02-08-2012 - Per l'Afghanistan si avvicina il momento più difficile, l'ora della verità.
L'Afghanistan dovrà diventare indipendente sotto tutti i profili ed è proprio ora che le forze alleate che da anni assistono il paese nel processo di ricostruzione devono perfezionare, verificare, ascoltare tutte le realtà che insieme condurranno il Paese verso democrazia, pace e libertà.
Al piano terminale di stabilizzazione partecipano tutte le forze strategico–politico-militare mirate e specializzate a questa delicata fase della missione ISAF; e proprio durante un incontro tra il nostro ministro della difesa Di Paola e il generale John r. Allen si è capito che, con il ritiro progressivo dei reparti dalle regioni presidiate per anni dalle nostre truppe in occasione della exit strategy del 2014, sul campo resteranno quelle realtà super specializzate con capacità di gestione per interloquire in maniera dinamica e diplomatica.
I nostri carabinieri sono stati apprezzati per il loro particolare impiego e la loro capacità operativa.
Sul campo alla base di Herat, operano i carabinieri e al loro interno un'aliquota del 1° rgt paracadutisti Tuscania, al comando del tenente colonnello Guido Caponetto.
Il loro impiego, fondamentale al successo della missione, va dalla capacita di intervento rapido a quella di creare un rapporto sinergico tra le varie realtà militari e le autorità Afgane.
Insieme a loro, abbiamo potuto incontrare il comandante della A.N.P. (Afgan National Policy) Toryali Abdiani, dell'intera provincia di Herat, che alla domanda se in questa fase di transizione si sentono pronti e autonomi all'impiego sulla regione ci dice: “…dopo 11 anni di presenza ISAF, siamo riusciti a completare le forze di impiego A.N.P., di Border Policy nonché la struttura delle force speciali dell'A.N.C.O.P. (Afgan National Civil Order Policy…Finalmente queste forze hanno la possibilità di camminare con le proprie gambe; il periodo di transizione ha già consegnato il distretto del Ghor e quello di Herat e prossimamente quelle di Farah”.
A questo punto il comandante Abdiani rileva una serie di urgenze al completamento della sua forza operativa, perché non vuole trovarsi impreparato sotto l'aspetto logistico operativo quando dovrà da solo affrontare gli insurgents.
All'interno della A.N.P. vengono reclutate anche le donne, che al momento sono 25, tra i distretti di Gor e Farah e altre 11, facenti parte degli addestratori della Training Company. E’ previsto un aumento del 5% sul totale della forza.
Si passa poi per le specializzazioni del personale femminile direttamente nella capitale Kabul, dove esiste la volontà operativa di distribuire il personale femminile su tutto il territorio nazionale, tentando di impiegarle nei distretti vicini alle loro famiglie.
Incontriamo anche il comandante dell'A.N.C.O.P. Wloa, che esprime tutta la sua gratitudine al supporto italiano.
Wloa ha recentemente perso uno dei suoi migliori uomini, per lui come un fratello, sequestrato e ucciso dai Talebani.
Guido Caponetto lo ascolta in silenzio: guardandosi, capiscono che la strada da percorrere è ancora lunga, ma insieme sarà sicuramente più facile accorciarne il tragitto.