25-04-2013 - Con uno scenario, che dagli accadimenti della primavera araba, piuttosto che da quelli delle varie rivoluzioni che scoppiano sulla Terra, non è molto differente, si sta svolgendo in questi giorni l’esercitazione AMPHEX 2013, che vede impegnati quasi 3500 uomini e donne tra equipaggi delle unità navali, personale della forza aerea e marines del reggimento San Marco.
E’ un’esercitazione coordinata e diretta dall’ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante in capo della Squadra Navale, che in una mattina dedicata ai Media, ha descritto il significato di un tale impegno che vede coinvolte undici navi, un sommergibile e 23 aeromobili tra elicotteri e aerei a decollo corto ed atterraggio verticale.
Simulazione realistica di un’operazione militare tra un Paese (Charlie) controllato da un governo autoritario e non rispettoso dei diritti umani, e un Paese democratico e membro delle Nazioni Unite (Alfa) l’esercitazione ha impegnato l’intera squadra navale, suddivisa in due contrapposte squadre che si affrontano nelle acque che circondano la Sardegna.
La “buona”, di Alfa, comandata dal contrammiraglio Carlo Massagli, comandante le forze d’altura e la “cattiva” di Charlie, al comando del contrammiraglio Domenico di Capua, comandante le forze di pattugliamento per la sorveglianza e la difesa costiera.
Le due squadre contrapposte in un’attività di attacco e difesa, sono impegnate in un realismo incrementato dalla simulazione di danni alle unità navali, incendi, falle, limitazioni ai sistemi di combattimento, evacuazioni mediche e tutto quanto possa accadere in un’azione operativa vera.
L’esercitazione è la fase topica dell’addestramento della squadra navale, per la preparazione di uomini e mezzi ad utilizzare al meglio le risorse assegnate e per mantenere elevata la potenzialità di operatività sul mare e dal mare.
Come ha spiegato l’ammiraglio Foffi, le attrezzature di cui dispongono le unità navali e nella fattispecie la portaerei Cavour, che per l’occasione ha ospitato i rappresentanti dei Media, rendono la forza armata operativa non solo per attività prettamente marinare.
Sul mare e dal mare, con la velocità di trasporto e di intervento, con attrezzature sanitarie moderne, con ospedale capace di totale autonomia, sala chirurgica, Tac, collegamenti telematici con l’ospedale militare Celio, la nave Cavour può intervenire in ogni emergenza che richieda velocità di approccio e di soluzione dei gravi problemi. Attività svolte in caso di terremoti, con protezione civile e Croce Rossa, sono ormai considerate di normale routine.
Non possiamo dimenticare i soccorsi provenienti dalle organizzazioni suddette, in comunione con la professionalità del personale di nave Cavour destinati alla popolazione di Haiti, distrutta dal terremoto.
“Dual Use” è il termine usato per rappresentare tale capacità operativa della nave Cavour; tanto che a breve, allorché rientrerà nel porto di Taranto, sarà a disposizione delle esigenze sanitarie della popolazione, che potrà usufruire dell’assistenza sanitaria immediata.
Anche a Taranto, come in tante e troppe città italiane, l’esigenza immediata di una Tac viene esaudita dopo almeno sei mesi prima dalla richiesta.
La nave Cavour potrà mettere a disposizione la sua attrezzatura, per una Tac richiesta e realizzata in giornata.
L’efficienza ed il metodo che vengono dall’addestramento militare a disposizione delle esigenze dei cittadini.