16-07-2014 - Una seconda edizione dell'incontro organizzato da "Valore Donna" ha nuovamente offerto l'occasione di interloquire con Roberta Pinotti.
L'anno scorso in veste di sottosegretario alla Difesa, questa volta come ministro dello stesso dicastero.
La tavola rotonda, moderata dal direttore di Rainews24, Monica Maggioni, ha visto un confronto sul ruolo delle donne nelle Forze Armate, a sostegno delle imprese nei teatri operativi in cui opera l'Esercito.
Il ministro Pinotti ha esordito sottolineando la "difficoltà di catalogare con differenza di genere le attività di uomini e donne, dato che uguale è la professionalità, uguali la competenza e l'impegno con cui spendono le loro energie".
Anche il generale Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell'Esercito, ha chiarito come sia ancora difficile parlare di uguaglianza tra uomo e donna in molte parti del mondo, mentre in Italia da circa 12 anni si parla ormai naturalmente di donne nell'ambito della sicurezza del Paese: "Nelle Forze Armate occupano tutti i ruoli e le specialità e creano fiducia con la loro presenza, in quei territori in cui le donne accettano di interloquire solo con donne".
Situazione confermata dal capitano Francesca Giardulli, esperta della situazione femminile in Afghanistan in cui ha compiuto varie missioni: "Le donne afghane si fidano di noi e ci raccontano i propri sogni, i problemi, le aspirazioni; siamo tutte donne e tutte uguali ed esse affrontano con coraggio situazioni forti, pesanti, ispirando forza e speranza".
E di forza al femminile è stata esempio il colonnello Sima Pajman, che ha lavorato per cinque anni presso il Kabul HQ Cheking and Searchng Battalion, in alcuni reparti di polizia, prima di diventare direttrice del carcere femminile di Herat, struttura finanziata dal ministero della difesa italiano e realizzata dal Provincial Reconstruction Team italiano.
Pajman, madre di sette figli, è vedova del colonnello della Polizia regionale e direttore del carcere principale di Herat, ucciso nel 2011 dall'esplosione di una mina anti-uomo
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"Per me è grande soddisfazione vedere una donna ministro della Difesa. Ringrazio in modo particolare gli Italiani impegnati nella missione Isaf, che ci aiutano a sostenere le carceri, capaci di contenere 500 detenute. Le donne afghane, e non solo quelle detenute, hanno creato un centro commerciale in cui circa 150 donne lavorano. Speriamo di avere donne imprenditrici afghane. Ringrazio la brigata Sassari, che ha organizzato corsi di formazione. A giorni termineranno i lavori del secondo piano del carcere, con una nuova cucina. E noi ci auguriamo di poter un giorno avere un ministro donna della Difesa".
A concludere, Pinotti ha fatto notare che, per come è trattata la donna in Afghanistan, forse è migliore la vita come detenuta in un carcere modello, dove le donne si sentono sicure e protette, che non in ambiente privo di sicurezza come ancora è il Paese.
In Afghanistan, a breve terminerà la missione Isaf e la popolazione si dice preoccupata per quanto potrà accadere allorché gli Italiani se ne andranno.
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Nella seconda parte dell'incontro, moderata dal giornalista Andrea Purgatori, il ministro ha raccontato il suo percorso professionale, sino alla carica di ministro della Difesa, condividendo la propria esperienza con alcune "donne manager" di aziende associate a Valore donna, Valentina Saffioti, Maria Mariniello e Iliana Totaro.