16-03-2015 - Cybernaua ha avuto l'opportunità di incontrare i militari italiani che in Kurdistan esportano il "know how difesa" per addestrare l'esercito dei Pesghmerga.
Si tratta di un contingente di uomini altamente selezionati specificatamente abilitati all'incarico da svolgere.
Uomini in grado di raggiungere qualsiasi destinazione in completa autonomia, organizzarsi e realizzare in breve tempo una struttura adeguata per le operazioni.
Dall'Artico al Deserto, essi sono in grado nell'immediato di installare i sistemi di comunicazione per essere in collegamento istantaneo con i comandi in Patria.
Un mix di: paracadutisti, specialisti delle trasmissioni, supporto logistico, amministrativo, genio, uomini che hanno l'esperienza maturata in anni di missioni e di interventi in emergenza.
Al comando di questo gruppo di uomini, un colonnello paracadutista, di lunga esperienza, in grado di coordinare e gestire ogni tipo di attività.
Quella di Erbil è una "micromissione" con il compito di gettare le basi per una futura e solidale collaborazione tra Italia e Kurdistan, nell'ambito di una coalizione costituita da Italia, Inghilterra, Germania a guida USA.
La missione è strutturata ed operativa.
In questo momento, l'Italia ha consegnato il sistema d'arma "Folgore", oggetto di una parte dell'addestramento, cannone senza rinculo capace di perforare corazze e raggiungere obiettivi di media distanza.
Già in precedenza l'Italia aveva fornito supporto di armi leggere, MG 42, di fabbricazione italiana e "AK 47", precedentemente requisite in Italia, provenienti da Paesi dell'Est.
L'impegno proseguirà con tutte le fasi di addestramento: individuale al combattimento, ricerca e bonifica di IED (Ordigni Improvvisati Esplosivi) e tutte le attività necessarie al consolidamento di una Task Force efficiente, operativa all'altezza della situazione.
Del resto, l'esercito Peshmerga ha necessità di rafforzarsi, per meglio contrastare e tenere saldi i propri confini, contro la minaccia del Daesh.
Essi con orgoglio patriota vogliono essere in prima linea, nonostante il sostegno delle forze di coalizione, come abbiamo avuto modo di constatare, recandoci sul fronte insieme a loro, a soli 30 chilometri da Mosul, città attualmente roccaforte degli Jihadisti.
Insieme agli addestratori, parte fondamentale della missione italiana è rappresentata dalla presenza operativa di un team medico, pronto ad intervenire per ogni situazione di emergenza.
Un medico chirurgo paracadutista, con infermiere specializzato proveniente dall'Ospedale Celio di Roma, che utilizzano per muoversi un'ambulanza della mezzaluna rossa, allestita per ogni evenienza.
L'talia, con i suoi uomini, su mandato del governo, sta svolgendo un'attività delicata, non priva di pericoli, apprezzata e condivisa dagli altri Paesi della coalizione.