20-06-2011 - Giunto alla sua 5ª edizione, il Forum Aerospazio e Difesa, organizzato dalla National Instrument a Pomezia (Roma) il 16 giugno scorso, ancora una volta ha offerto una panoramica ampia ed interessante sulla condivisione delle tecnologie innovative a supporto dell’ingegneria dei sistemi di prossima generazione, con discussioni sulle applicazioni all’avanguardia nel settore e sulle possibilità di favorire il networking tra l’industria e l’università.
Personaggi noti della ricerca, dell'industria, della politica si sono alternati nell'esporre quali siano innanzitutto i problemi da affrontare per sviluppare al meglio le tecnologie che sono e saranno utilizzate, legate ai progetti dell’industria Aerospaziale e della Difesa.
Un comune denominatore, rappresentato dalla riduzione dei budgets, ha legato tra loro gli interventi degli esperti relatori alla tavola rotonda.
L'onorevole Marco Airaghi, appassionato del settore "spazio" e consulente del Ministero della Difesa per le attività aerospaziali, ha sottolineato che occorre informare correttamente i cittadini, affinché siano convinti dell'utilità dei servizi satellitari, sui quali i tagli di bilancio potrebbero agire in modo totalmente negativo, con black out in tutti i settori in cui ormai il satellite agisce.
"L'Italia è un Paese spaziale, è la terza nazione al mondo ad avere satellite, con base a Malindi, in Kenia; ed il sistema radar COSMO-Skymed è il migliore al mondo".
Infatti l’Italia è in grado oggi di fornire una risposta efficace a tutte queste necessità con il programma COSMO-SkyMed, il primo programma spaziale per applicazioni duali (civili istituzionali/commerciali e militari) pensato e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Ministero della Difesa e sviluppato da un team di industrie nazionali sotto il controllo dell’ASI.
E questi sono fatti, che i cittadini devono conoscere.
L'informazione è basilare, come la possibilità di avere finanziamenti per la ricerca e per la formazione delle nuove generazioni che si dedicano a tale settore, come ha sostenuto il professor Gaspare Galati, ordinario di Telecomunicazioni dell'Università Tor Vergata di Roma.
Il professor Paolo Gaudenzi, ordinario di costruzioni e strutture aerospaziali, nell'affermare che l'Università può contare su ottimi studenti, ha sostenuto l'importanza di avere chiaro in mente alcuni principi basilari, indispensabili per affrontare il futuro tecnologico: creatività, disciplina, capacità di sintesi, rispetto e soprattutto etica.
Da parte dell'industria, il responsabile dei prodotti Aerospazio per la Finmeccanica, ingegnere Bruno Mazzetti, ha illustrato i vari campi in cui l'industria "spazia", al servizio tecnologico del settore aerospaziale, dai sistemi di simulazione, alle camere anecoiche, ai vettori, sottolineando come alla base ci sia l'interazione tra le varie discipline.
Per l'Agenzia spaziale Europea, è stato l'ingegnere Marco Lisi ad illustrare le applicazioni tecnologiche, di cui sempre la National Instrument è protagonista, rilasciando anche un'interessante rappresentazione del "Tempo" e delle considerazioni sul tema da parte di illustri geni del passato.
Molto coinvolti nei tagli del budget sono i vari settori della Difesa, come bene hanno descritto l'ammiraglio Lucio Accardo, del comitato direttivo di AFCEA (Armed Forces Communications and Electronics Association), Capitolo di Roma e il generale Nazzareno Cardinali, presidente del consiglio di Amministrazione di Selex Communications.
Ma un altro comun denominatore lega tra loro i vari settori coinvolti nella sfida aerospaziale.
Ed è la "passione", come ha detto Sean Thompson, Platform manager per l'Aerospazio e la Difesa, presso la National Instrument, coinvolto nello sviluppo ed estensione della piattaforma NI in applicazioni strategiche.
La passione che, da quando l'uomo è venuto al mondo, anima, nutre, indirizza verso nuove sfide e grandi conquiste.