11:32 martedì 26.11.2024
Dimonios, tutti a casa
Si è messa in moto la macchina della logistica militare, per trasportare i materiali dalla base di Farah in Italia
fotografie di: Daniel Papagni

30-10-2013 - Televisori, frigoriferi, attrezzi sportivi con cui si allenavano in palestra, container, zaini…. tutto ormai rappresenta un ricordo affettivo da portarsi a casa
Le piccole cose che hanno reso la vita meno difficile ai soldati che hanno lavorato lontano dalla propria Patria, in un Paese in cui avere un piccolo frigorifero durante l'estate, quando la temperatura arriva a cinquanta gradi, fa molta differenza.
Il materiale, raggruppato nei vari spazi della base, è caricato sui Tir, affittati appositamente per trasportare tutto quanto si possa trasportare, mentre per altri materiali, più "sensibili", quali armi e strutture relative agli armamenti, fanno la spola i C130J dell'Aeronautica Militare e gli elicotteri dell'Esercito.
Una missione delicata ed impegnativa, quella del "trasloco" quando, poco dopo, una lunga colonna di mezzi muoverà verso la base di Herat, a sigla della definitiva cessione delle chiavi della base avanzata di Farah, consegnata alle forze armate afghane.
Le strade che percorrerà la colonna sono quelle che sino ad oggi hanno rappresentato "il problema" della sicurezza; lo si nota anche dai segni inequivocabili lasciati dai colpi sui parabrezza dei Tir…l'attenzione è molto alta.
La base che viene lasciata agli Afghani è operativa, comprendendo gli alloggi, i servizi elettronici di sorveglianza, i generatori di elettricità, le altane, i potabilizzatori…..
Le immagini riportano i volti degli autisti afghani stanchi, alcuni in preghiera, altri contenti di poter scambiare due chiacchiere con il nostro reporter, raccontandogli le proprie esperienze e confidandogli che degli Italiani sentiranno la nostalgia.
La missione è stata lunga e impegnativa, stancante ma anche ricca di esperienze positive.
Uno dei ricordi più belli sarà sicuramente il cielo delle notti afghane, ricco di stelle chiaramente visibili grazie al buio assoluto in cui il territorio è immerso; la via lattea nel suo magnifico percorso attraversa il cielo e resterà nel cuore di chi in Afghanistan ha speso le proprie forze con professionaltà e passione.
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Maria Clara Mussa


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