12-10-2010 - Nella cerimonia di deposizione delle fotografie e dei cappelli con la piuma di Marco, Gianmarco, Sebastiano e Francesco, del 7° reggimento Alpini, sulle loro bare avvolte dal tricolore, i gesti possono essere un momento di consolazione per il sentimento condiviso: i famigliari, nel loro dignitoso dolore da cui trapela la forza e il senso dello Stato; i commilitoni, commossi, silenziosi e composti nel loro senso del dovere; e la gente, che affolla la basilica, tante persone giunte per porgere omaggio ai quattro alpini uccisi in Afghanistan.
E' il 12 ottobre, una data che segna la scoperta di un nuovo continente, l'America; è una data che resterà scolpita nella memoria di coloro che, credendo in valori alti e indiscutibili, lasciano la propria terra per andare ad aiutare gente di terre lontane.
Insieme ai militari nella basilica c'è anche il cappellano che li segue in Afghanistan, unito nella preghiera e nel canto ad altri giovani sacerdoti, futuri cappellani militari, che svolgono il servizio funebre insieme a monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare.
Nella sua omelia, parla di un'Italia raccolta simbolicamente nella basilica ad abbracciare tutti.
Marco, Gianmarco, Francesco e Sebastiano, dice monsignor Pelvi, hanno testimoniato l'amore, al servizio dei deboli e degli emarginati, senza rivendicare per sè alcun diritto. Hanno difeso, aiutato, addestrato e sono morti pagando il prezzo dei valori in cui credevano...." offrendo quell'amore che avevano ricevuto in famiglia.
Famiglie, quelle dei ragazzi uccisi, che hanno saputo crescere i loro figli nell'amore e nel rispetto, donando con generosità, coinvolti nel grande compito di dare un senso alla pace, per un progetto di convivenza mondiale ordinata.
"Chi dona il superfluo, ha detto ancora monsignor Pelvi, evita certo il rischio della morte, ma diminuisce il valore del dono".
Erano presenti tutte le autorità politiche e militari, dal presidente Napolitano, al presidente Fini, dal ministro Bossi, all'onorevole medaglia d'oro Paglia, al presidente Schifani, al ministro La Russa, dal quale aspettiamo tutti notizie relative alle nuove misure da intraprendere per proteggere l'operato dei militari, nonchè il possibile armamento dei nostri mezzi aerei dislocati in territorio afghano.