L'intervista con...
Intelligenza artificiale e responsabilità penale
Capire i segreti dell’intelligenza artificiale è dovere della nostra epoca e del suo inarrestabile progresso, se ne parla con l'avv. Marta Giuca
24-10-2023 - Capire e carpire i segreti e le implicazioni dell’intelligenza artificiale sta diventando uno dei doveri della nostra epoca e del suo inarrestabile progresso
«È dall’errore della macchina che scaturiscono le problematiche legate all’attribuzione della responsabilità penale all’agente umano», ci spiega l’avvocato Marta Giuca, durante una interessante chiacchierata e come lei stessa ha già avuto modo di scrivere in un articolo pubblicato di recente sulla Rivista Trimestrale Diritto Penale Contemporaneo.
«Ho iniziato il un dottorato di ricerca all’Università di Catania nel 2018 dopo l’abilitazione alla professione di avvocato - racconta Marta Giuca – quando ho voluto provare a rientrare in Sicilia dentro un percorso di carriera accademica dopo gli anni di studio all’Università di Pavia e al Collegio Borromeo».
Assieme al tutor assegnato dall’Università di Catania per il dottorato in Diritto Penale, la prof.ssa Anna Maria Maugeri ordinario di Diritto Penale, e ad altri giovani studenti provenienti da diverse Università italiane nel 34mo ciclo dottorale, inizia così un iter di approfondimento accademico sul tema delle macrotecnologie e le possibili implicazioni rilevanti per il diritto penale.
«Il progresso è qualcosa di dirompente e coinvolge le persone e le loro relazioni - spiega l’avvocato Marta Giuca - ed è lì che deve intervenire il Diritto».
Un Diritto che non sempre è pronto dinanzi alle nuove realtà e che si deve adattare alle nuove esigenze anche perché il crimine corre veloce e dalle criptovalute il passo all’intelligenza artificiale diventa quasi breve.
« Per un giurista la sfida è duplice. Anzitutto, va capito cosa sta succedendo in un determinato settore come ad esempio quello delle nuove tecnologie con un primo approfondimento di tipo tecnico-informatico e solo dopo ci si interroga su quali possono essere i rischi e quali diritti e beni giuridici possono essere offesi o messi in pericolo - ci spiega Marta Giuca - ed a quel punto cercare di regolamentare un fenomeno che ancora non lo è, o nel caso in cui vi sia già una disciplina, poter offrire delle proposte di riforma laddove si riscontrano dei punti deboli».
Durante la nostra chiacchierata con Marta Giuca si respira un’aria informale e di grande entusiasmo.
«In questo percorso ho scoperto che l’Unione Europea stava già riflettendo sul tema dell’Intelligenza artificiale a seguito di una Risoluzione del Parlamento Europeo del 2017 - prosegue Marta Giuca – che tuttavia affrontava il tema della responsabilità civile. Infatti, l’UE ha competenze molto ridotte in materia penale, ciononostante una prima riflessione sul tema della responsabilità e della tutela dei diritti era già stata avviata e dunque si trattava di uno studio totalmente innovativo».
Tra le scoperte realizzate ci spiega: «Non possiamo pretendere che il Diritto Penale invada tutti i settori della tutela dei Diritti perché esso incide nella delimitazione delle libertà personali e dunque va applicato solo in extrema ratio e laddove la responsabilità sia provata al di là di ogni ragionevole dubbio».
«Quello accademico è un ambiente molto stimolante che cerca di investire sui giovani per le possibilità che ha - racconta - noi eravamo un gruppo di otto dottorandi e non sono mancati gli scambi con altre realtà europee e posso affermare che tra i giovani c’è davvero tanto entusiasmo per la ricerca».
A fronte del fenomeno della cosiddetta fuga dei cervelli esiste un retaggio quasi ancestrale che porterebbe a penalizzare le realtà universitarie siciliane.
«E’ vero che in tanti si va via per studiare sebbene un eccellente Ateneo come quello di Catania sta proprio dietro l’angolo - afferma la ricercatrice - e tuttavia si va via anche per fare nuove esperienze, per vedere come funzionano le cose in altri posti, per incontrare gente che viene da altre parti. Ma è anche vero che il Sud è spesso vittima di pregiudizi magari basati su un fondo di verità ma nel mio caso qualsiasi pregiudizio è smentito dai fatti: ad esempio l’accesso al dottorato è stato di grande limpidezza e questo mi preme dirlo».
Qualcosa che manca? «Forse il contesto imprenditoriale condiziona la ricerca a causa di un’assenza di terziario che non permette nei fatti di svolgere alcuni tipi di ricerca in loco, ma vivendo in un mondo interconnesso le soluzioni si trovano».
In Francia cinque mesi alla Scuola di Studi Comparati della Sorbona durante la pandemia. «E’ stato molto difficile ma è stato possibile, mentre l’esperienza di ricerca con l’istituto Max Planck di Friburgo si è svolta online perché non accettavano studenti stranieri in presenza».
Intelligenza artificiale e responsabilità penale diventa così il tema della Tesi di Dottorato, in particolare quella del produttore del sistema e dell’utente dello stesso.
«In Francia è stato interessante perché loro avevano già approvato una legge sulla guida autonoma nell’aprile 2021 poco prima che arrivassi».
Alcuni aspetti della ricerca sono stati esposti in alcune conferenze come quella di Londra e a fronte di questo percorso è nato un amore per la ricerca in un campo, quello del diritto e delle nuove tecnologie, che risulta sempre più affascinante per molti giovani ricercatori. Proseguire su questa strada è quasi un imperativo dentro una precisa scelta di contribuire alla costruzione di percorsi nuovi in un settore che muta molto velocemente.
Ammessa alla selezione delle Borse di Studio Marie Curie dell’Unione Europea con un progetto presentato in Dicembre 2022 dopo la conclusione del dottorato avvenuta in Ottobre, l’orizzonte che si apre al percorso di ricerca diventa tanto luminoso quanto intrigante.
«La mia ricerca punta ad approfondire il tema dell’intelligenza artificiale nel settore automobilistico ed in quello medico», spiega l’avvocatessa Marta Giuca mentre si accinge a partire per Parigi dove dal 1 Settembre ha inizio questa sua nuova tappa di studio.
Il progetto ha visto la partecipazione alla selezione per 25 posti di Post-doc Fellowship nell’università Eutopia, European University, un consorzio composto da 10 università europee: Babeș-Bolyai University in Cluj-Napoca (Romania), Vrije Universiteit Brussels (Belgium), Ca'Foscari University of Venice (Italy), CY Cergy Paris Université (France), Technische Universität Dresden (Germany), University of Gothenburg (Sweden), University of Ljubljana (Slovenia), NOVA University Lisbon (Portugal), the University of Pompeu Fabra (Spain) and the University of Warwick (United Kingdom).
«Dei 25 posti, 7 erano riservati all’Università Cergy Paris Université, l’ateneo da me scelto come host-istitution - spiega Marta Giuca - e il bando per l’assegnazione delle borse post-doc rientra nel Programma Science and Innovation Fellowship (SIF) finanziato con fondi europei nell’ambito del Progetto Horizon 2020 research and innovation program, Marie Skłodowska-Curie grant agreement No 94538.
Si tratta di una borsa Marie Curie cofund, ed il titolo del progetto della ricercatrice Marta Giuca è “Artificial Negligence and Human Criminal Liability (CRIM-AI)” che vuole richiamare l’attenzione sul fatto che l’Intelligenza Artificiale non sia propriamente intelligente, ma possa errare, agendo in modo negligente.
«Il punto di forza del progetto risiede nell’interdisciplinarietà - spiega la ricercatrice - ed ho previsto un soggiorno presso il gruppo di studio di sistemi di IA nel settore medico dell’Università Pompeu Fabra e un tirocinio in un’azienda francese che si occupa di produrre software per le auto a guida autonoma».
Lo stesso progetto era stato selezionato anche per un’altra borsa Marie Curie presso l’ateneo di Rennes-1, nell’ambito del programma Bienvenue ma per motivi di tempistica la scelta è caduta sull’Università Cergy di Parigi.
«Ciò che la ricerca ti insegna è la necessità e l’importanza di ragionare con larghe vedute - sottolinea Marta Giuca - e per questo motivo io non avrò a che fare solo con giuristi ma anche con informatici, tecnici ed esperti per una comprensione del settore che rende la ricerca non sterile».
E la parità del genere? «L’attenzione verso la parità di genere è prevista dal bando Eutopia sulla preferenza femminile in caso di risultato ex-aequo ed è anche previsto un contributo (family allowance) nel caso in cui si abbia già una famiglia per fare in modo che anche la famiglia si sposti assieme al ricercatore/trice nel paese dove si svolgerà la ricerca».
«I percorsi non sempre sono lineari nel post-laurea ma ci vuole coraggio assieme alla voglia di cercare la propria strada per costruirla con passione - conclude Marta Giuca - ed in questo voglio ringraziare l’Università di Catania e il Dipartimento di Giurisprudenza, in particolare tutti i componenti della cattedra di diritto penale con i quali ho collaborato in questi anni, dove ho trovato un ambiente aperto alle esigenze degli studenti e di chi vuole dedicarsi alla ricerca accademica».
Carmela Modica
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