26-01-2014 - Alta tecnologia, scienza, capacità operativa sono le doti richieste per entrare a far parte del Cexs, che opera principalmente in Afghanistan.
Ma può essere dispiegato ed impiegato ovunque se ne presenti l'esigenza.
Ad Herat, Afghanistan, nell'area di competenza italoamericana Rc West, si trova una base dei Carabinieri, all'interno della quale essi operano sotto copertura cioè, nel rispetto del compito ad essi assegnato, in anonimato.
Essi supportano e monitorizzano l'operato della polizia afghana e le attività del MAT (Military Advisor Team) e PAT (Police Edvisor Team).
Il personale selezionato opera e si integra con i colleghi statunitensi che compongono questa speciale forza investigativa.
La Task force Cexs è in grado di gestire un evento delittuoso e terroristico dal suo nascere.
Sono impiegate tecnologie che vanno dal monitoraggio dei flussi finanziari allo studio del DNA, dalle impronte digitali ai residui di esplosivo, all'uso dei narcotici, al fine della ricostruzione delle dinamiche terroristiche impiegate.
Tali attività investigative sono svolte all'interno di una base anonima ed isolata per motivi di sicurezza, sede delle forze speciali dei Marines integrati nella missione Isaf.
La CEXS dipende dall'Unità superiore TEX (Theatre Explosive Exploitation) alle dirette dipendenze degli uffici centrali di Washington (USA) del Jieddo (Joint Improvvised Explosive Device Defeat Organisation) unità basata su tre livelli, l'ultimo dei quali direttamente gestita dall'FBI (Federal Bureau Investigation) con distaccamento a Bagram, Afghanistan.
Questa struttura che, in previsione del passaggio alle autorità afghane, si occupa anche di avvenimenti delittuosi per i quali le autorità locali chiedono supporto, è destinata al progetto EvB.O (EVidence Based Operations) che dopo aver prelevato tutti i rilievi, li porta in laboratorio utilizzandoli come elementi di prova a supporto delle autorità giudiziarie per le successive incriminazioni dei responsabili.
Ed è un contributo a diffondere la cultura degli accertamenti scientifici a supporto delle autorità Giudiziarie per l’incriminazione dei responsabili di reati (nozioni spesso sconosciute da una giustizia amministrata solo a livello tribale e dialettico).
La presenza italiana, rappresentata dai carabinieri in qualità di ufficiali di polizia giudiziaria, operando all'interno di questa unità d'elitre, non solo ha permesso di migliorare il coordinamento ed il trasferimento delle informazioni tra "militari ed agenzie di polizia", ma ha reso possibile uno scambio di metodi istruttorii con altre unità operative, rafforzando il rapporto tra investigazione e tecnologia.
Così facendo, le attività condotte hanno creato un accordo con la polizia militare ed il ROS (Reparto Operazioni Speciali) dei carabinieri di Roma.
Esse hanno fornito garanzie legali e probatorie anche alle autorità giudiziarie italiane, consegnando in forma legittima (da parte delle nazioni cui era ricolto l'evento delittuoso) i responsabili.
Meritevole di lode è il lavoro svolto, che nei circa tre anni di attività ha permesso di identificare e poter processare legittimamente, da parte delle Nazioni cui era rivolto l’evento delittuoso, oltre un centinaio di persone responsabili di attentati ai danni delle forze di coalizione ISAF in RC-W, nonché di aver raccolto elementi probatori certi ed inequivocabili per incriminazioni future sia in Italia che all’estero.
Ancora una volta l'Italia ha dimostrato, attraverso le sue strutture e i suoi uomini, di essere in grado di cooperare ad alto livello in qualsiasi contesto: professionalità, esperienza ed affidabilità sono le parole chiave per il successo di tali attività.