29-02-2012 - Bala Morghab: tende, fango, condizioni meteorologiche avverse, privazioni e adattamento alle circostanze impreviste.
E i soldati italiani, che con grande spirito di adattamento affrontano i pericoli della missione I.S.A.F.
Non è retorica; lo possiamo confermare, dopo aver trascorso dieci giorni nella F.O.B. (Forward Operation Base) Columbus, al loro fianco, condividendo minuti, ore e giornate, che li vedono protagonisti della missione delle missioni: l'Afghanistan.
Di storie da raccontare abbiamo riempito il quaderno degli appunti.
Oggi, rientrati in Patria, vogliamo dedicare la prima pagina a persone particolari, che svolgono un lavoro molto particolare in una terra lontana, dove tra difficoltà di ogni tipo si tenta di censire la popolazione, assisterla, restituire la fiducia nelle istituzioni e nel lavoro.
Ed è per questo che base Columbus è un via vai di realtà locali, non senza i suoi pericoli.
Domenico, grado da maresciallo, barba, sguardo che buca, un gigante in divisa e……un cuore grande come casa; un incarico da brivido "Expert I.E.D. (Improvvise Esplosive Detention) e E.O.D. (Explosive Ordinary Detention)".
Lo incontriamo in Fob la sera prima della sua uscita in perlustrazione; ci chiede se abbiamo la possibilità di seguirlo in una attività di Clearing; ma la nostra richiesta viene rifiutata perché si tratta di un attività troppo rischiosa, e non c'e il tempo per organizzare un assetto dedicato al reporter Embedded, gli promettiamo, però, di incontrarlo al suo rientro…. già, al suo rientro..
La sera dopo, dunque, ci incontriamo nella sua tenda.
Stanco, ma felice di aver portato a termine la sua missione: "disinnescare" uno IED non lontano dalla base.
Seduto nella sua branda, nella tenda diventata la sua casa, arredata per far si che in pochi metri non manchi nulla…ed a fianco i suoi "ragazzi", anch'essi con le stesse peculiarità.
Gli chiediamo:
A casa, in Patria hai qualcuno che ti aspetta?
"Due bimbi, una piccina e l'altra in età scolastica e la moglie".
Domenico questa carriera militare l'ha cominciata da ragazzo, quando si è arruolato e di missioni ne ha svolte parecchie e di colleghi ne ha persi.
Non vuole parlare di Gigli di cui era collega e amico. (Mauro Gigli, maresciallo della brigata Taurinense, caduto in un attentato in Afghanistan nel luglio del 2010. n.d.r.).
Gli chiediamo a cosa pensa, quando si trova ad affrontare un pericolo come quello di disinnescare un ordigno.
Risponde sereno: "A tutti quei bambini che così saranno liberi di pensare ad un futuro senza disgrazie, costretti dagli orrori della guerra a piangere qualcuno; ed anche all'incolumità dei nostri ragazzi; qui è terra di tutti e di nessuno e l'imprevisto e il pericolo sono sempre dietro l'angolo".
A suo supporto anche gli ultra specializzati K9 cinofili, in una lotta senza confini tra il bene e il male.
Gli poniamo l'ultima domanda: a casa i tuoi sanno che lavoro fai?
"Sono a conoscenza che questo è il mio incarico; indosso la divisa, ma mi sento una persona normale che svolge un lavoro un pò particolare; che mi riempie di orgoglio, quando lo porto a termine con successo; un lavoro che permetterà alle parole pace e libertà di vincere sulle miserie della terra e di guardare insieme ai nostri figli, ad un mondo libero".
Domenico è stanco della giornata e si riposa sulla branda, in attesa di un'altra chiamata ..una chiamata per un uomo pronto a sacrificare se stesso per gli altri.