06:46 martedì 26.11.2024
Afghanistan to forward…
Le premesse ci sono…ci sarebbero… se teniam conto di quanto abbiam constatato durante la nostra ultima missione in Afghanistan
fotografie di: Daniel Papagni

25-08-2013 - A Kabul, città in fermento per attività di ricostruzione di strade ed edifici, percorrendo un tratto della Jalalabad road, siamo giunti alla "Scuola della pace", voluta e sostenuta da padre Giuseppe Moretti, amichevolmente chiamato il "vescovo di Kabul", cresciuta in questi anni sia in strutture sia in numero di allievi (attualmente duemila). Riportiamo l'intervista con padre Moretti:
http://www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=64
Abbiamo parlato a lungo con il generale Giorgio Battisti, Capo di Stato maggiore del Comando Isaf, che nel corso dell'intervista,www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=61 ha ribadito che l'Italia, alla chiusura del periodo previsto per la transizione, sarà partner strategico dell'Afghanistan, tenendo anche conto dei legami storico culturali che legano i due Paesi.
Ad Herat, il 24 aprile scorso, presso la base di ‘Camp Zafar’, il comandante del Regional Command West generale di brigata Ignazio Gamba, ha sottoscritto unitamente al comandante del 207° corpo d’armata dell’Afghan National Army generale di divisione Taj Mohammad Jahed, il programma delle attività che saranno svolte dalle forze di sicurezza afghane, con il supporto di ISAF, durante il periodo attuale.
Sempre ad Herat, abbiamo ripercorso strade già visitate nelle missioni giornalistiche precedenti: la città è vivace, colorata, con traffico di auto e moto importante; negozi colmi di merce, dai vegetali freschi provenienti da India e Pakistan, ai tessuti non solo per burqa; dalle esposizioni di colorate e profumate spezie su cui domina lo zafferano alle gioiellerie, le cui clienti, dalla griglia del burqa, ammirano gli oggetti preziosi.
Abbiam fatto incetta di dolci specialità, ospitati con grande cortesia dal proprietario di una pasticceria che ci ha offerto un ottimo chai (te) allo zafferano….
Come sottolinea mr. Mohayuddin Noori, portavoce dell'allora governatore di Herat, Daud Saba, durante l'intervista rilasciata:
"In Afghanistan abbiamo raggiunto buoni risultati, grande progresso; le molte attività che si svolgono ed anche il permesso di critica, permettono di portar esempio di come come sia forte il coinvolgimento nel processo di democrazia.
Investimenti economici privati; investimenti da parte del governo, come i cento milioni di dollari nel polo industriale di Herat"
Nel corso della conversazione sono anche emersi i settori in cui il progresso sta dando risultati: farmaceutica, ferro, bibite, lavorazione del marmo, industria alimentare: gli imprenditori sono già competere con i Paesi vicini.
Herat è un distretto fertile cui occorre un sistema di collegamento moderno per far giungere velocemente i prodotti nei Paesi che li acquistano: la fase della costruzione delle strade è incominciata.
"Occorre dare credibilità ai nostri prodotti, che giungono in India, nei Paesi asiatici, Arabi ed Europa.
Il governo ha dato terreno a chi vuole investire in agricoltura, continua Noori, e già lo zafferano afghano è prodotto per il 95% in nel distretto di Herat; la vincerà sulla coltivazione dell'oppio".
Attraversando Herat, parlando con la gente, incontrando colleghi della televisione locale, la "Redcardasiatv", ci siamo resi conto della voglia di vivere della popolazione, dell'entusiasmo con cui cercano di superare i momenti attuali.
A tutti abbiamo posto la stessa domanda: come vedete il futuro dopo la fatidica data del 2014, allorché Isaf terminerà ufficialmente la propria missione?
Il Paese è "stabilizzato", ma i problemi non sono ancora risolti, da come emerge dalla risposta unanime: le loro forze di sicurezza, ANCOP, fanno bene il proprio lavoro, sono sempre più autonomi nelle proprie attività operative, ma la paura ancora domina la popolazione.
"Non abbandonateci, abbiamo paura; nel nostro Paese, che in trentun anni di guerra civile ha perso tutto, ancora agiscono i talebani, alimentati da Iran e Pakistan … non abbandonateci".
Maria Clara Mussa


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