27-04-2009 - Labaro, Prima Porta, zone di Roma lontane dal centro, che la sottoscritta ha già visitato più di dieci anni fa, quando a Roma era sindaco Francesco Rutelli... nulla è cambiato: ruggine, sporcizia e abusivi.
La Roma dimenticata, ci dice il proprietario di un vivaio di piante, la cui recinzione è stata manomessa da ignoti....e son sparite le piante pregiate appena acquistate.
Piante rubate, con un danno ben oltre che materiale, ma affettivo, perché egli, amando il proprio lavoro, con passione si dedica alla cura di rose, buganvillae e cicas.
La Roma dimenticata, dove nulla è cambiato, ci conferma Cesarino Lelli, consigliere della XX Municipalità, che ci raggiunge mentre attendiamo l'arrivo dell'ambulanza, chiamata dall'Ispettore Capo della Polizia, a soccorso di un Romeno febbricitante sotto il ponte, suo rifugio.
La Roma dimenticata, meta di chi da mesi esegue con passione il proprio dovere, pattugliando ed eseguendo controlli, per aiutare le Istituzioni a porre fine alla tragedia umana di chi cerca asilo, accontendandosi di un riparo precario, in mezzo a rifiuti e ingombri luridi a cielo aperto.
E stamane sono i ragazzi dell'186, della 11a Compagnia Controcarri paracadutisti della Brigata Folgore, che eseguono insieme alla Polizia del reparto a cavallo questo compito, affiancati da un gruppo di Granatieri, ai quali da domani cederanno l'incarico.
Ci inoltriamo con loro attraverso sentieri sporchi, erba alta, materassi e rifiuti di ogni genere...
La Polizia, con gentilezza e disponibilità, controlla documenti, verifica le persone, chiama l'ambulanza per un malato...non è accanimento contro, ma un modo per essere vicini a chi vuole risiedere nel nostro Paese; vicini a chi, pensando di trovare lavoro e cambiare la propria vita, fugge dal proprio passato; a chi cerca un futuro migliore ed invece incontra, sì confini aperti, ma indifferenza, intolleranza, miseria ed emarginazione; a chi, fatta la scelta di non delinquere, ma piuttosto di subire prepotenze e soprusi da chi ha meno di loro, come dimostra il braccio e la mano medicati in clandestinità di un Romeno aggredito da un rom.
E questo lo scriviamo alla quarta "partecipazione" del nostro giornale all'operazione "Strade sicure".
Bravi i ragazzi, orgoglio d'Italia, brava la Polizia, bravi tutti coloro che quotidianamente si impegnano per essere presenti nella terra di nessuno.
Ora, al di là delle leggi promulgate, che sembrano più vicine alle tante cattedrali nel deserto di cui l'Italia è stracolma, dopo l'operazione "strade sicure", dopo la testimonianza del nostro giornale che l'estate scorsa ha documentato l'esistenza di situazioni pericolose nella pineta di Castelfusano nel cui incendio ha poi perso la vita un figlio della miseria invisibile, dopo tutto questo, ascoltando la gente comune, ci sentiamo di trasmettere questo desiderio, condiviso dal proprietario del vivaio e del consigliere della XX municipalità e di tanti cittadini svincolati da pregiudizi e luoghi comuni: accogliamo chi desidera vivere nel nostro Paese, ma restituiamo loro la dignità.