23:13 martedì 26.11.2024
Stargate, destinazione Bala Murghab (Esclusiva)
Nemmeno la saga di Guerre stellari ed i suoi scenari riuscirebbero a descrivere Bala Murghab
fotografie di: Daniel Papagni

02-05-2011 - Ambiente così surreale che, se non ci sei stato, è difficile capire come i nostri soldati lì accampati, possano operare tra sacrifici, pericoli e vita dura.
Partiamo da Camp Arena, base di Herat e con un'ora e trenta di CH 47, arriviamo a Bala Murghab, che si trova a Nord di Herat, nel territorio che confina con Iran e Turkmenistan, nella provincia di Badghis, zona impraticabile per lunghi periodi dell'anno.
Superiamo catene montuose alte più di tremila metri, ancora innevate; all'interno dell'elicottero fa freddo, molto freddo.
Scendiamo ad una quota inferiore e cominciamo a volare a pelo tra dune e colline, a volte verdi lussureggianti a volte aspre ed inospitali, dove intravediamo piccoli insediamenti di nomadi accampati sotto le tradizionali tende, o villaggi sperduti dal nome incomprensibile.
I piloti del Ch47 esprimono tutta la loro capacità operativa nell'infiltrarsi a bassa quota nelle asperità dell'altipiano.
La loro bravura è comparabile ad un pilota di formula uno che gimkana in una pista.
Ci indicano il luogo su cui per pochi minuti atterreremo, giusto il tempo per scaricare i materiali necessari alla vita della base, accolti dal gruppo di uomini schierati a "freccia" che, subito dopo, salgono sull'elicottero, con il loro comandante, colonnello Marco Tuzzolino, per raggiungere con noi la cop (Combat Out Post) "Sigma".
Protetti e guidati dagli uomini della Folgore, ed insieme a noi Philippe Leroy, nostro compagno di missione in Afghanistan, affrontiamo una ripida salita di sassi e terreno arido, per raggiungere "Sigma".
Per motivi di sicurezza la visita si svolge in tempo limitato, ma quanto basta per capire la situazione in cui vivono i nostri soldati.
Turni stretti di guardia, osservazione su postazioni fisse, pattugliamento, occhi sempre aperti, tensione alta, per poi riposare in una trincea di pochi metri quadrati, scavata a mano, buia, inospitale e senza alcun comfort.
Nonostante ciò i ragazzi riescono a renderla famigliare.
Capiamo cosa significhi una "cop": la bolla più avanzata e solitaria della fob, che, in questo particolare luogo contribuisce alla sicurezza di Darwish, un villaggio di 250 famiglie che solo cinque mesi fa era abbandonato.
Ora, queste famiglie che vivono di pastorizia, hanno già fatto una prima "sciura" (riunione di consiglio degli anziani) chiedendo di poter costruire una moschea, un sistema di distribuzione dell'acqua ed una scuola.
Ritorniamo alla base di Bala Murghab.
Lì è tutto silenzio ed operatività.
Soldati scaricano i generi di prima necessità, giunti sin li con aviolancio
Uno di loro ci indica un avamposto soprannominato "highlander".
Tra le tende due cani, pastori del Caucaso, adottati e coccolati dai militari .
Fa caldo, il sole è alto mentre tra i ruderi aridi il colonnello Tuzzolino ci descrive l'attività in fob.
La presenza dei paracadutisti a Bala Murghab è una storia che si alterna e si ripete: essi qui si sentono a casa.
Ed anche chi scrive si sente a casa, accettato in quel buco di posto come se fosse alla corte del re.
Scattiamo una foto con la bandiera della "ventesima Puma".
Ci sorridono, scambiamo numeri di brevetto; è pronto il caffè e dentro di me la voglia di abbracciarli tutti, i ragazzi della Folgore che non guardano il Grande Fratello, non vestono alla moda, non hanno l'ipad, l'ipod, l'iphon e neanche il phon…..
Hanno diciott'anni, ventitré o giù di lì, consapevoli di rappresentare il fior fiore dell'Italia; il loro mito? il comandante, che a loro fa da padre, angelo custode, e da grande fratello.
Folgore!
Daniel Papagni


Extrema Ratio Knives Division

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