Negoziati di pace e fine dei conflitti
La soluzione del problema dell'immigrazione, secondo la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini
fotografie di: C. Modica
22-06-2014 - "L’operazione Mare nostrum ha il grande merito di salvare le vite, ma da sola non basterà mai. Bisogna che l’Europa si ponga l’obiettivo di risolvere le cause che sono alla base della fuga, cioè isolare i dittatori e non farci affari, e di rilanciare i negoziati di pace per porre fine ai conflitti".
La costa aretusea ha fatto da cornice alla visita della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che nella "Giornata Internazionale del Rifugiato" ha reso omaggio, a bordo della nave San Giorgio, ai militari ed ai civili impegnati nella missione italiana.
"Mare Nostrum", iniziata il 18 ottobre 2013, fronteggia lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all’eccezionale afflusso di migranti, con la duplice missione di garantire la salvaguardia della vita in mare e di assicurare alla giustizia tutti coloro i quali lucrano sul traffico illegale di migranti.
Laura Boldrini è arrivata con il suo staff a bordo della nave ammiraglia, accompagnata dal Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi e dal comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di Squadra Filippo Maria Foffi.
Accolta con gli onori militari dall’equipaggio schierato e dal comandante di nave San Giorgio, capitano di vascello Aldo Dolfini e dal comandante del dispositivo aeronavale dell’operazione, capitano di vascello Massimo Vianello, Boldrini ha tenuto un breve discorso sul ponte di volo, appositamente attrezzato per l’occasione e si è intrattenuta con alcune rappresentanze di associazioni ed organizzazioni non governative impegnate sia in Mare Nostrum che nella successiva fase di accoglienza a terra dei migranti salvati.
«Per la prima volta da presidente della Camera dei Deputati sono su di una nave militare, sulla nave San Giorgio della Marina Militare, nelle acque di Siracusa, per esprimere la mia gratitudine agli uomini e alle donne che si occupano del salvataggio in mare - ha detto Boldrini - il vostro operato rende onore al nostro Paese. Siatene orgogliosi. Salvare vite umane è la cosa più bella che si possa fare».
Ed ha continuato: «E il mio grazie va anche ai siciliani, per il senso di responsabilità di cui stanno dando prova nell'accoglienza: dimostrano che l'Italia è un grande Paese, che nonostante la crisi economica non si è fatto piegare dall'egoismo.
ll senso della mia visita in Sicilia è proprio questo: rendere omaggio ai Corpi dello Stato che stanno lavorando in modo strenuo per salvare le persone e difendere principi sacrosanti del diritto internazionale. Ma anche dare solidarietà a una regione che si sta prendendo il carico più grande dei flussi di richiedenti asilo. Le cifre parlano chiaro: in Sicilia sono ospitati il 33% dei migranti, in Veneto il 3%, in Lombardia il 7%».
Mare Nostrum è un’operazione militare ed umanitaria il cui dispositivo vede impiegato il personale ed i mezzi navali ed aerei della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto nonché del personale del Ministero dell’Interno, Polizia di Stato imbarcato sulle Unità della Marina Militare e di tutti i Corpi dello Stato che, a vario titolo, concorrono al controllo dei flussi migratori via mare. L'operazione Mare Nostrum è encomiabile - ha continuato la presidente - ma da sola non basta per dare una risposta risolutiva ai problemi per cui si fugge: guerre, persecuzioni, torture. Bisogna agire alla radice, rilanciando i negoziati di pace e mettendo all'angolo i dittatori. E intanto evitare le stragi in mare. È qui che c'è bisogno di più Europa, in questa assunzione di responsabilità, perché il Mediterraneo è frontiera comune».
Chi sono le persone che arrivano? «Il Mediterraneo è passato da rotta di migranti economici a via dell’asilo: oggi la gran parte delle persone – soprattutto Siriani, Eritrei, Somali - scappano dalla morte, e prima di arrivare qui si fermano in ben altre zone».
Puntualizza la presidente: «Cosideriamo la Siria: 2milioni e 800 persone sono scappate nei Paesi confinanti. Nel Libano, che ha 4 milioni di abitanti, i rifugiati siriani sono 1 milione. E’ come se in Italia ce ne fossero 14 milioni, mentre invece ce ne sono 65.000, di tutte le nazionalità.
E non sono solo numeri: se si ha una quantità così enorme di persone in fuga, è ovvio che una piccola percentuale arriva anche in Europa: ed in tutti i Paesi europei messi insieme essi sono meno dell’1%. L’emergenza non è qui, è lì».
In concreto lo scorso anno le domande d'asilo sono state in Germania 110mila, in Francia 60mila, in Italia 27mila.
«Cosa fare allora per ridurre il numero delle persone che si imbarcano a rischio della vita? Bisogna offrire alternative concrete - conclude Laura Boldrini - attrezzare le ambasciate europee nei paesi di transito, come la Libia, a vagliare le domande d'asilo.
Così come potrebbero essere gli organismi internazionali a svolgere questo lavoro di selezione, per poi destinare quote di rifugiati ai diversi Paesi dell'Unione europea. Proposte concrete, dunque, che mi auguro possano essere prese in considerazione nel prossimo semestre di Presidenza italiana».
Frattanto, le ultime notizie in arrivo dal fronte europeo, parlano di un eventuale rafforzamento delle attività di Frontex in termini di assistenza operativa e un incremento della sua reattività verso le rapide evoluzioni dei flussi migratori, col pieno utilizzo del nuovo sistema di sorveglianza Eurosur.
Mare Nostrum opera congiuntamente e in sinergia con le attività previste da Frontex ed Eurosur. La prima è un’istituzione dell'Unione Europea il cui scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE e l'implementazione di accordi con i Paesi confinanti con l'Unione europea per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere; la seconda è il nuovo sistema di sorveglianza delle frontiere marittime e terrestri sotto egida dell’Unione Europea che prevede, principalmente, l’impiego di droni.
L'Ue "dovrebbe esplorare la possibilità di istituire un Sistema europeo di guardie di frontiera per aumentare le capacità di controllo e sorveglianza": si legge nella bozza di conclusioni del Consiglio Europeo. Nel testo si ribadisce però che la gestione efficiente delle frontiere esterne è in primo luogo compito degli Stati, che si devono prendere in pieno le loro responsabilità. Allo stesso tempo l'Ue deve "mobilitare tutti gli strumenti disponibili per sostenerli".
Mentre qui in Italia è stato sottoscritto un accordo tra il Ministero della Salute e lo Stato Maggiore della Marina Militare nel quale si prevede che dal 21 giugno personale sanitario del Ministero, con specifica formazione per la gestione delle problematiche quarantenarie, che competono direttamente allo Stato, sarà stabilmente a bordo delle unità navali che partecipano all’operazione Mare Nostrum al fine di effettuare le operazioni di controllo sanitario già prima che i migranti arrivino nei porti italiani ed utilizzando il lasso di tempo che intercorre tra il recupero e l’arrivo in porto.
Il Ministero della Salute prosegue nell’opera di rafforzamento del dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti di potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori ed ha avviato questa iniziativa volta rispondere in maniera efficace all’incremento numerico delle persone da controllare.
Si opererà così per la prima volta una proiezione in mare degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della salute.
Medici, ed altro personale sanitario della Marina Militare imbarcato sulle stesse unità, continueranno ad effettuare gli interventi sanitari curativi che si rendessero necessari. L’operazione contribuirà ad elevare ancora il livello di tutela dei cittadini residenti nel nostro Paese e quella dei migranti stessi.
cortesia Carmela Modica
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