli anglosassoni, uno dei “pillars” del cosiddetto Comando delle Scuole dell’Arma”.
Il comando delle Scuole consiste nelle scuole che formano ufficiali, sottufficiali e la scuola Carabinieri, la cui sede principale è a Roma; e poi sedi distaccate a Reggio Calabria, Campobasso e Iglesias, costituendo i primi tre pilastri".
//www.carabinieri.it/arma/oggi/reparti/organizzazione-addestrativa/organizzazione-addestrativa
Tiene a precisare Burgio che la scuola di Torino, la prima ad essere creata, è ancora nella stessa sede in cui nel 1814 fu istituita l’Arma dei Carabinieri, scuola storica e prima caserma dei Carabinieri.
A fianco dei tre pilastri che danno l’addestramento di base alle varie categorie, l’Ispettorato è stato istituito a riunire tutto l’universo addestrativo, assumendone la responsabilità del percorso, che possiamo chiamare di “secondo tempo”.
Descrive la situazione del passato, quando la scuola di addestramento alpino dipendeva dalla Legione di Bolzano, la scuola del centro subacquei dalla Legione di Genova; il Centro cinofili dalla Legione di Firenze.
L’ispettorato, ora, ha assunto la responsabilità dei tre Reparti (Bolzano, Genova e Firenze); il Centro subacquei di Genova forma i Carabinieri sub insieme alla Scuola della Marina del Varignano, il Centro di addestramento alpino di Selva di Val Gardena, per roccia e sci, che a sua volta ha assunto alle proprie dipendenze il Centro di addestramento alpino della Forestale, che stava prima ad Auronzo di Cadore, dove trascorreva le proprie vacanze il presidente Cossiga, negli Anni 80.
La Scuola di lingue a Roma, il CPT a Roma che fornisce le qualifiche per l’impiego delle armi, la Scuola superiore per il perfezionamento delle tecniche investigative, a Velletri.
A fianco di queste Scuole, scuole dell’Arma, sono state inserite nell’Ispettorato anche le scuole della Forestale, (la cui casa madre è a Città Ducale, Rieti), che ora non si chiama più “scuola forestale” ma “Scuola Carabinieri forestale’’, da cui dipendono le Scuole di Ceva, Sabaudia, Rieti e Castel Volturno.
Finora addestravano il “forestale di base”; ora queste scuole serviranno per dare addestramento forestale ai Carabinieri che hanno concluso l’iter formativo da Carabiniere.
Dunque uno scambio formativo nelle varie specialità richieste dalle esigenze operative, nelle quali l’Arma dei Carabinieri, che da sempre ricopre impegni di grande specializzazione nel corso della propria evoluzione, è completa.
"L’aver acquisito il corpo forestale, sottolinea l’Ispettore Burgio, non significa che l’Arma abbia acquisito solo ora “mentalità ambientalista”: non dimentichiamo che l’Arma costituì il Noe, Nucleo operativo ecologico, oltre trent’anni fa. Il Noe faceva parte del settore sanitario, il settore che controlla quali violazioni all’ambiente siano compiute da determinati organismi.
La fusione del Corpo forestale dello Stato completa l’Arma, come la più grossa polizia ambientale d’Europa e forse del mondo".
Il connubio di acquisire informazioni ed elaborarle e la capacità di comprendere lo specifico problema ambientale la fa esser dunque la prima polizia ambientale d’Europa e quindi chiediamo a Burgio:
Nell’ambito della Gendarmeria europea dunque possiamo considerare l’Italia come fornitrice di competenze di elevato livello?
"Eurogendfor ha una finalità settoriale, orientata alle operazioni fuori area, peacekeeping, polizia giudiziaria; invece, in questo caso, parlerei di “Arma in contesto europeo generale”: già ora nel settore della tutela del patrimonio culturale abbiamo i Caschi blu dell ONU.
Così come a suo tempo gli Stati Uniti e la Nato si orientarono sull’Arma per la famosa attività del MSU, (multinational specializing unit), perché l’Arma ha una componente di ordine pubblico robusta e componenti di spiccata connotazione militare".
C’è dunque da prevedere che il consesso politico europeo possa guardare all’Arma per sfruttare gli strumenti di cui l’Arma da 30 anni si è dotata, compresa la mentalità e la capacità di lavorare in Team.
Ricorda Burgio la sua esperienza di comandante a Nassirya, dove con piccola squadra di Nas, Noe e tutela del patrimonio culturale furono in grado, in quel pur difficile contesto, se non di controllare la difesa dell’ambiente almeno di contribuire al lavoro della componente della tutela del patrimonio culturale, monitorando e censendo tutti i siti archeologici, contrastando le attività delle bande di saccheggiatori dei siti, addestrando ed armando le guardie che li dovevano vigilare, utilizzando anche parte della polizia locale, impiegandola quasi come ausiliari e arrestando tanti saccheggiatori.
Il museo fu tutelato e si ricominciarono ad effettuare gli scavi.
La panoplia di strumenti a disposizione sicuramente offre grandi opzioni; ricorda ancora Burgio come in Kosovo i Carabinieri dell’MSU furono determinanti nella difesa e nelle investigazioni.
E ne possiamo essere testimoni, avendo seguito da vicino le loro attività non solo in Kosovo, ma anche in Libano, in Afghanistan ed ovunque l’Italia sia impegnata in missioni internazionali, di cui pubblichiamo le immagini.
"L’Arma è stata creata per star vicino alla gente e con la forestale sarà ancora più capillare la sua presenza nel territorio, con più strutture che si scambieranno informazioni in modo più rapido e preciso".
L’Arma attualmente con l’addestramento svolge grossa attività di sostegno a forze di sicurezza di vari Paesi, ma soprattutto alle forse di sicurezza del terzo mondo, con il Centre of Excellence for Stability Police Units (CoESPU) che ha sede a Vicenza: Senegal, Djbuti, Uganda, Somalia sono alcuni dei Paesi cui l’Italia offre attività addestrativa.
I Cileni, ad esempio, a cui non mancano certo le montagne provenendo dalle Ande, si appoggiano all’Arma, alla scuola di addestramento alpino in Val Gardena, per perfezionare il modo di arrampicarsi o di sciare …
//www.carabinieri.it/arma/coespu/introduzione
"L’Arma insegna non solo come si fanno determinate attività, sottolinea ancora Burgio, ma anche come si può modificare il tessuto legislativo; perché è importante avere leggi che consentano di operare sul territorio.
Ed in tale settore è avanzatissima, tanto che vari Paesi, magari più moderni, ma senza l’esperienza che abbiamo noi, a noi chiedono come sia possibile variare alcune normative: expertise che va a favore delle organizzazioni internazionali, tipo Europol, Eurogendfor".
Insomma una storia che continua ad accreditare sempre maggiori risorse e a distinguersi a livello internazionale.
Ricordiamo ancora le parole del generale David Petraeus, quando comandava la missione in Afghanistan, Enduring Freedom e IsaF, che fece all’Italia una precisa richiesta:
“Give me more carabinieri”.
Maria Clara Mussa
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