18-11-2013 - A Susa, il 16 novembre scorso, abbiamo assistito alla manifestazione "NoTav", alla quale hanno partecipato cittadini della bassa valle di Susa, ma non solo.
Susa è apparsa come città blindata, per il gran numero di forze dell'ordine disposte a protezione periferica della città. I posti di blocco, organizzati per impedire accesso a eventuali facinorosi, hanno anche reso difficile la partecipazione al corteo a chi proveniva da Torino e dintorni. Numerosi, infatti, hanno raggiunto i dimostranti percorrendo chilometri a piedi.
E' stata una ''marcia pacifica'' contro "l’occupazione militare della Valle di Susa" e per "il diritto ad opporsi al Tav senza essere criminalizzati".
Un corteo composto da famiglie con bambini, persone su sedia a rotelle, banda di musicisti, addetti alla pulizia della strada da mozziconi di sigarette o eventuali cartacce, dopo il passaggio dei cittadini ostinati nel non volere il proseguimento dei lavori per la realizzazione dell'alta velocità, che dovrebbe ridurre i tempi di percorrenza su rotaia da Torino a Lione. E con loro, i sindaci valsusini NoTav in fascia tricolore e delegazioni di comitati e movimenti da tutta Italia, dai No F35 ai No Dal Molin, dai No TerzoValico ai Pugliesi del No 275 ai Siciliani del No Muos, e i cugini d'Oltralpe, i Francesi; organizzazioni che si ispirano apertamente all’esperienza ormai pluriventennale dei No Tav.
Non son mancati neppure striscioni con appelli accorati alla Madonnina del Rocciamelone, la cima innevata che domina su Susa.
Ascoltando commenti e dichiarazioni, l'accordo internazionale sull’opera non può dirsi ratificato perché ha avuto il via libera solo da uno dei due rami del Parlamento, ma questo, hanno detto, ai Francesi non verrà detto, così come non verrà detto che a Chiomonte la "talpa", che dovrà scavare il tunnel, in realtà, non è partita per carenza di energia adeguata. E, ancora, la linea che inizialmente avrebbe dovuto interessare da Lisbona a Kiev, il famoso "corridoio 5", pare che non riscuota più l'interesse dei Portoghesi e neppure degli Sloveni….e poi, la quantità di carico merci è diminuita, i viaggiatori pure…..motivi di contestazione non son mancati.
Intanto, lo scavo vero e proprio del tunnel di Chiomonte, sito di “interesse nazionale”, è presidiato dalle forze dell’ordine e da un contingente di 400 militari dell’Esercito, allo scopo di evitare che avvengano ulteriori atti vandalici a danno delle aziende interessate nell'opera di attuazione.
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