Continua l'impegno della Difesa in Libano
Intervista con il colonnello Marcello Orsi, comandante della Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano (MIBIL)
fotografie di: MIBIL
10-03-2021 - La missione Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano si inquadra nel contesto delle iniziative dell’International Support Group for Lebanon” (ISG), in ambito ONU, mirate a catalizzare un forte impegno della Comunità Internazionale a sostegno del Libano, soprattutto attualmente, poiché, a causa del conflitto siriano, il Paese è affetto da gravi disagi sociali ed economici, con forti ripercussioni sulla situazione di stabilità e sicurezza.
Attualmente il comandante di MIBIL è il colonnello Marcello Orsi, al quale abbiamo inviato l'invito per una breve intervista utile a comprendere la situazione attuale. A causa della pandemia da Covid-19 non è semplice recarci di persona per testimoniare le attività dei nostri militari impegnati nella coalizione; quindi diamo la parola al comandante Orsi, che gentilmente ha risposto alle nostre domande.
Comandante, nella attuale MIBIL, è cambiato qualcosa nel compito della missione e quali obiettivi vi siete prefissati?
“L’obiettivo della Missione, ovvero quello di contribuire all’incremento delle capacità complessive delle Forze Armate (LAF)[1] e di Sicurezza Libanesi (ISF) al fine di renderle in grado di far fronte, efficacemente ed in autonomia, alla precaria situazione di sicurezza non è cambiato, ma, piuttosto, possiamo parlare di un progressivo adeguamento della Missione alle emergenti esigenze formative della controparte. Nonostante la MIBIL sia infatti una Missione relativamente “giovane”, ha già vissuto almeno tre fasi evolutive. Agli inizi le attività erano per lo più localizzate nel sud del Libano a cui è seguita una graduale e significativa espansione dell’offerta formativa attraverso il sinergico apporto di tutte le eccellenze della nostra Difesa rappresentate dai diversi MTTs[2] che ogni anno si avvicendano nel Teatro Operativo libanese. La fase attuale è invece rivolta a dare maggior “enfasi” ad un approccio capacativo sempre più finalizzato al concreto raggiungimento di capacità operative che si sostanziano nella formazione di istruttori negli specifici settori d’interesse e che si sviluppano attraverso una programmazione di percorsi formativi graduali, articolati in diversi livelli (basico, intermedio, avanzato e train the trainer), aderenti e flessibili alle specifiche esigenze della controparte, includendo anche attività formative collaterali, quali stage e workshop in Libano ed in Italia; il tutto supportato da un Piano Donazioni e Cessioni mirato al successivo completamento delle capacità da raggiungere”.
In questo momento storico dove anche in Libano la pandemia crea non pochi problemi alla popolazione, quali misure adottate per poter proseguire a svolgere i compiti della missione in sicurezza?
“Il contingente stato pandemico connesso al SARS–CoV–2 ha imposto un generale ripensamento/adeguamento delle modalità di erogazione del training all’immanente rischio epidemiologico nel pieno rispetto delle misure di mitigazione ma, nel contempo, efficace per il conseguimento degli obiettivi addestrativi prefissati. In tale quadro, è stato pertanto avviato già dal mese di novembre 2020 un piano congiunto (MIBIL – LAF) di sorveglianza epidemiologica che, avvalendosi di tutti gli attuali sistemi di screening rapido[3] condotti a premessa e durante i corsi con cadenza settimanale, previene il diffondersi del contagio Sorveglianza epidemiologica che, unitamente all’imprescindibile impiego dei previsti DPI[5], concorre alla tutela del corpo docente (MTTs) e dei discenti (LAF), consentendo da una parte l’acquisizione da parte dei Comandanti delle Unità addestrate di un quadro di situazione chiaro circa lo stato epidemiologico del proprio reparto e, dall’altra, di concludere il percorso formativo intrapreso”.
Che tipo di corsi state effettuando o avete già svolto a favore delle LAF?
“Come enunciato in precedenza, si sta operando in un contesto generale caratterizzato da diverse turbative: un’importante crisi economica a cui si è andata a sovrapporre la nota emergenza pandemica da COVID-19. Nonostante le difficoltà, la flessibilità dell’attuale sistema addestrativo e professionalità dei MTTs, ha consentito di rispondere efficacemente alle richieste formative delle LAF e nel contempo di mantenere fede agli impegni assunti.
Già lo scorso anno, avvalendosi delle più moderne tecnologie per l’erogazione di corsi e seminari nello specifico settore della difesa Chimica, Biologica, Radiologica e Nucleare (CBRN), la MIBIL ha adottato una didattica innovativa ed efficace, sfruttando la modalità e-learning con l’ausilio dell’aula virtuale a distanza per completare il percorso formativo CBRN a guida esercito con personale del 7° reggimento difesa CBRN “CREMONA” in Civitavecchia. Tale soluzione si è rivelata efficace e provvidenziale nelle primissime fasi successive all’esplosione presso il porto di Beirut del 4 agosto 2020, che ha visto il personale delle Forze Armate libanesi precedentemente addestrato sulla gestione di incidenti di tipo chimico, tempestivamente ed efficacemente impiegato nell’area coinvolta. Le attività addestrative condotte nel settore della difesa CBRN sono inserite nell'ambito del progetto EU Technical Assistance on CBRN Risks Mitigation in Lebanon supportato dallo Stato Maggiore della Difesa (SMD) e teso a sviluppare la capacità di risposta civile e militare in caso di eventi CBRN sul territorio libanese. In tale quadro, lo SMD è responsabile dell’addestramento in favore delle Forze Armate libanesi, mentre il Ministero degli Affari Esteri francese di quello in favore delle agenzie civili. I corsi vengono condotti in favore dei Land Border Regiment, della branca Counter Terrorism dell'Intelligence Militare, della Polizia Militare, dell'Ospedale Militare di Beirut e della Compagnia CBRN. Le attività addestrative sono state concepite per favorire l’incremento graduale della capacità di risposta nei due ambiti, militare e civile, per poi facilitarne il coordinamento nelle attività inter-agency, con lo sviluppo di Standard Operating Procedures (SOP) per il raggiungimento della Full Operational Capability (FOC).
Altra attività addestrativa di rilievo condotta lo scorso autunno da un team proveniente dalla Scuola di Fanteria di Cesano (RM), è invece rappresentata dal corso denominato “Recon & Patrol”, della durata di quattro settimane, e focalizzato al pattugliamento e alla ricognizione/esplorazione, per far acquisire ai futuri istruttori le tecniche di navigazione terrestre, di osservazione e pianificazione operativa.
Spostandoci ora alle attività più recenti, gli istruttori della Brigata Marina San Marco stanno addestrando da circa 3 mesi reparti anfibi delle Forze Speciali libanesi, fornendo ai partecipanti, con i corsi “Amphibious Medium Long Recce and Targhet Acquisition” e “Train the Trainers”, le conoscenze e le competenze necessarie per condurre operazioni complesse in ambiente anfibio, andando ad operare come team di ricognizione con capacità di acquisizione obiettivi avvalendosi degli assetti a disposizione (gommoni ed elicotteri). Con il modulo Train The Trainers, i frequentatori che hanno dimostrato maggiore dinamicità nell’assimilare le nozioni teorico-pratiche durante la prima fase, acquisiranno quindi il brevetto di istruttori.
E’ inoltre di prossimo arrivo in Libano un team proveniente dalla Scuola di Fanteria di Cesano che, con il corso “Urban Ops Train the Trainer”, formerà il quadro istruttori deputato all’addestramento in autonomia dei soldati delle LAF al combattimento in aree urbane.
Nei prossimi mesi infine, il personale dell’Aeronautica Militare fornirà ai militari libanesi le competenze necessarie per poter operare sui velivoli in qualità di tecnico e di manutentore, mentre i Carabinieri insieme alle Forze Speciali Italiane, avranno il compito di trasmettere ai “colleghi” libanesi l’expertise necessaria per operare anche negli scenari più complessi effettuando un corso sulle tecniche di scorta VIP”.
Che rapporto avete con l’Esercito libanese?
“Tutti i giorni ci impegniamo all’accrescimento ed al consolidamento del rapporto di collaborazione e fiducia con le Forze Armate libanesi. L’imposta “asocialità” connessa all’attuale pandemia, se da un lato è andata certamente a collidere con la naturale “socialità” del popolo italiano e libanese, dall’altro ha portato entrambe allo sviluppo di relazioni ancor più incentrate sulla qualità ed effettività delle stesse”.
Maria Clara Mussa
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