Controllo dal cielo, a favore dell'Afghanistan
Alla scoperta della task force aerea italiana a Camp Arena
fotografie di: Daniel Papagni
02-03-2011 - “Camp Arena”, ad Herat, è la base centrale del contingente italiano dispiegato in Afghanistan. Il quartier generale dei nostri soldati, nodo di scambio e di smistamento da e per i vari dispositivi della regione ovest del Paese.
Il colonnello Maurizio d’Andrea, comandante della J.A.F.T., acronimo che indica la Joint Air Task Force, ci fa da guida quando decidiamo di visitare il comparto delle forze di manovra aeronautica del comando Regionale Ovest (RC-W) di ISAF, International Security Air Force.
Partiamo dai cacciabombardieri Am-x del Gruppo ”Gatti Neri” (Black Cats) dell’Aeronautica Militare, che proprio recentemente hanno raggiunto le 2000 ore di volo in missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione aerea (ISR) a supporto della popolazione locale e delle operazioni militari a terra.
Il Task Group ‘Black Cats’, comandato dal maggiore Michele Grassi e composto da uomini e donne provenienti dal 51° Stormo di Istrana, dal 32° Stormo di Amendola e dal 3° Reparto Manutenzione Velivoli (RMV) di Treviso, ha operato sin dall’inizio per ottenere quell’operatività che ha permesso ai “Gatti Neri” di raggiungere traguardi importanti.
Tra questi, va sicuramente ricordato il livello elevatissimo dell’efficienza degli uomini della sezione analisi della JAFT, grazie a cui è stato possibile incrementare durate l’anno trascorso la quantità di supporto data al superiore comando di Kabul, in relazione alle ricognizioni aeree con circa 17000 prodotti fotografici. I piloti del Task Group, adattati alla realtà dinamica dello scenario afgano, hanno fornito il loro supporto alle varie forze della coalizione, con un continuo lavoro di sorveglianza armata a “coprire” le nostre forze grazie al punto di vista privilegiat,o possibile mediante il mezzo aereo. “Nell’insieme, questo è stato il nostro contributo alla ricostruzione dell’Afghanistan per raggiungere l’obiettivo comune di un Paese in cui il popolo abbia libertà di movimento, efficace governabilità ed istituzioni in grado di sopravvivere da sole”, ha sottolineato il maggiore Grassi.
I mezzi aerei, per loro caratteristiche peculiari, consentono di percorrere rilevanti distanze in poco tempo, risentendo minimamente dell’accidentata orografia del territorio afghano e di godere, operando al di sopra della superficie terrestre, di una prospettiva privilegiata della zona delle operazioni.
L’Aeronautica Militare, dal novembre del 2009, assicura la costante presenza di 2 velivoli Am-x che si affiancano all’attività dei velivoli a pilotaggio remoto ”Predator’. I due sistemi, l’Am-x ed il Predator, sono complementari e insieme rispondono alle necessità del contingente italiano e di ISAF, contribuendo alla sicurezza della popolazione e dei nostri militari che operano sul territorio. Il Predator, infatti, è in grado di rimanere in volo per più di 20 ore e, con i suoi sensori, di poter controllare senza soluzione di continuità uno specifico obiettivo. Ha quindi forti caratteristiche di persistenza sull’obiettivo, anche se la velocità di spostamento non e’ elevata.
L’Am-x, invece, consente di raggiungere un obiettivo in poco tempo, anche a grandi distanze, e garantisce l’immediatezza dell’azione. I caccia non hanno però la stessa autonomia di impiego dei Predator. È proprio il colonnello d’Andrea a sottolineare davanti a noi giornalisti la professionalità e lo spirito di sacrificio di tutto il personale del Task Group, impiegato da oltre un anno in tutto il teatro a supporto della coalizione. “Le capacità degli assetti come AM-X e Predator permettono un continuo controllo delle attività più rilevanti effettuate a terra dai soldati, garantendo al comandante sul terreno una situational awareness adeguata a prevenire o fronteggiare al meglio eventuali minacce”, ha concluso il colonnello D’Andrea, comandante della JATF.
Una delle altre attività di cui parliamo con i ragazzi della J.A.F.T. è quella relativa all’avio-rifornimento.
Accade a Bala Murghab, dove un C130J provvede a fornire viveri e materiale a beneficio dei militari che operano nella base operativa avanzata. La missione, a cadenza variabile, permette il lancio di circa cinque tonnellate di carico in un’area distante oltre 170 chilometri dall’aeroporto della città afgana, sede del Regional Command West. Questo impiego assicura la continuità del supporto logistico e permette, rispetto ai sistemi finora utilizzati (trasporti via terra e con elicottero), di poter usufruire delle prerogative proprie del mezzo impiegato: tempestività, rapidità, precisione e sicurezza.
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