00:42 martedì 26.11.2024
Nel MIA (Mogadishu International Airport) con la missione EUTMSomalia
A Mogadishu, capitale della Repubblica Federale della Somalia, non si può andare come turisti
fotografie di: Daniel Papagni

25-11-2015 - A Mogadishu, la sicurezza, per dirla con parole semplici, è quantomeno vulnerabile.
Quest'anno sono stati numerosi gli eventi riconducibili all'instabilità del Paese.
Scontri a fuoco, omicidi, lanci di mortaio, eventi per lo più rivendicati dal gruppo "dissidente" terroristico di Al Shabab.
Composto da individui per lo più di giovane età, Al Shabab racchiude dai sette ai novemila fighters, i cui attacchi, riconosciuti complessi, comprendono anche l'uso di IED (ordigni esplosivi improvvisati) e sono per lo più rivolti contro istituzioni, forze di sicurezza, luoghi frequentati da personalità, hotel e mercati.
In città è molto diffusa la presenza di armi e di posti di controllo, per chi non sia ben addestrato a riconoscerli, non sono sempre governativi: molti sono illegali, utilizzati per effettuare rapimenti ed organizzati anche per contrastare le attività reciproche dei vari clan che si confrontano sul territorio. E' una guerra civile che si permea di guerre tra clan per il potere sul territorio della città.
Una guerra che dura da circa 25 anni e che nella memoria storica degli italiani racchiude anche la "battaglia del pastifico"; l'attacco al Chek point pasta del 2 luglio 1993, dove persero la vita tre soldati italiani in uno scontro a fuoco con i ribelli e dove fu ferito gravemente la medaglia d'Oro, tenente colonnello Gianfranco Paglia.
Alcuni distretti di Mogadishu sono maggiormente coinvolti rispetto ad altri.
Mentre l'AMISOM, (African Union Mission to Somalia) missione di peace enforcing, conduce offensive militari per recuperare territori ancora sotto il controllo di Al Shabab, l'Europa ha istituito la EUTMSomalia.
Decisione del 15 febbraio 2010 del Consiglio Europeo, istituita dapprima in Uganda, in stretta collaborazione con le forze armate ugandesi (UPDF – Uganda People’s Defence Forces) e successivamente, nel dicembre 2013, trasferita in una sede a Mogadishu, con base nel compound del MIA (Mogadishu International Airport) per occuparsi dell'addestramento dei soldati somali impegnati nella stabilizzazione e nella difesa del Paese.
La sicurezza della zona in cui ha sede la missione è affidata ad una società di contractors, che impiega personale affidabile per professionalità e capacità di comprensione con i Somali.
Attualmente, dall'8 marzo 2015 EUTMSomalia è al comando del generale Antonio Maggi, alpino di grande esperienza: //eeas.europa.eu/csdp/missions-and-operations/eutm-somalia/docs/c.v._brig.gen_antonio_maggi.pdf
Prima di andare a visitare il JTC (Jazeera training camp), il campo dove vengono addestrati i militari somali destinati all'impiego nei vari settori della sicurezza del Paese, abbiamo avuto una interessante intervista con il generale Maggi, il Mission Commander.
"Dal momento della sua istituzione, in seguito alla Risoluzione 1872 delle Nazioni Unite, la missione, che ha anche il compito di fornire consulenza strategica al ministero della Difesa somala, ha già addestrato ed equipaggiato numerosi soldati somali, rendendoli in grado di affrontare responsabilità in vari settori, perché abbiamo focalizzato l'impegno nella specializzazione.
L'obiettivo dei corsi è di specializzare non solo in ambito amministrativo, ma anche in figure di leadership, a livello di comandante di plotone, di compagnia e di battaglione; di military intelligence, combat engineering, military police e in attività di addestramento degli addestratori futuri".
Il mandato attuale scadrà il 31 dicembre 2016 e prevede l'istituzione di una ventina di ulteriori corsi destinati all'addestramento di 1200 soldati somali. Come si svolge l'attività?
"L'attività della missione non si limita all'attuazione dei Corsi per i militari, ma si addentra anche nel settore della sanità somala, impiegando personale specializzato sia come trainer che come advisor. E pure negli ambiti istituzionali e nel ministero della Difesa, rappresentando figure di consiglieri strategici, di consiglieri legali, sulla politica di difesa con lo scopo ultimo di renderli capaci di operare autonomamente".
La missione EUTM Somalia ha addestrato sino ad ora circa cinquemila soldati somali contribuendo in maniera significativa all’innalzamento delle capacità operative delle forze armate somale ed al miglioramento del comparto difesa della Nazione somala
Ci spiega il generale che la missione vede impegnate 12 diverse nazioni (11 europee e la Serbia) con un impiego di circa 170 persone e dipende dalla Security Committee di Brusselles.
L'attività internazionale a favore della sicurezza somala non è solo rappresentata dall'EutmSomalia; anche la missione Atalanta, contro la pirateria, la EUCAPNestor, in missione di addestramento alla Guardia Costiera fanno parte del "pacchetto" sicurezza, con evidenti risultati positivi, già rappresentati da una forte riduzione degli attacchi dei pirati, come ci è stato confermato anche da autorevoli voci somale.
Purtroppo sono le gravi questioni interne che impongono alla Somalia di subire ancora la tragedia della guerra.
"AMISOM (African Union Mission in Somalia) e SNA (Esercito Somalo) devono ancora affrontare scontri con Al Shabab.
C'è ancora molto da lavorare prima che l'Esercito somalo divenga operativo autonomamente, quando EutmSomalia ed AMISOM si ritireranno per fine missione."
Siamo usciti nell'ambito del MIA, incontrando alcuni cittadini somali che gestiscono piccoli negozi proprio di fronte all'aeroporto internazionale. Siamo stati accolti con simpatia e calore e, soprattutto da parte di alcuni anziani, con parole di affetto rivolteci in perfetto italiano, memori della cooperazione italiana in Somalia nel secolo scorso.
"La popolazione apprezza le attività a favore della sicurezza. Come comandante europeo, ha concluso Maggi, sento fortemente questa missione; ed anche come italiano. Gli Italiani sono molto amati. Sino a che servirà, noi saremo qui a rispondere alla domanda dei Somali, con cui abbiamo ottimi rapporti di collaborazione. E' doveroso affermare che da parte delle nazioni europee si ha un grande supporto, perché mandano personale davvero in gamba".
E di questo ne avremo dimostrazione allorché, continuando la nostra esperienza nell'ambito della missione, visiteremo il JTC e gli altri assetti adibiti allo scopo dell'EUTMSomalia, di cui scriveremo in seguito
Maria Clara Mussa


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