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24-09-2024 - Le previsioni erano che la nuova posizione di Commissario europeo per la Difesa sarebbe andata ad uno dei Paesi più importanti nell’industria del settore o ad un paese terzo, estraneo alle dinamiche di leadership, ma utile alla causa e che non rappresentasse ostacolo per i progetti di business delle principali, poche, Società che operano per la Difesa.
Con la nomina del lituano Andrius Kubilius è stata scongiurata la prima ipotesi, mentre, perché siano fugati i dubbi sulla seconda, ossia sulla imparzialità dei suoi comportamenti a venire, occorrerà impegnarsi con particolare cura “nell’esame” cui anche egli dovrà essere sottoposto prima di entrare nel pieno delle sue funzioni.

In via di principio, la cifra che verosimilmente caratterizzerà il mandato di Kubilius sarà una scontata focalizzazione del suo impegno nei confronti della Russia, come è scontato attendersi da qualunque cittadino dei paesi baltici.
Poco da fare quindi per chi lo interrogherà, se intendesse scalfire i suoi sentimenti ormai quasi atavici o affievolire al contempo le sue paure per l’orso russo. Non per questo andranno deposte le armi nel tentativo di dirottare la sua considerazione anche verso altri fronti, attuali o in prospettiva.
Ciò che invece i componenti la/le commissioni esaminatrici dovranno pretendere -senza sconti- saranno precise garanzie acché il già rissoso, competitivo e vorace (ma non per questo da non proteggere) mondo dell’industria uniformi i suoi comportamenti ad un più sano spirito di collaborazione e competizione, più e meglio di quanto non abbia fatto finora.

A Kubilius, se vorrà superare l’esame, andranno poste domande chiare e possibilmente vincolanti del tipo: come intende adoperarsi per far si che nelle attività di procurement, non vengano penalizzati i prodotti europei?
Risposta e compito non facili, dato che si tratta di estirpare un malcostume insensato che perdura praticamente da sempre, impunito.
Un caso su tutti: quello della Repubblica Ceca che, neanche troppo tempo fa, approvvigionò 12 elicotteri statunitensi Bell (pur non avendo in inventario materiale USA) per 625 mln, quando Leonardo aveva presentato un’offerta che garantiva un elicottero più moderno e performante, ad un prezzo più basso, con tempi di consegna più solleciti e totalmente compliant con il requisito emesso dal governo ceco.
Altri non meno importanti impegni cui vincolare il candidato Commissario, noti a chi è familiare con il settore, dovrebbero divenire quanto prima patrimonio conoscitivo di chi abbiamo mandato a Bruxelles con il nostro voto affinché essi possano, da subito, adempiere al proprio mandato proteggendo gli interessi nazionali, pur in un’ottica europea.

È fondamentale che il mondo dell’industria abbandoni progressivamente le abituali pulsioni, quelle che propiziano la competizione sleale, e si incammini verso più sane abitudini in cui ad ognuno vengano riconosciute pari dignità ed opportunità. “Best money for best value” insomma, chi è più capace faccia, si aggiudichi la competizione.
I fondi comuni dovranno essere alimentati in modo che a loro possa accedere chiunque, nel settore della ricerca e dello sviluppo, possa dare un concreto apporto alla messa a punto di nuove tecnologie e di nuovi sistemi utili per la difesa europea, facendo altresì in modo che i partecipanti ai singoli progetti siano numericamente quanto più rappresentativi dei paesi dell’unione e non appannaggio dei soliti noti.

Andrebbe inoltre chiesto al futuro Commissario l’impegno acché le norme di procurement possano essere sempre più agevoli, snelle, semplici, sopratutto quando l’esigenza operativa non consenta lungaggini e sabbia burocratica negli ingranaggi.
Una riflessione non banale dovrebbe poi essere dedicata all’industria britannica, una risorsa di tutto rispetto di cui l’Europa è rimasta priva con la Brexit, ma per la quale andrebbero studiate forme di reintegrazione.
In definitiva è importante che i nostri parlamentari europei si adoperino subito ed al meglio, magari consultando gli esperti, per far sì che il nuovo Commissario europeo si muova, fin dal primo giorno, nella consapevolezza e nel rispetto di alcuni criteri cardine da mettere a fuoco e da tradurre in quesiti concreti, la cui risposta costituisca garanzia di un mandato equilibrato, di una razionalizzazione di tutto il comparto industriale della difesa e di una migliore tutela degli interessi dell’Unione e dell’industria nazionale.

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