16-05-2011 - Dal centro dell'ESA/ESRIN di Frascati, in collegamento con la base spaziale del "Kennedy space Center"in Florida, assistiamo tramite mega schermo al count down per il lancio dello shuttle "Endeavour" che intraprenderà il suo ultimo viaggio verso la ISS (Stazione spaziale internazionale).
Le immagini ingrandite dello shuttle, dentro cui il nostro astronauta Roberto Vittori è in attesa di "partire" per raggiungere Paolo Nespoli, nell'ISS da dicembre dello scorso anno, appaiono sullo schermo coinvolgendo tutti noi in un sentimento di grande emozione.
La voce dello speaker americano continua a descrivere cosa sta avvenendo, mentre nella sala oscurano le finestre, per permetterci di assistere al meglio allo "spettacolo"
E' davvero emozione pura quella che scorre sottile nell'aria: si avvicina il momento, sventola la bandiera degli Stati Uniti, mentre i secondi scanditi dal computer si avvicinano allo zero.
Si solleva l'enorme "cappello" che protegge l'appuntita prua dello shuttle, i secondi finiscono e…. accensione, partito.
Cresce l'emozione al momento dell'allontanamento da terra, al distacco dei razzi, al distacco finale dal modulo madre: Roberto Vittori, insieme ai suoi compagni di "avventura spaziale" Mark Kelly, Gregory Johnson, Michael Fincke, Anfrew Feustel e Gregory Chamitoff è partito, in una missione quasi totalmente italiana.
Applausi e brindisi, con espressioni di gioia e soddisfazione sui volti dei capi ricerca e responsabili delle istituzioni spaziali, ESA (Agenzia spaziale europea), ASI (Agenzia spaziale italiana) AM (Aeronautica Militare) e INFN (Istituto nazionale di Fisica nucleare).
Perché non è una missione qualsiasi.
E' una DAMA www.esa.int/dama, acronimo che sta per DArk MAtter, ovvero "materia oscura".
Un mondo a noi sconosciuto pieno di fantastiche teorie potrebbe essere svelato, o forse potrebbe alimentare ancor di più i nostri interrogativi, proprio da questa missione.
Sull'Endeavour, infatti, ci sono progetti di scienza e tecnologia italiana messi in campo con il contributo di ASI, rappresentati da sei payload scientifici e da un "cacciatore " di antimateria, AMS (Alpha Magnetic Spectrometer), grande motivo d'orgoglio per la ricerca italiana.
Ce ne ha parlato Benedetto D'Ettorre Piazzoli, ricercatore del gruppo particelle astrofisiche dell'INFN, raccontandoci la storia affascinante della materia e dell'antimateria, senza la quale non potremmo esistere.
Ed anche le relazioni di Thomas Reiter, direttore del centro volo umano nello spazio dell'ESA, di Mario Cosmo, direttore tecnico dell'ASI, del colonnello pilota Enrico Pederzolli, vice capo delle politiche spaziali dell'Aeronautica Militare, hanno tenuto desta l'attenzione sulle attività svolte in tale ambito di ricerche.
Christer Fuglesang, poi, capo della divisione Scienza ed Applicazione e del dipartimento ISS ed astronauti, mediante immagini e sue descrizioni, ha reso maggiormente chiara la situazione della vita nello shuttle, evidenziando in modo spiritoso come, per la mancanza di peso, alcune azioni degli astronauti possano risultare particolarmente "divertenti".
L'incontro con gli scienziati, introdotto da Simonetta Cheli, capo dell'ufficio di coordinamento del centro programmi osservazione della Terra dell'ESA e moderato dal giornalista Stefano Sandrelli, è stato utile alla comprensione del significato della missione DAMA, che oltre alla ricerca, è anche strumento di diffusione dei colori italiani.
Infatti, allorché Endeavour aggancerà alla Stazione Spaziale Internazionale il 18 prossimo maggio, il colonnello Vittori esporrà sulla stazione la bandiera tricolore che il presidente Giorgio Napolitano gli ha affidato per celebrare i 150 anni dell'Unione d'Italia anche nello Spazio.
Una curiosità: DAMA, l'acronimo che definisce la missione Dark Matter, è stato ideato da una bambina di undici anni, di Modena, che ha disegnato il logo che Vittori indossa sulla sua tuta, una particella di antimateria che spunta sulla scia dello shuttle con la bandiera italiana sullo sfondo.