22:51 lunedì 25.11.2024
L'altra faccia della medaglia
Al governo chiediamo ''unico riconoscimento’’, i caduti per la Patria sono tutti uguali. L’Associazione ''Mario Frasca’’ in piazza Montecitorio fa sentire la sua voce
fotografie di: Daniel Papagni

26-02-2016 - L’associazione Mario Frasca sostiene che i caduti italiani, dal 1950 ad oggi, sono stati riconosciuti in maniera diversa dal ministero della Difesa, non per quanto hanno fatto o per quello che sono stati, ma per il modo in cui sono caduti.
Chi è morto per un colpo d’arma da fuoco, o per un ribaltamento di un mezzo militare o per una disattenzione di un collega di lavoro in teatro operativo, era impegnato in missione di pace e non certo in gita a Disneyland.
Dunque, ancora esistono ‘caduti di serie A e di serie B’, dicono genitori e fratelli che a Montecitorio, a Roma, si sono riuniti la mattina del 25 febbraio scorso, aspettando che qualche deputato lasciasse il proprio scranno per ascoltare le loro proposte e richieste.
Da quattro anni l’Associazione opera sul territorio italiano, senza che alcun politico ancora le si sia avvicinato.
Vincenzo, il fratello del caporal maggiore capo Mario Frasca, caduto in Afghanistan nel settembre del 2011, insiste con fermezza sull’impegno che il governo dovrebbe prendere, per assicurare uguale dignità ai caduti e uguale estensione dei benefici di indennità ai parenti “primi”, cioè a genitori e fratelli dei caduti.
“Mario era un grande esperto di comunicazioni, intelligence…” dice Vincenzo.
“Il 4 novembre scorso, durante la cerimonia di commemorazione dei caduti, davanti alla targa in cui sono impressi i loro nomi, il presidente della Repubblica Mattarella ha stretto la mano a tutti i parenti…ma poi, alla nostra richiesta di aiuto, di collaborazione, di udienza non ha mostrato il medesimo interesse: quali impegni istituzionali gli impediscono di avere l’onore di ricevere un famigliare dei caduti; attendiamo una data possibile, siamo disponibili anche la domenica”.
Mostra la lettera di risposta alla loro richiesta di esser ricevuti in udienza dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Una risposta fredda, come solo un ufficio dedicato a ricevere e rispondere alle lettere indirizzate al presidente può scrivere e che pubblichiamo.
Gli impegni istituzionali impediscono di essere disponibile a chi, per istituto, dovrebbe interessarsi da vicino ed almeno ascoltare i problemi del proprio popolo.
Nel corso del sit-in dei partecipanti alla manifestazione, dal Parlamento è uscito il deputato del M5S Luca Frusone, della 4a Commissione Difesa che, nel salutare i parenti dei caduti, ha ammesso che di questo problema in Commissione non si è mai parlato e che sarà opportuno sottoporlo all’attenzione.
“Speriamo di suscitare interesse anche tra i deputati; se c’è volontà politica, ha detto Frusone, non esistono problemi burocratici”.
Anzi, ha aggiunto che sarebbe un suo piacere far partecipare alla discussione in Commissione anche alcuni rappresentanti dell’Associazione.
Anche Mario Mauro, che fu ministro della Difesa dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014, durante il governo Letta, ha stretto la mano ai partecipanti la manifestazione.
“Avevo già lasciato un appunto su tale questione, perché ritengo un dovere ringraziare chi ha dato la vita per noi” ha detto Mauro, sottolineando che si farà portavoce in Senato, dell’istanza dell’associazione Mario Frasca.
Anche in relazione all’attuale situazione dell’Italia nei confronti della “probabile guerra in Libia”, di cui si viene a sapere solo dai giornali esteri, il governo, nonostante per ben tre volte Mauro abbia fatto richiesta, non dà alcuna risposta.
“Ad ora non sappiamo nulla, il governo non vuole parlare della guerra in Libia, ma dovrà chiarire la situazione, di cui si parla nella stampa estera”.
Il tema è importante, riguarda coloro che saranno ulteriormente impegnati nelle missioni.
L’associazione dice che le normative sono vecchie, non sono mai state ridiscusse.
Occorre dunque che vengano affrontate e rinnovate.
Dal 1950 ad oggi tutti i militari sono caduti per una sola bandiera, quella italiana.
A tutti loro, indistintamente, spetta uguale riconoscimento per il sacrificio della vita e per la difesa di chi è restato in Patria.

L'altra faccia della medaglia
dedicata all'associazione "Mario Frasca"
www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=100

La sincerità richiede coraggio.
E i coraggiosi sono una razza
quasi estinta. Alma Gjini.
Questa la frase che fa da incipit sulla pagina di Facebook
www.facebook.com/AssociazioneMarioFrasca/?fref=ts
Maria Clara Mussa


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