Agricoltori, gente che vuole solo la pace (Esclusiva)
Hassan Khashab, sindaco di Almansouri, Libano, a colloquio con Cybernaua.it (Esclusiva)
fotografie di: Daniel Papagni
31-08-2011 - Se la speranza è l’ultima a morire, anche la fiducia dà il proprio contributo nel progetto di ottenere una vita migliore, per un popolo che vuole solo la pace.
In sintesi, questo è emerso durante il nostro colloquio con il sindaco di Almansouri, paese di agricoltori nel sud del Libano, sotto il controllo congiunto di Unifil e Forze Armate Libanesi.
Ad Al Mansouri, è situata la base di Italbatt1, su base Brigata Aosta, che là ha stanziato il Reggimento Lancieri d’Aosta, “Aosta d’fer”, al comando del colonnello Fulvio Poli.
Ed è con lui che siamo stati invitati dal sindaco, Hassan Khashab, nella sua dimora immersa nel verde di coltivazioni di alberi da frutta.
Ed è a lui che il sindaco ha per prima cosa rivolto un particolare ringraziamento, per il rapido intervento molto apprezzato, durante un incendio avvenuto alcuni giorni prima alle porte del paese.
“Voi Italiani, avete radici nella nostra vita, siete messaggeri di pace e veri amici…non potete lasciarci; questa è casa vostra”.
Parole che hanno dato modo al colonnello Poli di ringraziare per l’apprezzamento e a noi di capire quanto i “nostri” abbiano un peso importante nella missione Unifil.
Insieme a noi, ospiti del sindaco, il collega Mirko Polisano e l’operatore Giorgio Cagliesi, di Canale 10.
Ricevuti con grande generosità, accolti dal padrone di casa che personalmente ha portato in tavola immensi vassoi di frutta fresca, saporita, succosa, raccolta nelle sue piantagioni: papaia, pere, meloni e anguria, arance e dolci alla manna e pistacchi….che noi abbiamo assaporato ringraziando l’ospite, considerando soprattutto il fatto che per loro era il periodo del Ramadan, il mese del digiuno quotidiano, il periodo in cui la memoria va alle persone povere.
Ospitalità mediterranea, ma anche gratitudine per quanto il contingente italiano della missione Leonte ha fatto in questi anni e sta ancora compiendo a favore della popolazione del Libano del sud.
Hassan è sindaco, dunque uomo politico che sa, conosce la situazione del suo Paese; per questo, aiutati dall’interprete Karim, gli abbiamo posto alcune domande sulla situazione attuale, se è cambiato qualcosa dall’inizio della missione Unifil nel rispetto della risoluzione Onu 1701, se davvero il cammino è quello giusto verso la pace.
“Non possiamo dare certezze, alle nostre analisi che cambiano con gli eventi attuali. Il popolo del sud è amante della pace, cosi come il popolo arabo e i governi arabi. Siamo per lo più agricoltori, vogliamo la pace. Noi ci domandiamo, perché i Palestinesi non hanno un proprio luogo?
Israele ha sempre fatto guerra al Libano e continua ad occupare le nostre terre. Noi non abbiamo problemi con la nazione ebraica, dobbiamo saper vivere insieme perché il mondo è di tutti, tutti dobbiamo vivere su questa Terra; ma gli Israeliani non vogliono la pace con i Palestinesi. Nella striscia di Gaza e in Cisgiordania stanno costruendo altre colonie”.
Uno dei problemi più gravi, come abbiamo sentito raccontare dal sindaco, è quello dell’acqua. Che pur trovandosi nel territorio abitato dai Palestinesi è sfruttata per l’80 per cento dagli Israeliani. Ed i Libanesi sono osservatori, ascoltano i Palestinesi raccontare i propri problemi: se Israele abbatte una casa palestinese è considerato un diritto, ma il contrario non è ammissibile.
“Tanti accordi internazionali firmati, dice ancora Hassan, poi rinnegati da Israele”.
Ci saranno risvolti in Libano, nel momento in cui, a settembre, sarà autodeterminato lo Stato di Palestina, come annunciato da tempo?
“Ogni stato che si crea, ha bisogno di fondi. La Palestina ha confini racchiusi da altre terre. Le sue fonti di ricchezza sono in mano agli Israeliani. Perciò Palestina potrà sopravvivere solo con aiuti della comunità internazionale.”
Ed allora, concludendo il colloquio, Mirko Polisano gli ha chiesto quale sia il suo sogno di sindaco.
“Dal 1973 si sono susseguiti molti disastri che hanno lasciato il segno. Noi siamo agricoltori e le guerre distruggono le nostre fatiche, impediscono le stagioni dei raccolti.
Abbiamo avuto disastri per lunghi periodi. Al Mansouri è un bel villaggio, costruito tanto tempo fa dai nostri antenati che hanno lavorato duro per togliere la terra ai sassi. Una montagna di rocce, prima, diventata un fertile luogo coltivato, da cinquant’anni.”
“ Vogliamo la pace per il futuro dei nostri bambini, ha continuato il sindaco, sorridendo alla sua nipotina che ci offriva dei confetti, vogliamo la pace il rispetto, il coordinamento tra i popoli. Noi siamo fiduciosi, per continuare a vivere dobbiamo avere piena fiducia in un futuro di pace.”
Maria Clara Mussa
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