A La Ville Lumière, ci sono stato, lo giuro
Lettera di un viaggiatore, vagabondo in Parigi
fotografie di: M Mussa
09-01-2014 - Ho avuto la splendida occasione di una gita a Parigi lo scorso 20 ottobre e lieto dell’occasione di fare anche del turismo, seppur breve, mi sono organizzato un viaggetto mica male.
Con l’ausilio di “Internet” ho trovato e prenotato il volo andata e ritorno con Air France da Caselle all’aeroporto Charles de Gaulle, (i Francesi lo abbreviano in “C.d.G.” ed anch’io farò così d’ora in poi) con partenza il venerdì 19 h 07,10 decollo, atterraggio previsto per le h.08,35 appunto al C.d.G. e ritorno con decollo alle h.16,10 della Domenica 21 ed atterraggio a Caselle previsto per le h. 17,35.
Ho trovato anche alloggio presso un hotel, con la stanza disponibile per due notti con mio grande entusiasmo, così sono tranquillo, mi si prospetta una mini vacanza all’insegna del relax, visita turistica ed aspetto piacevole della riunione, motivo dell’invito ricevuto.
Sicuramente, ti chiederai cosa ci sono andato a fare a Parigi di così piacevole: ebbene, ti dirò che sono stato invitato dai colleghi francesi ad una loro assemblea generale.
Quindi la mia presenza serviva a comunicare che anche in Italia si tenta di costituire una associazione simile alla loro ed io sono stato scelto come rappresentante dei colleghi Italiani.
Certo che se mi fossi limitato a partecipare all’assemblea e ripartirmene il mattino successivo, forse questo mio racconto non sarebbe mai nato, ma per fortuna/purtroppo non è andata così.
Tutto bene per il volo di andata, anche se ho dovuto buttare all’aeroporto un flaconcino di gel doccia perché superava i 100ml. di contenuto, (ci si può fermare per poco tempo, all’estero; finito lo shampoo si torna?) ed all’arrivo ho telefonato all’hotel per sapere se vi era una navetta e mi hanno rassicurato ed indirizzato alla fermata ove in pochi minuti sono stato raccolto da un pulmino ed accompagnato all’Hotel.
Pareva più vicino sulla mappa di internet, ma forse le frequenti variazioni di rotta me lo hanno fatto sembrare più lontano…..
Giunto all’hotel, alla reception mi accolgono, ma mi avvertono che non potrò accedere alla stanza prima delle 12,00. Ma sulla prenotazione dicevano le 11,00 !!
Va bene, aspetto nella hall, tanto ho preso un caffè alle 5,00 a casa e non ho neanche fame! Mi rendo subito conto che Parigi è città multietnica, vedo facce e colori indubbiamente poco europei, anzi, e mi chiedo se l’albergo ha misure igieniche adeguate, vista la moltitudine di ospiti in uscita.
Attendo e nel frattempo mi informo sulla mia prossima destinazione, ovvero la località ove vi è l’assemblea alla quale dovrò partecipare. L’hostess della reception molto gentile è perplessa, dice che dovrò raggiungere Parigi con il treno e successivamente informarmi per Metro o bus. Non è possibile, confrontando i luoghi sulle mappe consultate via internet al massimo vi erano 1000/1500 metri e sicuramente vi sarei arrivato facilmente a piedi.
Forse il mio francese non è sufficiente o la cartina disegnata sull’invito non è chiara e poi chi mi dice che quella hostess sapesse dove avrei dovuto andare.
Sono le 12,00.
Mi avvicino al banco con in mano la fattura della camera pagata, perché solo con quel documento avrò il codice di accesso alla stanza.
Leggendo la fattura (ma non potevo farlo prima?) mi accorgo che mi hanno addebitato 4 colazioni. Vero, ho fermato una stanza che ha 2 letti, mi fermo 2 gg. vuoi che fanno 4 “petit dejouner”?
Alle mie rimostranze si mettono trafficare con calcolatrice (si! calcolatrice per fare 4,5 x4 - 4,5x2=), computer, ed arrivano a farmi la fotocopia del documento di identità e mi fanno scrivere una domanda olografa per ottenere il rimborso di 9 €.
Mi dicono che mi arriverà un assegno.
Ma io chiedo il bonifico, perché l’incasso dell’assegno in Italia costa circa 12€. Ma il bonifico me lo faranno solo detraendomi le spese del costo dell’operazione bancaria. A questo punto il mio francese diventa molto comprensibile e capiscono che avendo sbagliato loro, non sarò sicuramente io a dover sostenere le spese del rimborso.
Si concluderà lo spiacevole incidente con lo storno dall’addebito sulla carta di credito della cifra di 9 €.
E finalmente, posso accedere alla stanza e sono le 12,20 ed io ho preso un caffè alle 5 a casa e non ho neanche fame.
NON E’ UNA STANZA!
L’ho misurata: 3,80mt. per 2,00 compreso il triangolo nel quale è inserito un monoblocco tipo camper per cesso, doccia, lavandino (della Barbie!) senza asciugatoi, ma comunque piccolissimo. Se non ci credi ti farò vedere le fotografie.
E ci hanno infilato due letti, gli abiti li puoi appendere agli appendini attaccati ad un tubo al muro che sembra quello dell’acqua.
Non so se dormirò nei letti, penso che dormirò vestito o forse in giardino. Ma ora devo spicciarmi, perché alle 14,00 inizia l’assemblea, alle 12,20 ero ancora nella hall per recuperare i miei 9 € mi devo cambiare….
Fatto, ho messo la camicia, la cravatt,a ho la giacca, farà freddo prendo il giaccone, questa notte dopo il galà avrò freddo nel ritorno, dò ancora un'occhiata alla mappa dell’invito e mi convinco che debbo andare a “Villepinte” Park des Expositions” non a Parigi.
Alla receptions, la stessa hostess alla mia nuova richiesta di indirizzo mi rassicura dicendomi che “lì fuori vi è subito la fermata del Bus” che in un lampo mi porterà a Villepinte Park des Expositions. Vero, trovo la fermata, vi è una mappa mooolto chiara e capisco che prendendo “per là” arrivo a piedi in men che non si dica, quindi mi incammino.
Ecco la fermata successiva controllo la mappa, non si sa mai. Ma dovevo avviarmi per la parte opposta, e non è colpa del mio francese, acc.
A questa fermata, la successiva nella direzione opposta ovviamente, vi è una donna, forse è meglio chiedere, è di colore, ma son tutti di colore qui. No questa non sa dove debbo andare, secondo me non sa neppure dove deve andare lei, non parla francese parla ma non so cosa. Continuo, finalmente (son 20 minuti che cammino) essendo zona industriale, trovo un capannone abitato da operai di colore normale, di lingua francese, forse locali che mi indicano con precisione la strada e mi rassicurano: solo 20 minuti “a piedi?” e si guardano stupefatti.
Non sanno poveri che io, che ho origini montanare e il procedere a piedi è nel mio DNA, non sanno di che pasta sono
Dopo 20 minuti, un autista di autobus (fermo in panne) mi suggerisce una variante; così dopo altri 20 minuti, arrivo all’ingresso del Park des Expositions di Villepinte.
Ma è l’ingresso “des exposant” e la guardia all’ingresso mi avverte che faccio prima a tornare all’altro ingresso vicino alla stazione. Io l’avevo vista seppur da lontano la stazione 20 minuti prima! Ho il giaccone appoggiato al braccio, ho la giacca, la cravatta e faccio un figurone! Arrivo alla stazione ed alla biglietteria una signora gentilissima mi spiega che la destinazione scritta sulla mia mappa/invito è a Parigi, ma sono fortunato fra 5 minuti nonostante gli scioperi in corso vi è un treno che va alla destinazione mia. Sono le 15,15 corro, c’è un treno sui binari, madame! chiedo questo treno va a quel paese?
Mi indica un cartello e mi dice “non so, va a quei posti lì, penso”. Ma, e se non è la mia direzione? Intanto il treno parte, ma sono fortunato vi è un altro cartello con tutti gli orari dei treni in transito, capisco che sono sul binario giusto e che il prossimo passa fra15 minuti.
Arriva il treno, ha solo 20 minuti di ritardo, ma va nella direzione giusta, finalmente, sto arrivando!
Stazione di Plain s.t Denis: scendo, quale uscita dovrò prendere per non perdermi? Chiedo alla guardia della sicurezza che mi rassicura! Là in quella direzione vi è “Rue Gen. Wilson” che è la via che mi serve, ma non sa in che direzione dovrò orientarmi.
In fin dei conti ho solo il 50% di possibilità di errore.
Arrivo allo stadio, ancora non ho visto la “Rue Gen. Wilson” chiedo ad una signora che mi dice “là in fondo!”ed io vado. Trovato! La Rue è mia, ora cerco il n°50.
Percorro un paio di isolati senza numeri, vedo finalmente il 285, ma finchè non vedo il 287 non so che dovrò tornare indietro.
Non è gravissimo, 287-50:2 = farò in un lampo.
Ho il giaccone sul braccio, ho la giacca, la cravatta e sto grondando come se fossi in spiaggia in agosto, ma sono non so dove a Parigi e farà freddo! Circa 20 minuti di passo deciso ed ho trovato il n°50, ora cammino per circa un Km. in una specie di paese nella città ed arrivo all’assemblea.
Dimenticavo, ho preso il caffè alle 5 a casa, non ho neppure fame. Non ti racconto dell’assemblea.
E' stato interessante, valeva la pena, mi sono stupito di me stesso perchè invitato, sono salito sul palco ed ho salutato la platea di colleghi in francese. Poi il galà con cena e spettacolo. Ora debbo tornare in albergo a dormire.
Son fortunato: mi hanno affidato ad una segretaria efficientissima che mi sta cercando un taxi, è l’una non ho voglia di fare due passi prima di dormire, preferisco un taxi.
No, non arriva ci vorrà mezz’ora.
La segretaria efficientissima e gentilissima decide di accompagnarmi in auto, tanto è sulla strada del suo hotel che aveva una stanza anche per me, se solo avessi accettato l’invito dell’assemblea.
La signora gentilissima quando si arriva in prossimità del mio hotel accetta la mia richiesta di informarsi se al suo hotel vi è ancora una stanza libera, e gira l’auto per recarci laggiù ed informarci, tanto è vicinissimo. Vi è la stanza ed allora si offre di accompagnarmi a prendere la mia valigia. Che bello non dormirò vestito.
Per tornare al mio hotel la sig.ra fa per andare a sinistra, ma nel mio francese migliore le faccio notare che dovremmo andare verso destra, l’hotel si trova sicuramente di là.
Ci siamo persi nella campagna, giuro! non è per quello che pensi! alle 3,00 la signora telefona al mio hotel e si fa guidare per telefono sennò saremo ancora là come due scemi a girare in tondo. Ore 3,15, prendo possesso della mia stanza e per la parte restante della notte sono servito, domani si vedrà.
Ecco, ho dormito benissimo, la stanza è grande e confortevole, ora mi alzo faccio una doccia, alle 3,15 mi sarei addormentato sotto l’acqua. Scendo nella hall sono le 08,15 e chiedo se posso restare ancora una notte. No? Non avete posto? Dovrò cercarmi una sistemazione in Parigi allora.
La receptionist è molto gentile, mi si rivolge anche in inglese mi ha trovato una stanza “a cotè de la Tour” e mi sta benissimo, tanto il tour turistico dovrà iniziare da qualche parte. Posso usufruire di qualche servizio per raggiungere Parigi?
Sì, prendo la navetta vado alla Gare RER prendo il treno scenderò a Saint Michel e con il bus arrivo alla Tour ed all’hotel. Perfetto non vedo l’ora.
Navetta, biglietto, caffè mentre attendo l’ora, salgo sul treno mi accerto che vada nella direzione giusta, verifico quali fermate vi siano prima di Saint Michel, mi accomodo e metto la valigia sul portaoggetti così ci sarà posto per tutti.
Si parte ed il treno man mano si riempie fino all’inverosimile, arriva alla Gare du Nord e si svuota, a me mancano solo 3 stazioni e sarò arrivato a Saint Michel. Un ragazzo di colore mi domanda se questo treno arriva a Saint Michel ed io felicissimo di sapere qualcosa ed essere utile lo rassicuro “oui,oui le train arrive jusq’à Saint Michel….je vous am’prie!”.
A questo punto anche il ragazzo di colore si siede di fronte a me e rassicura chi lo sta aspettando con una telefonata:” Pronto…no…sono ancora alla Gare du Nord, e mo’ arrivo,…si..ciao, ti chiamo dopo, ciao”
Beh, sapevo di non essere perfettamente padrone del francese e me lo avesse detto!
Il treno riparte, ma torna indietro, il ragazzo preoccupato mi chiede se son certo della destinazione ed io (sempre in francese) lo rassicuro che essendo scritto sul “tableau là” non vi è possibilità di errore. Giusto per smentirmi la signora color nocciola che è seduta alla mia destra mi comunica che per andare a Saint Michel, giunto alla Gare du Nord debbo scendere ed andare al piano di sotto e prendere un altro convoglio, forse il metrò. E’ stata proprio gentile così me la sono cavata con la prima fermata di ritorno.
Io ed il ragazzo di colore scendiamo ed a questo punto ho preferito essere Italiano che Francese-scemo così abbiamo chiacchierato mentre si cercava il treno per tornare alla Gare du Nord.
Ecco il treno è sul binario, ma su un altro piano, devi scendere, obliterare e risalire, corri, corri sta per partire!.
E’ talmente pieno che se spingo entro io ma non la valigia e se infilo prima la valigia resto a terra io. Mi sacrifico ed attendo il prossimo, tanto ho capito che ve ne è uno ogni 15 min. circa.
Ma è giorno di sciopero e, come ieri, arriva con mezz’ora di ritardo ed è pieno pieno; ma a questo punto la mia valigia diventa corpo contundente e mi apre la strada senza mezze misure.
Alla Gare du Nord, ho cercato a tutti i livelli ma essendo sciopero non vi è transito di convogli della metropolitana, non altri treni allora risalgo in superficie, vado all’ufficio informazioni e mi consigliano di cercare il taxi perché con questo sciopero per arrivare alla Tour dovrei utilizzare 2 autobus e non è detto che siano disponibili. Rassegnato cerco il taxi; ma quei pochi che si avvicinano alla Gare sono presi d’assalto e dovrei fare a pugni per salire. Ma io son proprio fortunato! ecco un autobus che sul fianco fra le varie tappe indica “Tour Eiffel”, è proprio dove debbo andare io, chissà perché è scoperto al piano di sopra? Non importa, se lui va là io salgo.
Chiedo all’autista e mi spiega che è un bus turistico e che cambiando bus più avanti arrivo alla Tour Eiffel, si si costa 26€ e posso girare tutto il giorno sull’autobus. Intanto è l’unaemmezza!
L’autobus parte, ho in dotazione un auricolare che infilato nell’apposito attrezzo mi guida nella visita di Parigi, bello, posso fare il turista e appena arrivo in albergo mi attrezzo e volo in visita ai monumenti più famosi.
E così passiamo davanti all’Opera, davanti anzi nel cortile del Louvre, davanti a Notre Dame intorno al Trocadero, sul lungo Senna e dopo aver cambiato autobus vedrò i Champs Elysee il famosissimo Arc de Triomphe, e riesco anche a scattare delle fotografie.
Vedo il Lido, la Tour Eiffel ma potrò scendere solo alla fermata accanto al Pilon Ouest, non prima. Quindi alle 16,30 scendo e finalmente sono libero di arrivare all’hotel.
Per non perder tempo e rischiare giri a vuoto, telefono all’hotel per farmi indicare la strada e con una cartina in mano mi avvio a colpo sicuro, tanto sono solo 20 minuti di strada ed in fondo anche oggi ho pranzato come ieri, cosa sarà mai per me!
Eccomi all’hotel, bello, la reception è graziosa, gli addetti gentili mi parlano inglese, ma li fermo subito e spiego loro che posso capire il francese.
Salgo al piano e trovata la stanza ahimè non funziona la chiave, sai sono quelle schede magnetiche, può succedere, non importa nei viaggi all’estero può arrivare un disguido, un imprevisto, nulla è insormontabile.
Fatto.
Entro nella stanza.
E' confortevole, il bagno decoroso ed attrezzato, vi è pure la televisione, sono le 17,20 penso di dormire, Parigi in fondo è una tediosa metropoli, forse non vale la pena?
No, mi scuoto vado e salirò sulla torre, costi quel che costi. Venti minuti dopo sono in coda per la biglietteria al “Pilon Ouest” e so che mi tocca più di un’ora di attesa, ma non demordo: salirò al “troisième etage” e farò le foto per mostrarle agli amici che non sono fortunati come me e non sono a Parigi.
Sono salito, ho fatto le foto ma con l’opzione “notturno” mi sono venute tutte mosse, agli amici racconterò ciò che ho visto nel modo più esaustivo che conosco e sapranno apprezzare le bellezze della “Ville Lumiere” che IO ho visto, anche solo dalle mie parole.
Ora mi incammino verso l’hotel, cercherò un restaurant per mangiare qualche cosa e poi a nanna, domani si parte ho l’aereo alle 16,10, debbo essere per il chek-in un’ora prima, partirò alle 8,00 non si sa mai, a volte il traffico cittadino ti fa fare tardi!
Sono arrivato alle 10,30, ho letto il giornale rigorosamente italiano per riapprendere l’abitudine alla lingua madre, ho atteso le 15,00 con ansia e non sono neppure andato a fare pipì per paura di perdere l’aereo, porto tutto a casa.
Bello viaggiare! Per pranzo ho rimediato un “sandwich au jambon”; la cucina internazionale affascina e quale migliore occasione per gustare “l’haute cuisine francaise” quando si va oltr’alpe!
Tutto bene; se mi leggi capirai che sono arrivato.
Non è caduto l’aereo e anche il rientro a casa da Caselle (perché non la chiamiamo alla francese “C”?) con l’auto è andato bene, a parte che è venuta a prendermi mia suocera, ma forse è stato il fatto meno catastrofico del week-end. Ora ti lascio, non vorrei annoiarti, fatti sentire, ti farò vedere le foto scattate dall’autobus scoperto!!
Ciao ciao
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