Politica

Esempi storici per capire l’intervento di Mattarella sulla situazione Russia-Ucraina
''A nostro parere le differenze sono maggiori delle similarità...'', sottolinea Orazio Sorrentini in questo articolo
27-02-2025 - Hanno suscitato scalpore e polemiche le recenti dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale all’Università di Marsiglia ha detto che a Monaco di Baviera nel 1938 “a prevalere fu il criterio della dominazione” e delle “guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”. Contro tali dichiarazioni ha protestato, tra gli altri, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha parlato di “invenzioni blasfeme”.
Cosa accadde, dunque, nella città bavarese, circa 86 anni e mezzo or sono?
Si incontrarono i capi dei Governi d’Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna per tentare di risolvere la crisi dei Sudeti, una minoranza tedesca residente in una parte del territorio cecoslovacco confinante con la Germania e rivendicata perciò da quest’ultima.
Nel breve volgere d’un paio di giorni fu decisa il trasferimento di quella parte al Reich tedesco e la Cecoslovacchia, che non aveva partecipato alla conferenza, si vide costretta a cedere poco dopo altri suoi territori alla Polonia e all’Ungheria, anch’essi abitati prevalentemente da minoranze linguistiche di tali Paesi, per poi cessare di esistere nel marzo 1939, quando i Tedeschi occuparono la parte ceca creando il protettorato di Boemia e Moravia, mentre quella slovacca diventò indipendente.
Espressione tipica d’una politica di appeasement (pacificazione), dalla fine della Seconda Guerra Mondiale il nome di Monaco è sinonimo, in politica internazionale, di codardia di fronte a uno Stato aggressivo e prepotente, alle cui pretese altri Stati cedono senza combattere facendone così aumentare la braveria e finendo col ritardare soltanto una guerra comunque inevitabile.
Come spesso accade in casi come questi, alcuni hanno condiviso le parole di Mattarella e altri le hanno criticate. Tra costoro, molti hanno sottolineato come l’accostamento della Russia attuale al Terzo Reich sia improprio e gravemente offensivo, dato che quest’ultimo fu alla fine sconfitto soprattutto grazie all’immenso sforzo umano e militare compiuto dai Russi, il popolo nettamente maggioritario dell’Unione Sovietica, a sua volta obiettivo e vittima principale delle mire espansionistiche germaniche e dell’aggressione che ne conseguì.
Va fatto notare che di certo questo tipo di polemica, schiettamente politica, non sarebbe sorta se come termine di paragone fosse stata citata, ad esempio, la condotta espansionistica del regno di Macedonia nel IV secolo a. C. ai danni delle pòleis greche, aspramente denunciata da Demostene nelle sue celebri Filippiche.
Da parte nostra ci limiteremo perciò a verificare la correttezza della similitudine operata dal Presidente della Repubblica da un punto di vista strettamente storico, dato che l’attacco della Germania del 1941 all’URSS ebbe motivazioni principalmente ideologiche, evitando qualsiasi valutazione politica e astenendoci da ogni previsione a lungo termine (riguardo per esempio a ciò che farebbe la Russia in caso di vittoria o al contenuto di un accordo su un’eventuale cessazione delle ostilità).
Che cos’hanno quindi in comune le due situazioni e in che cosa differiscono?
Premesso che qualsiasi paragone tra avvenimenti storici diversi va fatto con molta cautela, può dirsi che in comune c’è questo: in entrambi i casi l’oggetto del contendere sono territori d’uno Stato etnicamente disomogeneo e all’interno del quale risiedono consistenti minoranze che, dal punto di vista etnico – linguistico, dovrebbero far parte di uno Stato confinante, nonché molto più grande e potente. E in tutti e due i casi i tentativi di risolvere il problema vengono compiuti con la partecipazione di altre Potenze straniere, del tutto estranee dal punto di vista etnico ma interessate da quello geopolitico.
Quanto alle diversità, secondo noi le principali sono le seguenti due:
1) Monaco fu convocata per evitare una guerra che quasi nessuno voleva e di cui quasi tutti avevano il terrore, non per niente essa ebbe luogo prima della guerra. Una conferenza di pace che si svolgesse oggi, chiunque vi partecipasse e comunque si concludesse, avrebbe invece lo scopo di porre fine a una guerra che dura ormai da più di tre anni;
2) poiché la conferenza bavarese si svolse prima della guerra e se ne deplora lo spirito in quanto condusse a premiare uno Stato aggressore ai danni di un aggredito, ci sarebbe un solo modo per evitare una nuova Monaco: fare guerra alla Russia, così come la si fece a suo tempo alla Germania.
Del resto la fama sinistra della suddetta conferenza dipende proprio dall’esito che ebbe la Seconda Guerra Mondiale in Europa. Ma è molto probabile che nessuno muoverà guerra alla Russia perché il c. d. Occidente aveva ritenuto, sbagliando, che sarebbero bastati i numerosi pacchetti di sanzioni economiche per sconfiggerla. E tralasciando alcune sporadiche dichiarazioni di facciata, tutti gli Stati dell’UE sono in realtà ben consapevoli della propria inferiorità bellica rispetto alla Russia.
Pertanto le amputazioni territoriali che l’Ucraina patisse (e che quasi certamente dovrà patire) sarebbero solo una diretta e inevitabile conseguenza della sua sconfitta militare, non di concessioni diplomatiche decise da altri e precedenti una guerra che si era voluto scongiurare.
Lasciamo ai lettori il giudizio, limitandoci a dire che a nostro parere le differenze sono maggiori delle similarità.
Orazio Sorrentini

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