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Gli occhi del mare
Esperienza di bordo, nel sommergibile Scirè, tra storia, tecnologia ed impiego operativo
fotografie di: Daniel Papagni

10-02-2014 - Trascorrere tre giorni, dal 5 al 7 febbraio, chiusi in un sommergibile non è da tutti, soprattutto se non si è "addetti ai lavori", come è capitato a noi, digiuni totalmente di esperienze in cui la luce è di tanti colori, tranne che del sole.
Tre giorni e due notti, nel ventre del sommergibile Scirè, a cercare di capire come esseri umani possano riuscire a vivere, lavorando in attività inconsuete, operando con radar, sonar, sistemi elettronici, a cui prestare attenzione, con particolare sensibilità anche ai minimi diversi rumori…senza perdere "la bussola" in tutti i sensi.
Intanto occorre sottolineare che gli uomini che operano nelle profondità marine, tutti volontari, hanno particolare predisposizione, cui si somma un perfetto adestramento.
Il comandante del sommergibile Sciré è il capitano di corvetta Alessandro Nalesso ed il suo equipaggio è formato da 30 uomini.
No donne, ancora non sono previste, dato che le strutture attuali ancora non sono adeguate ad ospitare donne marinaio.
In un futuro?
"Si, è previsto che anche le donne, prossimamente possano partecipare all'esperienza sottomarina; è in programmazione un sommergibile all'avanguardia, ove saranno operative pure loro", dice il comandante.
Ed aggiunge "Anche per la selezione degli uomini non è cosa semplice.
Occorrono tre mesi di prova a bordo, una vita di rinunce, ed a volte capita di non poter essere selezionati per questo particolare incarico. E' compito del comandante giudicarne l'abilitazione".
Tutti uomini, dunque, che lavorano con la precisione di un orologio. Ognuno compie la propria specifica attività, ma nell'uso delle strutture comuni (tavolo da pranzo, cuccette, servizi igienici) ognuno è responsabile del proprio comportamento, che deve essere in linea con la funzionalità di tutto il sistema.
Gli spazi sono ristretti, ogni cosa deve essere al proprio posto, ogni minimo angolo ha una sua propria funzione e gli uomini pure, tanto da non poter neppure dedicare tempo alle comunicazioni con la famiglia: una email la settimana e basta, anche per rispettare la sicurezza e la segretezza delle missioni.
Ed il rispetto è anche dovuto alla loro sicurezza fisica all'interno: il maggior pericolo infatti per un battello è il fuoco a bordo.Costantemente gli uomini si esercitano asd affrontarne l'emergenza.
I battelli della classe Todaro-U212A, quale lo Scirè,(S527) nascono dalla cooperazione tecnico industriale, tra la Marina italiana e la Marina tedesca, per dotarsi di piattaforme subacquee altamente competitive nel qaudro dei sommergibili convenzionali d'attacco.
Per questo lo Scirè ha partecipato a molteplici operazioni, anche nell'ambito Nato, ed oggi è un sistema indispensabile per lo scenario internazionale
Lo Scirè, utilizzato anche in azioni contro la pirateria, è in grado di espletare attività numerose, in operazioni di acquisizioni dati e controllo di traffici illeciti, di traffico d'armi, di persone, di inquinamento delle acque marine.
Funziona con propulsore alimentato a idrogeno ed ossigeno, che lo rende idoneo a "lanciarsi" in profondità abissali, anche sino a 300 metri e dolte, di profondità.
Il comandante ci spiega le attività che si svolgono a bordo, illustrando le funzioni degli strumenti sofisticati in dotazione, quegli stessi strumenti che lo hanno da sempre appassionato spingendolo ad effettuare, durante l'Accademia navale, una scelta che è diventata il suo stile di vita "…il grado in Marina è importante, ma non è tutto; l'importanza è nell'incarico, nel ruolo…"
Infatti il suo rapporto con i suoi uomini è diretto e di grande responsabilità, "…. quando occorre prendere decisioni rapide in maniera efficace sei sotto gli occhi di tutti".
Avremmo anche desiderato porre alcune domande al Capo di stato Maggiore della Marina, l'ammiraglio De Giorgi, anch'egli sullo Scirè per alcune ore, impegnato in una conferenza stampa riservata al Tg1.
Il comandante Nalesso ci ha riferito di essere rimasto onorato e soddisfatto per la visita dell'ammiraglio De Giorgi, il quale gli ha detto che la Marina si sta adoperando molto a favore dei sommergibili (sono in produzione nuove classi), per la specializzazione degli equipaggi e per il ruolo interforze che essi svolgono.
"Sono troppo pochi i sommergibili attualmente; occorre aumentare la flotta, perchè oggi i battelli sono gli occhi del mare" ha sostenuto De Giorgi
Al momento, la Marina opera con sei i battelli, che si alternano tra la manutenzone e l'operatività.
La nostra esperienza, incominciata a Civitavecchia a 250 metri sotto il livello del mare e con una navigazione negli abissi del mar Tirreno, si è conclusa a Reggio Calabria, con un'emersione che ci ha lasciati sbigottiti: dopo tre giorni di luci di ogni colore, di assenza di contatti telefonici e di internet ed anche di privacy, "uscimmo fuori a rivedere il sole" e, nello sfondo illuminato, la sagoma inconfondibile del vulcano Stromboli e il vento e l'odor del mare.
Sono sensazioni che noi possiamo provare a raccontare….e che i marinai degli abissi vivono quotidianamente.
www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=81
www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=82
nota
Lo Scirè è stato un sommergibile della Regia Marina, famoso per aver trasportato i Siluri a Lenta Corsa autori dell’impresa di Alessandria
Il sommergibile prese il nome dalla regione dello Scirè in Etiopia, teatro di una omonima battaglia tra le truppe italiane ed abissine nel corso della guerra d'Etiopia (1936
Daniel Papagni e M.Clara Mussa


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