11:40 sabato 23.11.2024
The sky way exhibit
La Via del Cielo diventa exhibit multimediale nella piattaforma di Second Life
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27-06-2021 - In occasione delle celebrazioni di SL18B, il diciottesimo compleanno della piattaforma di Second Life, Camp Italia Community Gateway ha presentato la mostra multimediale “The Sky Way” in collaborazione con Explora Nunaat International, il team italiano che ha costruito la prima Via Ferrata in Himalaya.
«Con questa installazione multimediale, Camp Italia Gateway desidera celebrare l’amicizia tra i Popoli e l’ottimo lavoro del Team Italiano di Explora Nunaat International verso la direzione della Pace e della Cooperazione tra Italia e Nepal», spiega Asia Connell, responsabile del team di Camp Italia nella piattaforma di Second Life.
«Siamo molto felici di questa collaborazione tra Camp Italia ed Explora Nunaat” - prosegue Asia Connell - “noi, come team di Camp Italia, crediamo fortemente nella capacità dei mondi virtuali di assumere la valenza di un forte valore aggiunto quale estensione della vita reale così come la conosciamo».
È il 9 novembre 2019 quando il team italiano di Explora Nunaat International termina la costruzione dell'ultimo pezzo della Via Ferrata più alta del mondo, in Nepal.
Il 14 novembre quando il bivacco "David Lama" diventa realtà all'interno di una stretta collaborazione tra il team italiano guidato dall'alpinista ed esploratore Davide Peluzzi e il team austriaco guidato da Josef Einwaller.
«Il Rolwaling con la dimensione di "Cenerentola dell'Himalaya" è diventato il primo ad avere una ferrata e un bivacco per la sicurezza di portatori e scalatori. Strutture situate in un luogo strategico, sulle rocce verticali tra il ghiacciaio Trakarding e il ghiacciaio Drolambau, frontiera della ricerca glaciale e del nuovo alpinismo himalayano», afferma Davide Peluzzi, presidente di Explora Nunaat International ed ambasciatore nel Mondo del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga presso l'Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Ma come è nata l’idea della ferrata sull’Himalaya, la prima e più alta al mondo nel suo genere? Lo abbiamo chiesto a due dei protagonisti di questa impresa: Davide Peluzzi e Phurba Tenjing Sherpa.
«Dieci anni fa l'Explora era impegnata in ricerche sulle popolazioni di etnia artica, in collaborazione con alcune università» - racconta Peluzzi.
E prosegue: «Tra il 2006 e il 2008 avevamo condotto delle spedizioni in Groenlandia. Il Rolwaling Himal è diventato secondo step di tali ricerche. Negli anni abbiamo pubblicato anche su riviste scientifiche importanti quali Nature, studi sulla fisiologia delle popolazioni locali, per comprendere meglio i meccanismi dell’adattamento all’alta quota con l'Università di Bologna il BiGeA con i professori Donata Luiselli, Marco Sazzini e Stefano Benazzi. In parallelo alle attività scientifiche abbiamo iniziato a condurre progetti finalizzati a portare sviluppo, direi una rinascita di una regione, la Rolwaling Himal sconosciuta ai più, nei primi anni del 2000. Adesso è l'unica valle in Himalaya ad avere un rifugio (Austria) in alta quota e una via ferrata (Italia).Tra l’altro questa regione, compresa tra l’Everest e il Gaurishankar, rappresenta anche la nuova frontiera dell’alpinismo. Le vette ancora inviolate e innominate sono innumerevoli».
«L’altitudine cui è posto lo rende un ottimo luogo in cui condurre ricerche sulla fisiologia d'alta quota e non è da escludere quindi un utilizzo a scopo scientifico. Tra l’altro - afferma Peluzzi - “ne ho avuto modo di parlare personalmente con l’astronauta Nespoli che mi ha espresso il suo interesse nell’utilizzo della struttura per la preparazione degli astronauti in ambiente ipossico. Ma non è nato primariamente per tale scopo».
Il nostro motto Explora è: “Quando l'Esplorazione diventa Cooperazione” e la realizzazione della Via del Cielo non è stata la ricerca di un record.
E neanche un business.
Altrimenti avremmo pensato magari di realizzarla sulle Alpi” - spiega il fondatore di Explora - “e preferirei definire il rifugio austriaco e la ferrata italiana come due regali per il popolo Sherpa. Noi italiani abbiamo regalato loro anche il trapano Milwaukee da 19 kg, utilizzato per i lavori. Tra l’altro sono convinto che quando ci si pone nell’ottica di realizzare un record, scattano le competizioni. Non ci saremmo mai riusciti insomma a fare ciò che abbiamo fatto, cooperando. Quindi, la Ferrata la Via Del Cielo e il rifugio non sono nate per fornire ausili solo agli alpinisti occidentali. Poi ovviamente il bivacco è aperto a tutti, per definizione. Li abbiamo realizzati per proteggere vite umane con una visione ed attenzione per l’economia locale che è legata essenzialmente al turismo con la consapevolezza che il lavoro degli Sherpa è altamente logorante».
«La preoccupazione fondamentale quando ti rechi in queste zone e vedi ragazzi sui 20 anni impegnati a trasportare decine di chili di materiale su percorsi pericolosi, è che non si facciano male. Basti pensare che la parte superiore della parete lungo cui corre la ferrata è chiamata ‘la bomba’. In tanti sono morti lassù. Viene spontaneo pensare di fare qualcosa per agevolare il loro lavoro».
Conclude Davide Peluzzi: «La storia del perché abbiamo costruito la Via del Cielo - Sky's Way? Durante la spedizione Earth Mater nel 2011 nel Rolwaling Himal, vidi tre dei nostri portatori scoppiare a piangere disperati. Avranno avuto credo 16-17 anni. Era un aprile freddo, molto nevoso. C’era parecchio ghiaccio e bufere continue. Eravamo sullo sperone roccioso su cui si sviluppa oggi la ferrata che conduce al bivacco. Mi sentii così responsabile che una volta rientrato a Kathmandu, in risposta al sottosegretario alla Cultura Sherestha che mi chiedeva un commento sull’Himalaya, dissi ‘No, io ti racconto della gente, dei portatori, delle condizioni in cui vivono ...e ti racconterò di tre ragazzi’… Sentivo di dover fare qualcosa e così sono iniziati i progetti. Abbiamo iniziato con la costruzione di un acquedotto nel 2013, ricostruzione di case terremoto 2015. Intanto che andavano avanti le ricerche scientifiche e i rapporti umani con la conoscenza ed amicizia fraterna con i componenti del Team Dreamers Destination di Phurba Tenjing Sherpa divenendo collaboratori dello stesso gruppo creando l' Explora Dreams. Il motivo perché sono lì? Rispondo con un aneddoto: anni fa nel 2013 Mingma G. Sherpa, il salitore del K2 in inverno 2021 mi chiese ‘Perché sei qui?’ e la mia risposta fu Perché il posto in cui sono nato è molto simile con gli stessi problemi, solo che le montagne sono molto più alte».
«Mi sento molto orgoglioso e onorato di avere una nascita in Nepal, specialmente nel mio villaggio nella comunità Sherpa. Appartengo alla Rolwaling Valley, situata nel distretto di Dolakha. Sono cresciuto lì giocando con le montagne così come i bambini a Kathmandu giocano con cellulari o computer». A parlare adesso è Phurba Tenjing Sherpa del team Dreamers Destination. «La Rolwaling è una valle santa, scavata più di 2000 anni fa da Guru Rinpoche (Padmasambhava). Guru Rinpoche scelse questo luogo per la meditazione e vi rimase per tre mesi e tornò in Tibet come scritto nella scrittura buddista. Ci sono antiche grotte storiche, segni diversi, antichi monasteri che ti fanno credere che Guru Rinpoche fosse lì. Ecco perché la valle stessa è stata nascosta al mondo esterno per preservare e proteggere la sua santità. Mi sento molto fortunato ad essere cresciuto in questo luogo santo tra gente semplice e sempre sorridente. I miei antenati, nonni e padre erano agricoltori. Hanno campi di patate e yak. Mio padre era solito attraversare il passo Tashi Laptsa per visitare la valle del Khumbu trasportando carichi di bagagli di turisti, semplicemente perché altre persone provenienti da quote inferiori non potevano sopravvivere alle dure condizioni di 5000 m. I miei fratelli hanno seguito la strada di mio padre e anche io, non avevamo altra scelta. Siamo diventati portatori per guadagnarci da vivere: questo ci ha portato all'alpinismo e oggi possediamo una società di spedizioni. Dreamers Destination Treks and Expedition Pvt. Ltd è la mia azienda e ogni stagione organizziamo spedizioni di trekking e alpinismo. Quando guardo indietro, è un viaggio difficile della vita che abbiamo attraversato».
E continua: «Il mio villaggio ha tutto. È ricco di flora e fauna naturali, aria fresca, acqua fresca, cibi freschi, circondato da maestose centinaia di montagne sacre. È tranquillo. Per noi è un paradiso. Mia madre vive lì. Non le piace stare in città. Ma non abbiamo elettricità, strutture scolastiche, strade o internet. Siamo a sole otto ore di auto dalla capitale Kathmandu, tuttavia, il mio villaggio è una delle zone più rurali del Nepal a causa della sua struttura geografica. Ho visitato la casa di Davide in Italia. La sua città natale è simile alla mia, circondata da montagne e gente di montagna. Grazie alla scienza e alla tecnologia, ci sono molte strutture per migliorare la vita e il governo capisce le esigenze delle persone in Italia. Ma il governo del Nepal in realtà non sta facendo lavori significativi per i residenti di montagna».
«Ecco perché stavo cercando di cambiare lo status quo del mio villaggio secondo le mie capacità. Stavo cercando di costruire un presidio sanitario ed estendere le strade a Tashi Laptsa Pass e fare un biwak qualche anno fa, penso che fosse intorno al 2016».
«La mia valle fa parte dell'area protetta di Gaurishankar dove non è consentito disturbare il suo ecosistema. Ancora più importante, noi abitanti dei villaggi lavoriamo insieme per proteggere i valori etnici locali e l'ambiente naturale. Inoltre, la mia valle è una valle vegetariana, il che significa che non ti è permesso uccidere o cacciare per amore della carne a causa della fede religiosa. Abbiamo il comitato del monastero, il Rolwaling Everest Summiteers Club, il comitato dei consumatori forestali per regolamentare le norme e i regolamenti locali. A causa della geografia, l'unico modo per elevare il mio villaggio è attraverso il turismo. Dico che abbiamo bisogno di sempre più turisti: potrebbero essere botanici per studiare specie rare trovate a Rolwaling, zoologi, antropologi, geologi, scienziati medici, astronomi (non abbiamo affatto inquinamento luminoso, puoi dormire sotto la Via Lattea), e amanti dell'avventura, viaggiatori,... chiunque!! Il turismo è l'unico modo per guadagnarsi da vivere adeguatamente per i locali che risiedono qui. E direi che la mia valle non è una meta turistica commerciale, è ancora inesplorata e inascoltata da molti. C’è questa famosa citazione, “Dove c'è una volontà, c'è un modo”, e la mia strada mi ha portato dai miei amici dall'Italia. Ho sentito di aver incontrato degli degli angeli travestiti da umani! Sono venuti nel mio villaggio, hanno adottato la cultura locale, le norme ei valori della gente di montagna e li hanno aiutati. I campi sanitari che avevano organizzato, la prima via ferrata che avevano costruito a Tashi Laptsa Pass, le ricerche mediche biologiche che avevano condotto, sono alcuni degli esempi del loro contributo al miglioramento del mio villaggio. Voglio dire, perché dovrebbero farlo per qualcuno lontano dall'Italia? Ma hanno stabilito questa alta definizione di amicizia, fratellanza e umanità. Ringrazio davvero i fratelli Davide, Giorgio, Marco, Paolo e tutto il team di Explora Nunaat International compresi tutti quegli sponsor o sostenitori che li hanno supportati
».
Carmela Modica


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