05-08-2009 - Visoki è stato dichiarato patrimonio dell'Unesco nel 2004.
E' veramente una raccolta di opere culturali artistiche architettoniche di grande interesse.
Ne rimaniamo incantati, mentre il giovane monaco ortodosso, padre Andreij, capo dei 30 monaci che ivi operano, pregano e mantengono la struttura, ci accompagna nella visita, raccontandoci l'interessante storia del luogo sacro.
Dedicato all'ascensione di Gesù, il monastero racchiude affreschi originali, conservati in ottimo stato, che decorano i muri dell'edificio, solidi muri dell'epoca medievale, che hanno retto alla furia del tempo e delle guerre.
Ammiriamo lungo il percorso nelle navate, il trono dei re serbi, le tombe di Stefano, fondatore del monastero, e della sorella sant'Elena, nata principessa e morta monaca eremita; splendidi affreschi in cui domina il blu bizantino, le iscrizioni in serbo antico, l'immenso Horas, corona di candele costruita con le spade che cacciarono i turchi e che nelle occasioni importanti viene accesa e fatta ruotare di 40 gradi, da un verso e dall'altro.
Padre Andreij ci descrive la vita dei monaci che vivono nel luogo, mentre ci mostra un antico libro, nelle cui pagine, oltre alla dedica del re della Serbia Alessandro, leggiamo commoventi dediche compilate da Carabinieri del Regio Comando, che nel 1941 (anno XIX) visitarono il monastero.
La gratitudine di padre Andreij verso i nostri soldati è palese.
Attualmente, i monaci escono scortati e possono sentirsi tranquilli grazie al presidio della task force italiana che si dedica alla sicurezza ed al controllo del luogo.
Si respira aria di serenità e pace, mentre assaggiamo l'arakia, e l'ottimo caffè preparati dai monaci, che essi offrono a noi ed ai soldati che ci hanno accompagnati e che, ogni volta che entrano nel monastero, sono accolti con grande gioia e evidente affetto.