25-06-2013 - ROMA. La sicurezza è al primo posto, almeno per l'Esercito.
Cinquantatré morti in Afghanistan sono tanti e nell'ottica di una exit strategy che porterà, nel 2014, al ritiro delle forze Isaf da una terra in cui, dal 2001, si cerca di portare una pace che, forse, tarda ad arrivare, si tenta comunque di evitare che nuove vite possano andare perse. Sicurezza al primo posto, dunque.
Una sicurezza che ricade sotto la responsabilità diretta dei comandi, a vari livelli.
Una protezione delle forze (alla lettera Force protection) che costituisce una vera e propria funzione operativa che ha riflessi sia diretti che indiretti sull'efficienza delle operazioni militari.
Fondamentale, quindi, preservare l'integrità del personale, delle infrastrutture, dei materiali, degli equipaggiamenti, delle attività e delle informazioni, ma anche contrastare la minaccia in tutte le sue forme, prevenire i rischi eventualmente rappresentati da articolari caratteristiche dell'ambiente naturale, atrofico e operativo, rafforzare il senso di sicurezza nel personale, creare all'avversario un senso di incapacità dovuto all'inefficacia delle azioni ostili rispetto alle misure adottate.
Di questo si è parlato nel corso dell'open day "Smart Shield 2013", tenuto dal Comando Genio dell'Esercito nell'area della Cecchignola, a Roma. Una giornata nel cui corso sono state illustrate le innovazioni tecnologiche volte a garantire, soprattutto nei teatri operativi, la sicurezza dei militari.
Presenti le piccole medie imprese italiane, ma anche realtà più grandi, che hanno spiegato le nuove tecnologie sviluppate a questo scopo.
Tra le PMI presenti: la Aero Sekur di Aprilia, che ha brevettato un sistema integrato di veicoli senza pilota utili a garantire un monitoraggio dall'alto, con veicoli senza pilota che interagiscono tra loro e funzionano con un unico sistema che ha anche la possibilità di comunicazioni via 3G, satellitare e attraverso comunicazioni tattiche; la R.I. S.p.A. di Trepuzzi (Lecce) che ha presentato le nuove torrette antimortaio, i nuovi moduli abitativi (tra cui alcuni che saranno collocati nella nuova base di Gibuti, per cui è stato vinto l'appalto) e una cucina campale in grado di sfornare 200 pasti ogni ora.
Certo è che il momento di crisi e la spending review impongono non pochi tagli e che, a causa dei fondi minori, non tutti i sistemi potranno essere acquisiti.
L'Esercito, però, è molto attento alla sicurezza.
"La forza armata - ha spiegato il comandante del comando Forze operative terrestri generale Roberto Bernardini- sta facendo il possibile per operare in sicurezza. La sinergia con le aziende è utile al sistema Italia. A volte la burocrazia coperta tempi un po' più lunghi, ma la priorità resta la sicurezza dei nostri uomini". Durante la giornata è stata data dimostrazione operativa dei nuovi mezzi.
I presenti hanno potuto assistere, ad esempio, a un tentativo di sfondamento di un check point italiano da parte di insurgents e ad un attacco a una cop afghana, fedelmente ricostruita in loco.