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18-09-2024 - In un mondo spesso frammentato da conflitti e divisioni, il Premio Internazionale San Giovanni Paolo II rappresenta un faro di speranza, un tributo a coloro che, con passione e determinazione, si dedicano alla causa della pace e dei diritti umani.
Quest’anno, il prestigioso riconoscimento durante il III Galà per la Pace, tenuta presso Palazzo Valentini a Roma è stato attribuito a Klarida Rrapaj. Questo evento non solo celebra l’impegno individuale per la giustizia, ma anche la potenza del lavoro collettivo per costruire un futuro più luminoso e umano come ha detto Klarida:
‘’La mia connessione con l’ideale di San Giovanni Paolo II risale al 1991, anno in cui ho messo piede in Italia per la prima volta. Ricordo vividamente la prima messa in cui ho sentito parlare il grande papa e il suo messaggio di amore, rispetto e solidarietà. La sua umiltà e umanità mi hanno colpito profondamente, e ho subito sentito un legame con i suoi valori. Le sue parole, che ci esortano a "amare e rispettare il prossimo," risuonano in me come un mantra quotidiano, una guida che illumina il mio cammino. Nel mio lavoro come psicologa e esperta in Vittimologia, ho avuto la fortuna di incontrare e assistere molte persone che hanno subito violenza di genere. Ogni storia di sofferenza e resilienza che ho ascoltato ha avuto un impatto profondo su di me. Le vittime di violenza spesso si sentono sole e invisibili; il mio compito è quello di restituire loro la dignità e la voce che meritano. Attraverso la terapia e il supporto psicologico, cerco di aiutarle a ricostruire la loro vita e a ritrovare la forza interiore di cui spesso non si rendono conto di possedere. Ogni piccolo passo verso la guarigione è una vittoria, e ogni persona che riesco a sostenere è un tributo all’amore e alla comprensione che San Giovanni Paolo II ci ha insegnato a praticare’’.

Klarida è anche direttrice per i diritti delle donne della IPO Italia International Police Organization che le consente di ampliare il suo impegno su scala globale, con l'opportunità di collaborare con professionisti e attivisti di tutto il mondo, affrontando questioni cruciali legate alla violenza di genere e alla protezione dei diritti umani. È un lavoro che richiede costante dedizione e sensibilità, poiché ogni cultura ha le proprie sfide e le proprie esperienze uniche.
“Sono convinta che il dialogo interculturale sia essenziale per costruire una società più giusta e pacifica’’. Ha aggiunto Klarida, ‘’il mio lavoro internazionale mi ha insegnato che, sebbene le barriere geografiche possano sembrare insormontabili, la nostra umanità condivisa è una forza potente che può unire le persone. Ho avuto il privilegio di lavorare a fianco di donne e uomini straordinari che, proprio come me, sono impegnati a garantire che ogni voce venga ascoltata e ogni diritto venga rispettato. In questo contesto, il messaggio di San Giovanni Paolo II diventa una guida fondamentale nel nostro operato quotidiano’’.

San Giovanni Paolo II ha insegnato che la pace non è semplicemente l'assenza di guerra, ma un impegno attivo per costruire relazioni giuste e armoniose. Questo implica la necessità di affrontare le ingiustizie e le disuguaglianze che affliggono la nostra società. La violenza di genere, ad esempio, è un problema sistemico che richiede un cambiamento culturale profondo e una mobilitazione collettiva. È un tema che non possiamo ignorare e che, come comunità globale, dobbiamo affrontare con urgenza e determinazione.

“Ogni volta che assisto una persona che trova la forza di alzare la voce contro l'ingiustizia, ogni volta che una donna riesce a liberarsi dal ciclo della violenza e a reclamare il proprio diritto a vivere in sicurezza e dignità, sento che stiamo facendo progressi. Queste vittorie, per quanto piccole possano sembrare, sono segnali luminosi che ci indicano che un cambiamento è possibile. Ed è in questo spirito che voglio continuare a lavorare, insieme a tutti voi, per costruire un mondo in cui ognuno possa sentirsi al sicuro e rispettato”, ha continuato Klarida.

In questo contesto, il Premio Internazionale San Giovanni Paolo II non è solo un riconoscimento per il suo lavoro, ma un invito a continuare a lottare, a non arrendersi di fronte alle difficoltà e a perseverare nella missione, nella visione di un mondo migliore. 

“Ricevere il Premio Internazionale San Giovanni Paolo II non rappresenta solo un riconoscimento personale, ma è un tributo collettivo a tutti coloro che, ogni giorno, si adoperano per promuovere la dignità e i diritti di ogni individuo. Spero che questo premio possa ispirare altri a proseguire nel cammino della pace e dell’umanità, poiché insieme possiamo costruire un futuro in cui l’amore e il rispetto per il prossimo siano le nostre linee guida.

La mia gratitudine va anche a tutte le donne e gli uomini che, nel corso degli anni, hanno condiviso il loro viaggio con me. Ogni persona che ho avuto l’onore di incontrare ha arricchito la mia vita e ha contribuito a modellare la mia comprensione del mondo e della resilienza umana. Siamo tutti interconnessi, e ogni storia di lotta e di speranza è un tassello essenziale nel grande puzzle della nostra esistenza collettiva.

Desidero esprimere un sincero ringraziamento a Nino Capobianco, un giornalista e professionista di grande valore. La sua dedizione nell’organizzazione di questo galà ha reso possibile non solo la celebrazione di questo premio, ma ha anche rafforzato una rete di solidarietà e collaborazione tra coloro che, come me, credono nei valori di pace e giustizia. Nino ha messo in campo un impegno straordinario, contribuendo a creare un evento che non solo onora i premiati, ma ispira tutti noi a continuare a lottare per un mondo migliore.

Un altro ringraziamento speciale va a Margherita Frappa, una donna straordinaria che ha affiancato Nino Capobianco in questa grande serata di gala. La sua dedizione, la sua energia e il suo impegno instancabile sono stati fondamentali per la realizzazione di questo evento. Margherita incarna i valori di collaborazione e solidarietà che tanto ci stanno a cuore. 
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questo momento. È solo grazie al lavoro collettivo, alla passione e all'impegno di ognuno di noi che possiamo sperare di realizzare un cambiamento significativo nella società. Ogni passo verso la giustizia, ogni gesto di compassione e ogni azione per il bene comune sono tasselli fondamentali di questo grande mosaico che chiamiamo umanità.
Vorrei concludere questo mio intervento con un appello: non smettiamo mai di credere nel potere dell’amore e della solidarietà. Siamo chiamati a essere custodi l'uno dell'altro, a costruire comunità in cui ognuno possa sentirsi accolto e protetto. La strada da percorrere può sembrare lunga e impervia, ma insieme, con determinazione e passione, possiamo fare la differenza.
Insieme, possiamo essere portatori di cambiamento. Insieme, possiamo diffondere il messaggio di San Giovanni Paolo II, trasformando le sue parole in azioni concrete per il bene dell'umanità. Grazie a tutti voi per il vostro supporto e per la vostra presenza qui stasera. Insieme, continuiamo a lottare per la pace, la giustizia e la dignità per tutti”. 

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