06-06-2021 - Se i Castelli Romani piangono, a causa dell’invasione di schifezze nelle strade e nei sentieri, ove incontrastati dominano rovi, erbe selvatiche e rifiuti abbandonati dalla permanente inciviltà dell’essere umano (non è detto siano gli abitanti locali, arrivano anche da lontano gli spargitori di immondizie), Roma certo non esulta.
Il comune denominatore è ''degrado e strade sconnesse".
Il grado di incuria da parte di coloro che sono preposti alla pulizia del verde è evidente, ormai ovunque.
Ed è altrettanto evidente che non vi sia in atto alcun controllo né redarguizione da parte degli Enti amministrativi.
Tutto nella norma, dunque, tra erbe invasive e rifiuti lanciati al volo.
A coronamento di tutto questo lerciume, permane l’acquiescenza di coloro che vivono in tale ambiente, ma anche resilienza (termine molto di moda di questi tempi) dovuta ai problemi impellenti che gravano su ognuno degli abitanti di questo territorio, come nel resto del Paese, problemi consistenti che mettono in ultimo piano l’indecoroso aspetto del luogo in cui si vive.
Però, in altre parti di questo nostro Bel Paese, come un tempo veniva definito, non esiste tale marcescenza ambientale.
E’ pur vero che molti sono i terreni inquinati dagli sversamenti di rifiuti tossici e inquinanti, al Sud come al Nord, ove stanno emergendo le delinquenziali attività di imprese che, per guadagno proprio, hanno reso invivibili molte zone.
Ma, almeno nella cura del luogo abitato, centro del paese per intenderci o nelle strade che ne circondano la zona, prevalgono attività che contribuiscono al decoro urbano, sia da parte delle amministrazioni, sia da parte dei privati cittadini.
A Roma, come nei Castelli Romani, passeggiando lungo i muri, passando nelle vie ai lati delle quali si trovano pseudo-aiuole o percorrendo le rotatorie, incontriamo solo degrado, sporcizia, voragini nell'asfalto, marciapiedi impraticabili, immondizie sparse...
E’ il segno della scarsa volontà di ‘’manutenzione’’, che lascia scorrere così tanto tempo da offrire alla natura la scusa per ridurre quegli spazi a grovigli di rovi e all’inciviltà umana spazio per accumulare senza ritegno residui immondi della propria vita.