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La Trappola Invisibile: Un intervento contro la Droga
La dr Klarida Rapaj condivide le sue riflessioni sull'esperienza avuta durante il secondo anno del congresso

01-10-2024 - In ”Diciamo No alla Droga”, tenuto a Tirana ha partecipato la dr Klarida Rrapaj, che in tale occasione ha avuto l'opportunità di discutere un tema cruciale nella lotta contro la droga: la trappola invisibile. In quanto direttrice del dipartimento della IPO (International Police Organization), il suo impegno è non solo quello di combattere il traffico di sostanze stupefacenti, ma anche di proteggere le fasce più vulnerabili della società, in particolare gli adolescenti.

Al questo congresso, anche rappresentanti della Polizia di Stato albanese, del Dipartimento del Carcere albanese, del Dipartimento dei Minori e dell'Associazione Italiana "Dire No alla Droga". La loro presenza ha arricchito il dibattito e ha sottolineato l'importanza della collaborazione interistituzionale nella lotta contro la droga.

“La "trappola invisibile" rappresenta le insidie e le dinamiche sottili che circondano il mondo della droga”, dichiara Rrapaj. “Spesso, i giovani non si rendono conto di essere intrappolati in un sistema che li sfrutta, che li attrae con promesse di piacere e evasione, ma che in realtà li conduce verso una spirale di dipendenza e distruzione. La droga non è solo una sostanza fisica; è un fenomeno sociale e psicologico che colpisce le nostre comunità e le vite dei giovani.

Per comprendere questa trappola, è fondamentale analizzare la psicologia della dipendenza. Gli adolescenti, in fase di sviluppo e ricerca della loro identità, sono particolarmente vulnerabili. La curiosità, il desiderio di appartenenza e la pressione dei coetanei possono spingerli a sperimentare sostanze stupefacenti. Questo primo contatto può sembrare innocuo, ma crea un ciclo pericoloso: la sostanza offre un'immediata gratificazione, ma porta a una dipendenza sempre più profonda.

Diversi fattori possono contribuire a questa vulnerabilità. Traumi familiari, problemi di salute mentale, mancanza di supporto sociale e la presenza di droghe nella comunità sono solo alcune delle variabili che possono aumentare il rischio di sviluppare una dipendenza. È essenziale che come professionisti e comunità, ci impegniamo a identificare e mitigare questi fattori di rischio attraverso interventi mirati”.

Come direttrice della IPO, Rrapaj ritiene che la prevenzione sia la chiave nella lotta contro la droga. Le campagne di sensibilizzazione, l'educazione e il supporto devono essere integrati nel tessuto sociale per fornire ai giovani gli strumenti necessari per prendere decisioni informate. Attraverso programmi scolastici, workshop e collaborazioni con istituzioni locali, possiamo costruire una rete di protezione attorno ai nostri adolescenti.

“I programmi educativi”, continua Klarida Rrapaj, “devono essere adattati alle esigenze specifiche degli adolescenti. Utilizzare linguaggi e mezzi che risuonano con loro è fondamentale. È importante che i messaggi anti-droga siano trasmessi non solo come avvertimenti, ma anche come opportunità di crescita personale e di sviluppo di abilità. La presenza della Polizia di Stato albanese, del Dipartimento del Carcere albanese e del Dipartimento dei Minori, del presidente della IPO Italia il dr. Mareglen Tomori, e tanti altri professionisti durante il congresso dimostra l'importanza della collaborazione interistituzionale. Collaborare con professionisti di vari settori, come psicologi, educatori e operatori sociali, è fondamentale per affrontare la complessità del problema. Ogni professionista porta con sé competenze uniche che, se integrate, possono creare un approccio più olistico e efficace. È attraverso questa sinergia che possiamo costruire programmi di prevenzione robusti e duraturi”.

Rrapaj sostiene che la lotta contro la droga non si esaurisce con la prevenzione. È cruciale fornire un sostegno continuo a coloro che sono stati colpiti dalla dipendenza. Le strutture di riabilitazione, i gruppi di supporto e le risorse comunitarie devono essere facilmente accessibili per garantire che nessun giovane venga lasciato indietro nella sua lotta.

“Un altro aspetto fondamentale”, sostiene Rrapaj, “è il sostegno alle famiglie. Le famiglie giocano un ruolo cruciale nel processo di prevenzione e recupero. È necessario fornire loro le informazioni e il supporto di cui hanno bisogno per affrontare le sfide legate alla dipendenza. Offrire programmi di formazione e gruppi di sostegno per genitori può aiutare a creare un ambiente familiare più consapevole e resiliente, in grado di affrontare le difficoltà legate all'uso di sostanze. Inoltre, è essenziale monitorare e valutare l’efficacia delle iniziative intraprese. Solo attraverso un approccio basato sui dati possiamo capire quali strategie funzionano e quali necessitano di miglioramenti. Raccogliere feedback dai partecipanti, analizzare i risultati e adattare le nostre politiche in base alle esigenze emergenti è fondamentale per garantire un impatto reale e duraturo”.

Il congresso di Tirana ha rappresentato un passo importante nella lotta contro la droga, ma il vero cambiamento richiede tempo, impegno e perseveranza.
Come ancora sottolineato la drssa Rrapaj: “Dobbiamo continuare a lavorare insieme, unendo le forze per creare un futuro in cui i giovani possano prosperare senza la paura della dipendenza. La trappola invisibile può essere sconfitta, ma solo se ci impegniamo tutti a fare la nostra parte. Collaboriamo per costruire programmi di prevenzione efficaci, sosteniamo le famiglie e forniamo risorse ai giovani. Ogni piccolo passo conta, e insieme possiamo fare la differenza”.

“In conclusione, la mia partecipazione al congresso di Tirana ha rinvigorito il mio impegno nella lotta contro la droga. La trappola invisibile che affrontiamo richiede un'attenzione costante e una collaborazione attiva. Siamo tutti parte della soluzione, e solo unendo le forze possiamo garantire un futuro migliore per i nostri adolescenti. È tempo di agire, di educare e di sostenere, affinché nessun giovane venga mai più intrappolato in questa spirale di distruzione”.
E conclude: “La presenza della Polizia di Stato albanese, del Dipartimento del Carcere albanese, del Dipartimento dei Minori e dell’Associazione Italiana "Dire No alla Droga” dimostra che, unendo le forze tra istituzioni e organizzazioni, possiamo creare una rete di protezione e prevenzione che renda più difficile per i giovani cadere nella trappola della droga. Lavoriamo insieme per costruire un futuro luminoso e sano per tutti, dove la droga non abbia più spazio. Diciamo insieme No alla droga, e sì a un futuro di opportunità e benessere per i nostri giovani”.





Redazione
 
  
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