30-03-2010 - Abbiamo trascorso due giorni sotto tenda, con la Brigata Sassari, seguendola passo passo nella sua attività di ricognizione ed avvicinamento ai villaggi, passando per Del Jamal Zac, dove abbiamo incontrato il generale di brigata delle A.N.A. Akram Samez, comandante la 2a Brigata del 207° Corpo d'Armata Afghano.
La sera al campo, installato a tempo di record dai ragazzi del 152° Reggimento Fanteria Sassari, a tre chilometri da Del Jamal Zac, una piacevole sorpresa ci ha accolti, su iniziativa del colonnello Massimo Raccampo: pizza per tutti, anche per i giornalisti e gli accompagnatori, Antonello, Walter e Maurizio.
Il giorno successivo abbiamo raggiunto un altro distretto, vicino a Dhe Purdah, a tre ore di Lince da Farah, percorrendo sentieri di roccia e sabbia, dopo aver lasciato la 517 Road.
Ad attenderci c'era l'A.N.A. (Afghanistan National Army) e alle sue spalle, un intero villaggio con in testa la "Shura", il consiglio del villaggio, seguita da donne e bambini.
E' così che si svolge l'attività più significativa della missione Isaf: supportare le Forze di sicurezza afghane, separare gli "insurgens" dalla popolazione, creare security, governance e development.
Son stati consegnati, secondo le necessità ascoltate precedentemente, attrezzi per l'agricoltura ed indumenti, (tra i quali si notavano contenitori con la dicitura "Associazione Arma Carabinieri di Venezia), è stata fornita assistenza medica, informazione sociale, dal PRT (Provincial Regional Team) e dal Medical Health, che si occupa anche di vaccinare il bestiame.

Una lunga coda di bambini attendeva il proprio turno, per ricevere l'aquilone disegnato per loro da Isaf, un gioco, ma anche un simbolo della libertà e dell'indipendenza.
Il colonnello Massimo Raccampo ed i suoi uomini, della 15a Sassari con la 1a Compagnia del Primo Reggimento Bersaglieri, a terra e a bordo dei Dardo, sorvegliavano, insieme ad A.N.A., che tutto scorresse per il meglio.
Il vento sollevava le vele colorate e con esse anche i nostri sguardi. E' stata una giornata di festa, di speranza per chi ha subìto trent'anni di guerre e martìri.